Pandemia, salute, medicina e servizio pubblico dei media: ecco il secondo contributo del format-CORSI per le interviste fatte a giovani studenti di medicina, medici e professori universitari del settore. Vi proponiamo la riflessione di Margot Arfuso, 21 anni, studentessa ticinese di medicina all’Università di Genova. È al terzo anno e viene da Lugano.
Il servizio pubblico della RSI offre programmi radio e televisivi e prodotti web/social su una vasta gamma di tematiche tra cui, naturalmente, la medicina/salute. Quali programmi guardi?
Personalmente non guardo molto frequentemente la televisione svizzera, salvo programmi come “Falò” e “Patti chiari” che trovo particolarmente interessanti. Ho seguito con mia madre “Con Voi” perché è stata intervistata e di programmi più “generali” guardavo ogni tanto “60 minuti”: questo programma a tema politico con vari esponenti dei partiti giovanili secondo me è molto accattivante. Non sono una spettatrice costante, i miei genitori guardano i programmi della RSI più assiduamente rispetto a me. Seguo ben volentieri SPAM, credo sia un modo infallibile per attirare i giovani viste le tematiche di attualità che vengono affrontate; credo inoltre che, essendo fortemente interattivo e interpellando persone “comuni” al di fuori dell’ambiente politico/istituzionale, sia la modalità giusta per coinvolgerci e raggiungerci. È un ottimo specchio dell’opinione pubblica soprattutto quella giovanile, permette di sapere come la pensano questi ultimi.
A tuo modo di vedere, i programmi che parlano di salute sono sufficienti?
Credo che sarebbe necessario sensibilizzare ulteriormente la popolazione a scopo preventivo sulle patologie più comuni e sulle misure di prevenzione annesse. Almeno sulle malattie ad alta incidenza e condizionabili dalle nostre abitudini di vita (alimentazione, attività fisica, eliminazione fattori di rischio), oppure anche sulle procedure standard di pronto intervento (medicazione delle ferite, primo soccorso…).
Il covid-19 è ormai (e aggiungerei “purtroppo”) un tema all’ordine del giorno. Durante il suo corso, hai trascorso più tempo a Lugano o a Genova? Con quali canali ti informavi sulle novità e sulle direttive in merito al coronavirus?
A causa del Covid e delle restrizioni italiane (giuste e tempestive) ho seguito la didattica a distanza da casa mia a Lugano. Mi sono informata come sempre attraverso i giornali, telegiornali e programmi televisivi. Tutt’ora per tenermi aggiornata rispetto a ciò che accade in Svizzera leggo “tio.ch” e “il Corriere del Ticino” online e seguo le direttive emanate dalla Confederazione in diretta TV.
Trovi che la gamma di programmi di salute offerti dalla RSI e quelli offerti dalle altre radiotelevisioni (quella italiana per esempio) siano simili? Quali reputi migliori e perché?
Non sono in grado di fornire un vero e proprio paragone perché di programmi di salute della RSI, come detto, ne ho visti pochi. Posso però dire che quelli proposti dalla televisione italiana sono stati trasparenti e tempestivi nella diffusione, hanno divulgato le informazioni ovunque: autobus, cartelloni, spot, scuole e aziende. Io, vista la facoltà scelta, ho avuto modo di approfondire la materia in tutti i miei corsi (genetica, immunologia, microbiologia…), inoltre ho potuto informarmi su tutte le scoperte in merito al vaccino e le indicazioni riguardo le strategie di prevenzione, la situazione degli ospedali e così via.
Domanda più generale: durante il periodo universitario immagino trascorrerai la maggior parte del tempo a Genova. Quando non sei in Ticino, ti interessa comunque informarti di quanto accade qui o sei interessato unicamente a ciò che accade dove abiti ora? Tramite quali canali ti informi? (Radio, TV, Social…)
Assolutamente sì! Come già citato, lo faccio prevalentemente tramite social e giornali online. Ritengo sia mio dovere morale e civico informarmi in merito a ciò che accade in Ticino, anche perché voto sempre. È quindi giusto che io sappia di cosa si discute e quali siano le posizioni dei partiti in merito alle votazioni, per potermi costruire un’idea che si basi su più spunti, diversi tra loro.
Di Daniela Beretta