Nelle ultime settimane la CORSI ha incontrato, a volte virtualmente, talvolta di persona, giornaliste e giornalisti del mondo radio-televisivo svizzero ma anche cittadine e cittadini residenti nella Svizzera di lingua italiana o Oltre il Gottardo, chiedendo la loro opinione sulla qualità del servizio pubblico anche in relazione alla promozione dell’italianità. Oggi affrontiamo la questione della qualità delle informazioni e del servizio pubblico dall’angolatura della cittadinanza attiva, un concetto – talvolta anche abusato nei media – che si riferisce, essenzialmente, alla presenza, in democrazia, di cittadini consapevoli e coinvolti nella “cosa pubblica”. Ne abbiamo parlato con Lara Tarantolo, di Faido, classe ’89. Laureata in “Public Management and Policy” all’università di Losanna – città dove attualmente abita – la giovane attualmente riveste il ruolo di direttrice di easyvote, progetto che ha come obiettivo proprio quello di motivare le ragazze e i ragazzi a interessarsi alla politica, anche esercitando il diritto di voto.
Lara Tarantolo, come può l’informazione formare e accrescere la consapevolezza alla cittadinanza attiva del proprio pubblico in un tempo in cui tutto è comunicazione?
Prima vorrei precisare che, in un tempo dove tutto è informazione, sono convinta sia ancora più necessaria un'informazione di qualità che permetta al pubblico di formarsi la propria opinione in modo libero e corretto. Inoltre un’informazione di qualità è chiamata a presentare la politica in modo accessibile e accattivante e, perché no, divertente ed interattivo. Sono proprio questi i principi in base ai quali è nato easyvote. Per quanto riguarda la sua domanda, fra i fattori che contribuiscono alla cittadinanza attiva, secondo le mie esperienze, vi sono l'educazione tra pari e la dimensione collettiva. E quindi, a mio modo di vedere, per accrescere la consapevolezza alla cittadinanza attiva anche i media dovrebbero proporre un'informazione che presenti le possibilità, le modalità e gli esempi positivi di cittadinanza attiva concentrandosi su fattori che ho ricordato.
Formazione e partecipazione, quindi: strumenti chiave anche nel mondo della comunicazione digitale e di fronte alle più recenti esperienze di innovazione democratica online? È sotto gli occhi di tutti l’ascesa della e-democracy, l’utilizzo di procedure e piattaforme elettroniche quali spazi virtuali attraverso il quali i cittadini possono essere coinvolti nei processi decisionali.
Credo che la comunicazione digitale abbia un grande potenziale in termini di facilitazione e accessibilità. Però attenzione! Non tutti sanno destreggiarsi con gli aspetti tecnici e con le modalità specifiche dell’online e c’è chi non è preparato a fronteggiarne i rischi del digitale. Per questo, processi come la e-democracy necessitano di venir accompagnati con un'adeguata formazione. Con easyvote, ad esempio, vogliamo puntare sulla formazione scolastica mettendo a disposizione del personale docente vario materiale didattico mirato sulla politica e i media.
Per quanto concerne il servizio pubblico radiotelevisivo, invece: quale ruolo riveste per la democrazia e di fronte al crescere dell’informazione on demand?
Ritengo che un servizio pubblico radiotelevisivo che evolve in base ai nuovi sviluppi in materia di comunicazione digitale sia importante per la nostra democrazia. In un'epoca di informazione on demand e dove, sui social media, noi veniamo informati in base ai nostri interessi, che sono però fondamentalmente influenzati da complessi algoritmi e da pubblicità a pagamento, rischiamo di non essere più confrontati con opinioni diverse dalle nostre. Ciò è problematico, ad esempio, in vista delle votazioni poiché è solo conoscendo tutti i punti di vista e pesando i vari argomenti che è possibile formare liberamente la propria opinione. Un servizio pubblico radiotelevisivo presente sui vari canali dove si formano le opinioni è dunque fondamentale poiché garantisce non solo un'informazione corretta e neutrale sulle votazioni ma anche la formazione delle opinioni.
Di Valeria Camia