L'Osservatore Democratico promuove il ciclo di eventi online "La democrazia alla prova del populismo", che toccano tematiche legate anche al servizio pubblico radiotelevisivo. abbiamo intervistato il presidente, Alessandro Simoneschi.
Come si inserisce il tema del ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo nella serie di eventi “La democrazia alla prova del populismo”?
“Se parliamo di populismo e comunicazione politica non possiamo non soffermarci sul ruolo del servizio pubblico. Il populismo non cessa mai di influenzare la vita democratica, per esempio con la diffusione di informazioni non verificate. Sapendo quindi che la democrazia si nutre di informazioni, è inevitabile capire oggi quale sia il ruolo del sistema radiotelevisivo in Svizzera. Secondo quanto emerso dai nostri eventi, la risposta non può che essere positiva: professionalità e qualità permettono di affermare che il servizio pubblico costituisce – insieme ai media privati – un pilastro a cui i cittadini possono riferirsi per formare propria opinione in maniera oggettiva e razionale. Soprattutto in Svizzera, dove le votazioni sono frequenti e l’informazione di qualità è utile per capire quali siano le questioni poste e quale sia la portata delle differenti decisioni. Questo aspetto è emerso anche dall’esperienza di Andrea Vosti, giornalista RSI già corrispondente dagli Stati Uniti, protagonista del primo incontro del ciclo di eventi: la sua testimonianza sulla presidenza Trump ha messo in luce le incoerenze e i limiti di un sistema che se gestito in maniera scorretta porta a mettere in pericolo la democrazia stessa”.
Uno degli appuntamenti (il 17 marzo) ha visto come ospite il presidente della CORSI Luigi Pedrazzini, che ha parlato dell’esempio ticinese e del ruolo della RSI. Quali gli elementi di interesse emersi sull’importanza di un servizio pubblico forte per la difesa della democrazia?
“Il tema della democrazia alla prova del populismo non è nuovo in Ticino, è noto da anni. Il presidente della CORSI ha riaffermato la centralità del servizio pubblico radiotelevisivo in Svizzera, non solo per i servizi che offre nella ricerca della verità e agendo secondo principi di trasparenza, ma anche perché la SSR – a differenza di altri servizi pubblici europei – svolge in Svizzera un ulteriore fondamentale ruolo: rafforza la coesione tra le varie regioni linguistiche. Tramite il sistema della chiave di riparto dei proventi del canone si può infatti offrire la stessa qualità in tutto il Paese”.
Il 21 aprile è in programma un terzo incontro, in cui la professoressa della facoltà di comunicazione dell’USI Anna Picco Schwendener rifletterà sull’impatto dei social media nella manipolazione della volontà popolare, con particolare riferimento ai giovani. Quali i quesiti e gli spunti di discussione che saranno affrontati?
“Dopo una prima serata sull’esperienza americana e una seconda serata, che ha offerto una retrospettiva sulla vita politica ticinese e un chiaro punto fermo sul ruolo del servizio pubblico, il prossimo appuntamento si concentra sui nuovi media e sui giovani. I social media rappresentano ormai un elemento imprescindibile nella comunicazione politica e nella formazione dell’opinione pubblica, impattando di conseguenza sulla democrazia. Il loro uso non va demonizzato né osannato, ma occorre porsi la questione delle possibili manipolazioni dell’informazione che possono veicolare. Anche qui si torna all’importanza del servizio pubblico, in quanto specchio della società e argine alle derive populistiche che abbondano sui social”.
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