Con l’avvento delle nuove tecnologie e la rivoluzione digitale, le notizie si divulgano sempre più rapidamente; ciascuno di noi può dire quello che vuole e raggiungere facilmente migliaia di altre persone. Ma siamo davvero sicuri che tutto ciò che leggiamo sia veramente affidabile e veritiero? Per rispondere a questa domanda, occorre sviluppare un’attitudine critica nei confronti delle notizie che quotidianamente ci vengono presentate. Come? Iniziando a sensibilizzare coloro che sono (ma soprattutto saranno) i fruitori della radio e della televisione: i giovani.
La CORSI ha sviluppato, insieme a Consultati SA (società di Taverne che si occupa di progettazione in ambito sociale, del territorio e dell’ambiente), un progetto che mira a promuovere l’importanza del servizio pubblico tra i giovani, a far maturare una consapevolezza per quanto riguarda la qualità delle informazioni e a far riflettere sull’origine delle notizie in un’epoca di cambiamenti tecnologici: il progetto Sarà vero?. Lo scopo è quello di mettere a tema con gli studenti delle scuole medie e medie superiori del Canton Ticino e del Grigioni italiano la complessità della creazione di informazioni di qualità, scoprendo cos’è e qual è il ruolo della CORSI e favorendo una maggior difesa nei confronti delle cosiddette fake news.
Per quanto riguarda i formatori del progetto, oltre alla CORSI, è il personale di Consultati SA che, con la sua esperienza didattica, conduce nella pratica le attività in classe.
Durante il periodo aprile-maggio 2019 è stato discusso, sia con il DECS che con i docenti interessati, di come si sarebbe potuto affinare il programma secondo le esigenze del mondo scolastico. Una volta identificate le scuole aderenti e le relative classi (quattro per la fase pilota), è stato chiesto ai docenti di distribuire agli studenti un sondaggio: lo scopo era quello di capire quali fossero le loro conoscenze in merito al mondo dei media e al servizio pubblico, proprio in vista dell’inizio del progetto (fase avvenuta, coinvolgendo quattro classi di IV media della Svizzera italiana, nel periodo ottobre 2019-febbraio 2020). L’attività in classe era composta da tre moduli di due unità didattiche (UD da 45 minuti) ciascuno, per un totale di 6 UD. Le attività sono state svolte all’interno di lezioni ordinarie di materia. Nello specifico i tre moduli erano:
- Le notizie, tra verità e manipolazione
- Dare la notizia
- Ciak si gira!
Nel primo modulo sono stati discussi i risultati del sondaggio e sono stati approfonditi alcuni aspetti: cos'è una notizia? Come nasce? Che tipo di notizie vedo di solito? Cosa rende una notizia attrattiva? Cosa la rende credibile? Inoltre, è stata discussa l’importanza del servizio pubblico, di cosa fosse il sistema di finanziamento e dei compiti di RSI e CORSI. Un esercizio pratico ha poi permesso agli allievi di riflettere sugli elementi di una notizia che permettono di valutarne la veridicità e accuratezza.
Il secondo modulo aveva come scopo quello di rispondere alla domanda “cosa c’è dietro una notizia?” e per farlo gli studenti sono stati divisi in gruppi di lavoro. Ciascun gruppo ha dovuto mettendosi nei panni di un giornalista, con obiettivi specifici e provare a creare una notizia sulla base di informazioni iniziali. Il risultato poteva essere un testo (articolo di giornale online), un post, un video o un audio.
Durante il terzo ed ultimo modulo, gli allievi hanno potuto presentare i risultati del gioco/lavoro di gruppo; è seguita una discussione basata sulla griglia di osservazione del Consiglio del Pubblico.
In questo modulo, per l’edizione pilota, erano presenti anche un giornalista e un videomaker della RSI.
Una volta terminate le attività con tutte le classi (febbraio 2020), è stato chiesto ai partecipanti di rispondere a delle domande di valutazione dell’attività, nonché sono state riproposte alcune delle domande del primo sondaggio, di modo da poter verificare cosa fosse cambiato grazie al progetto. Dopo la ricezione delle domande, sono state eseguite delle analisi dei risultati e una valutazione di bilancio.
In seguito alla “fase pilota” condotta nell’anno scolastico 2019-2020 con quattro classi di IV media, si sono potuti affinare i materiali e la struttura del progetto. Sarà vero? è stato così riproposto tramite un’e-mail inviata in ottobre 2020 a circa una ventina di scuole medie e medie superiori del Canton Ticino e Grigioni italiano: le classi che hanno aderito sono state 43 (con alcune richieste inevase per budget esaurito). L’interesse degli studenti e delle scuole verso il progetto è stato notevole.
