Quanto è giovane la RSI? È sempre più attuale il dibattito sulla capacità del servizio pubblico radiotelevisivo di interessare i Millennial e tutte le generazioni dopo di loro. Domandarsi quali proposte pensate per gli adolescenti, ventenni e trentenni sono presenti nei palinsesti, cosa manca e cosa potrebbe essere migliorato è necessario per garantire un’informazione di qualità, per contenere l’avanzata del web e dei social e per adempiere a quanto richiesto dalla stessa concessione federale, che chiama le unità aziendali della SSR a rivolgersi a tutte le fasce della popolazione.
Su questo tema, la CORSI ha raccolto, tramite un sondaggio online tra giugno e luglio, circa una cinquantina di risposte: testimonianze, critiche e spunti per rendere radio e TV attrattivi anche per i nativi digitali.
La prima riflessione, che segue dalle risposte giunte alla CORSI, è che la RSI non fa abbastanza per coinvolgere i giovani. Non solo: chi ha preso parte al sondaggio online ha espresso anche la difficoltà di riconoscere cosa esattamente, tra quello che viene proposto dal servizio pubblico, sia rivolto specificatamente alle nuove generazioni.
Un’ulteriore riflessione riguarda la questione dei contenuti che i programmi destinati ai giovani dovrebbero proporre: dalle risposte emerge che il servizio pubblico radiotelevisivo dovrebbe parlare a ragazzi e adolescenti di tematiche importanti e “impegnate” come ambiente e educazione – un dato che si scontra con il luogo comune secondo il quale i giovani sono interessati principalmente a temi leggeri, lo sport e il tempo libero.
Se il contenuto da proporre ai Millennial e ai nativi digitali può – anzi dovrebbe, secondo quanto emerge dai dati raccolti – toccare questioni “importanti” e attuali, le modalità per parlare alle nuove generazioni devono essere adatte al pubblico di riferimento, pur senza scadere in proposte che rischiano di banalizzare i contenuti. Chi ha partecipato al questionario della CORSI non sembra aver dubbi: servono format di intrattenimento che prevedono giochi e quiz. C’è chi suggerisce di continuare, per i più piccoli, con programmi come “Colazione con Peo” e di inserire, per gli adolescenti, trasmissioni che comportano attività e gare e dove i protagonisti sono proprio loro, i giovani. Un esempio concreto? La proposta di una sorta di “cuochi d'artificio” con due squadre composte da ragazzi e ragazze che, con l’ausilio di uno chef, si sfidano in ricette che potrebbero poi riproporre ai familiari o anche ai coinquilini!
Certo non tutto è da re-inventare. Alcuni programmi per i giovani ci sono già nel cassetto della RSI, ma andrebbero rivisti, rivisitati e offerti in chiave nuova, fresca e adatta ai nativi digitali. Questo punto riguarda anche Rete Tre… Stando a quanto emerge dal sondaggio CORSI, pur a fronte delle interessanti proposte rivolte alle nuove generazioni, il canale radio della RSI destinato al pubblico più giovane dovrebbe prevedere maggiore partecipazione dei “diretti interessati” nei programmi. Inoltre, pesa la mancanza del ricambio generazionale tra coloro che lavorano al palinsesto radiofonico (“Gli speaker dovrebbero essere più giovani per riuscire a raggiungere i loro coetanei”).
In definitiva, le risposte di chi ha partecipato al sondaggio CORSI mettono in luce la consapevolezza di quanto la diffusione del web stia sempre più “allontanando” i giovani da tv e radio. Tuttavia, non sono pochi coloro che si dicono fiduciosi e credono che la creazione di programmi ad hoc per e con i ragazzi e le ragazze rimanga una strategia da perseguire per provare a centrare l’obiettivo, quello di un servizio pubblico radiotelevisivo che sia seguito anche dalle nuove generazioni.
I grafici completi dei risultati del sondaggio sono disponibili qui.