L’impetuoso vento della pandemia non ha spento la fiamma de La gioventù dibatte, animata nel difficile anno scolastico da docenti entusiasti, che hanno avvicinato numerosi allievi alla pratica del dibattito democratico in classe.
Venerdì 21 maggio, all’Auditorium della Scuola cantonale di commercio a Bellinzona, si sono disputate le finali del concorso cantonale delle scuole medie e medie superiori, che costituisce l’aspetto competitivo di un progetto prevalentemente educativo, che mira a creare una cultura del dibattito, strumento essenziale della democrazia, nella scuola e nella società. Il progetto è sostenuto anche dalla CORSI.
Le fasi di qualificazione, svoltesi online il 29 marzo per le medie superiori e in presenza il 10 maggio per le medie, ha registrato la partecipazione di 33 coppie di 15 sedi scolastiche, con il coinvolgimento di 30 docenti e 600 allievi.
La coppia Antonio Martignoni e Manu Cristini del Liceo di Bellinzona - opposta a Claudia Picozzi e Cloe Compagnoni del Liceo di Lugano 2 – ha vinto il titolo nella categoria scuole medie superiori. Hanno dibattuto su uno dei temi in votazione il prossimo 13 giugno: Si deve sostenere l’iniziativa popolare federale Acqua potabile pulita e cibo sano?
Nelle scuole medie si è imposta la coppia Lara Schmidt e Sofia Nobile di Tesserete, che si è confrontata con Matilda Meneghetti e Selena Inaudi di Lugano Besso sul tema controverso e d’attualità: Si devono porre dei limiti alla libertà di espressione sui social media?
Prima della cerimonia di premiazione, hanno portato il saluto dell’autorità scolastica e politica Emanuele Berger, direttore della Divisione Scuola e coordinatore del Dipartimento educazione cultura e sport, e Nicola Pini, presidente del Gran Consiglio.
Educazione e competizione non sono forzatamente in antitesi. Uscire dal guscio della propria aula scolastica per confrontarsi con studenti di altre sedi amplia gli orizzonti, permette di conoscere altre persone e questo è già di per sé un arricchimento sul piano dell’esperienza umana. Inoltre, la competizione stimola a dare il meglio di sé, sia nell’approfondimento dei contenuti da dibattere sia sul piano dell’espressione linguistica. Le finali del concorso, di ottimo livello, hanno confermato tutto questo ai presenti e in particolare alla giuria composta da Daniele Bianchetti, Reto Ceschi, Katya Cometta, Orazio Dotta e Monica Piffaretti.
Non c’è democrazia senza dibattito
«La democrazia non cade dal cielo» è il motto de La gioventù dibatte ed è anche un monito. Lo storico Eric Hobsbawm nel «Secolo breve» ci rende attenti che la democrazia non è un sistema politico acquisito per sempre, ma è perennemente minacciata, da nemici interni ed esterni e quindi va costantemente preservata. La gioventù dibatte, puntando sull’educazione dei giovani al dibattito pubblico, fornisce un contributo concreto alla difesa della democrazia. Perché non c’è democrazia senza dibattito e la qualità della democrazia si misura dalla qualità del dibattito pubblico.
Dibattere non significa solo aprire la bocca e parlare, di qualsiasi cosa, con spocchia. Il confronto dialettico, che noi proponiamo ai docenti e agli studenti, richiede impegno, serietà, lavoro. Implica innanzitutto la ricerca di informazioni, la verifica delle fonti, l’organizzazione di queste conoscenze e la costruzione di argomenti razionali fondati sui fatti. Successivamente la capacità di esporre la propria posizione argomentando in modo chiaro, con un lessico appropriato e una sintassi irreprensibile, nel rispetto e nell’ascolto attivo dell’altro.
Questo percorso permette un’autentica educazione del giovane alla cittadinanza democratica, responsabile e attiva.
Proprio l’importanza che La gioventù dibatte accorda alla ricerca delle informazioni e alla qualità delle fonti ne fa un progetto che valorizza il servizio pubblico. Da qui nasce il sostegno e l’attiva collaborazione con la CORSI, che si declina in alcuni progetti concreti, tra cui i dibattiti svoltisi al Liceo di Locarno e questa rubrica. Sarebbe interessante poter estendere il raggio di azione di attività e programmi sul territorio cantonale, non solo fra i giovani.
di Chino Sonzogni, responsabile La gioventù dibatte per la Svizzera italiana