Ciò che è emerso da coloro che hanno seguito in prima persona il progetto presentandosi nelle classi è che, in via generale, che: gli allievi delle scuole non conoscono l’esistenza della CORSI e pochi sono coscienti della differenza tra il servizio pubblico e non (media privati o news di internet, anche da fonti non attendibili); i ragazzi tendono a fidarsi di quello che leggono su internet e non si pongono troppe domande (è quindi giusto dare importanza alla critica); generalmente i giovani non si informano molto tramite i canali ufficiali.
Per quanto riguarda l’opinione dei docenti e quindi l’interesse di aderire al progetto, è emerso che tutti i professori sono coinvolti e vogliono investire in Sarà vero?, dedicando anche molte delle proprie ore di classe, non solo perché utile e necessario a loro parere, ma anche perché in linea con il programma e le esigenze scolastiche.
Chiara Bramani, collaboratrice di Consultati dal 2014, è la responsabile del progetto Sarà vero?. Le abbiamo chiesto si spiegarci il progetti svolti dal 2019 e di trarre un bilancio generale.
Differenze tra progetto pilota e progetto 2020-2021: è stato fatto tutto come previsto? Cosa è stato modificato nell’edizione 2020/2021 rispetto alla 2019/2020?
Grazie al testing abbiamo potuto migliorare le tempistiche, gli esempi di fake news (capendo quali interessano maggiormente e su quali elementi è meglio riflettere di più...), migliorare le dinamiche del gioco di ruolo. Inoltre, sul 2020-21 non è stato svolto il questionario che era invece funzionale alla fase pilota (anche se comunque sono stati raccolti i commenti e le osservazioni man mano, nonché si è preso nota dei pareri dei docenti).
Bilancio finale alla soglia della terza edizione: per rendere il progetto ancora più incisivo, cosa andrebbe modificato? Il numero dei moduli, la lunghezza degli interventi, la pubblicità…
Se ci sarà il coinvolgimento effettivo del CERDD che si occuperà di una “mini formazione/informazione” iniziale riguardo al progetto nei confronti dei docenti partecipanti, i moduli in classe potrebbero ridursi a due: durante il primo modulo viene introdotto il tema con esempi (e con la possibilità di usare come supporto anche il gioco didattico Sarà vero? in fase di testing fino a dicembre), viene presentata la CORSI e il servizio pubblico e viene lanciato il gioco di ruolo al quale gli allievi aderiscono divisi in gruppi. Tra il modulo 1 e il modulo 2 gli allievi lavorano in gruppi producendo le notizie che sono il risultato del gioco di ruolo e le presentano durante il modulo 2, condividendo e discutendo i risultati, con riflessioni sul ruolo del Consiglio del pubblico della CORSI.
Personalmente, pensi che potrebbe essere interessante aggiungere studenti più grandi/più piccoli? (naturalmente modificando il metodo in base alle esigenze).
Più piccoli no: per le medie vale la pena presentare il progetto agli allievi di IV media perché il tema aderisce bene al programma scolastico. Nelle professionali il progetto è molto apprezzato in abito di cultura generale perché è un tema che viene trattato e docenti e studenti sembrano inoltre gradire la formula (peraltro molto flessibile a seconda della classe che ci si trova di fronte).
Perché i ragazzi credono a tutto ciò che gira sul web? C’è un modo che permette di trattare in modo più continuo l’argomento dell’attendibilità delle fonti?
... domanda da un milione di dollari! Tra le tante ragioni: in generale si tratta di una generazione immersa nelle dinamiche "social" che facilitano la condivisione e spesso anche la snazionalizzazione delle notizie; chi fa fake news diventa sempre più astuto e bravo a carpire l’attenzione; profilazione sempre più affinata: i nostri dispositivi (telefono, tablet, computer...) ci conoscono benissimo e sanno cosa vogliamo sentirci dire o cosa ci interessa / ci incuriosisce. Ci propongono quindi notizie e informazioni sempre più in linea con il nostro profilo e questo rafforza la nostra visione parziale del mondo, con il rischio che sia una visione appunto di parte o manipolata da altri. Infine, tutti possono pubblicare, e questa “esplosione” del numero di fonti di informazioni complica il capire chi sia affidabile e chi no (30 anni fa c’era il giornale, il telegiornale, il vicino di casa... adesso tutti possono pubblicare).
Il progetto del futuro: come vedi il progetto nel futuro?
Allargare la proposta a tutte le scuole della svizzera italiana. Ottimizzare la procedura di iscrizione. Sfruttare materiali sempre più affinati e le nuove risorse didattiche (ad esempio il gioco Sarà vero?).
Di Daniela Beretta