
La SSR, come prescritto dalla legge federale sulla radiotelevisione (LRTV), si impegna a rendere accessibili i propri programmi agli utenti con disabilità uditive, visive o intellettive. Grazie a questa idea di democratizzazione del servizio pubblico sono stati creati supporti quali i sottotitoli, la lingua dei segni, le audiodescrizioni o la lingua facile per rendere l’offerta del servizio pubblico più accessibile. Proprio su questo tema la SSR Svizzera italiana CORSI organizzerà una tavola rotonda, il prossimo 8 aprile alle 18:30 presso la sala dell’Ex Asilo Ciani di Lugano, a cui parteciperà anche UNITAS, da anni impegnata a sostegno delle persone cieche e ipovedenti. Tra i vari servizi svolti per gli utenti con disabilità visive c’è anche la biblioteca Braille e del libro parlato, gestita da Franca Taddei che abbiamo avuto il piacere di intervistare.
Cara Franca, da quanti anni ti occupi di gestire la biblioteca Braille presso UNITAS? Cosa ti ha spinto a lavorare in questo settore?
Sono arrivata all’Unitas e in particolare al Centro di Produzione della Biblioteca Braille e del libro parlato - dove grazie alla collaborazione di una sessantina di volontari si registrano libri, riviste e tutto il materiale audio per l’Associazione - nel 2007. Sono stata nominata Responsabile del Servizio 5 anni dopo, nel 2012. Ho iniziato come lettrice volontaria; avevo già fatto esperienze con la voce quando studiavo Romanistica a Zurigo, mi ha sempre appassionata. Grazie a Unitas ho potuto seguire un corso di lettura con Ketty Fusco, che allora teneva corsi per la nostra Associazione, ho poi frequentato per interesse personale un corso di doppiaggio a Milano per due anni. Prima di arrivare all’Unitas lavoravo come ricercatrice presso l’Osservatorio linguistico della Svizzera italiana ma dopo 7 anni avevo bisogno di un cambiamento professionale e lavorare al Centro di Produzione mi permetteva da un lato di continuare a coltivare la mia passione per la lingua e la letteratura italiana, dall’altro di avere contatti umani estremamente arricchenti (mi riferisco alle lettrici e ai lettori volontari).
La biblioteca offre numerosi strumenti per gli utenti ciechi o ipovedenti per non restare esclusi dal mondo dell’informazione, della cultura e dell’intrattenimento. Ci puoi elencare quali sono i principali servizi che offrite?
Devo dire, prima di tutto, che il Servizio Biblioteca è solo uno dei Servizi della Unitas; è anche grazie all’operato delle colleghe e dei colleghi del Servizio tiflologico (che sono a diretto contatto con gli utenti), del Servizio informatica e mezzi ausiliari, e del Servizio Giovani di Unitas, che possiamo permettere alle persone cieche e ipovedenti di non essere escluse dal mondo dell’informazione e della cultura. La collaborazione tra i servizi è costante ed è fondamentale. Per quel che concerne la biblioteca, oltre alla lettura di libri e riviste e alla produzione della rivista parlata ufficiale della Unitas, L’Arcobaleno (a cadenza trimestrale), la Biblioteca offre un servizio chiamato Prontoaccesso. Se un utente ha bisogno di una lettura in particolare, di una stampa in Braille, di trasferire materiale audio su un supporto (CD o SD card), di un testo a grandi caratteri, fa capo al nostro ufficio. Dall’inizio degli anni ’90 , grazie anche alla collaborazione di alcuni nostri associati, esiste poi l’Edicola elettronica, in tedesco Kiosk, che permette alle persone cieche e ipovedenti di leggere numerose testate svizzere. I due principali quotidiani ticinesi (Corriere del Ticino e LaRegione), così come il settimanale Azione (Migros Ticino), possono essere ascoltati sull’Edicola elettronica, con sintesi vocale, (una voce sintetizzata che oggi quasi non si distingue da quella umana se non per la prosodia). Grazie poi alla proficua collaborazione con la RSI, siamo in grado di segnalare le date dei film e dei documentari con audiodescrizione, un servizio molto apprezzato dai nostri utenti. Aggiungo da ultimo che anche le persone dislessiche hanno diritto a richiedere i nostri audiolibri e non solo: grazie alla collaborazione con le Biblioteche romande e con Zurigo, è stata sviluppata un’App pensata proprio per loro. Tale applicazione permette di ascoltare i libri con sintesi vocale e di seguire il testo mentre la voce legge. Le parti di testo vengono evidenziate e l’utente può ingrandire il testo, spaziarlo maggiormente ecc. Questo progetto, che come si può intuire è estremamente utile per i ragazzi dislessici e quindi per le scuole, viene seguito dal nostro Servizio Giovani.
Oltre ai volumi in scrittura braille, numerosi sono i testi – siano essi romanzi o articoli di riviste o giornali – che proponete in versione audio per i vostri utenti. Come vengono prodotte queste tracce e quali sono i contributi legati al mondo dell’informazione disponibili nella vostra biblioteca?
Possediamo poco più di 700 libri in Braille (invero sempre meno richiesti), poco più di 800 libri a caratteri ingranditi (per persone ipovedenti) e quasi 9’000 audiolibri su CD che possono essere scaricati dal nostro catalogo, dalla nostra App (per chi ha dimestichezza con l’informatica) oppure richiesti su CD o su schedina memoria (SD-card) per i meno tecnologici. La registrazione dei libri e delle riviste avviene nelle cabine del Centro di Produzione; come detto abbiamo una sessantina di lettori e ognuno di loro ha il proprio turno di lettura. Una volta terminato e corretto il libro, questo viene convertito in Daisy mp3, un formato specifico per le persone cieche che permette loro di ascoltare il libro aggiungendo un segnalibro, accelerando o decelerando il parlato, di avanzare o retrocedere nel testo, insomma, permette di fruire del libro come lo fa un vedente con un libro cartaceo. Per il mondo dell’informazione, oltre alla già citata Edicola Elettronica, puntiamo soprattutto sulla tecnologia visto che i canali sono moltissimi. Se una persona gravemente ipovedente o cieca impara ad utilizzare il pc e lo smartphone, ne trae enormi vantaggi. Penso in particolare ad applicazioni per Smartphone che permettono di leggere testi o di riconoscere oggetti, paesaggi o fotografie. Va anche detto che la nostra è una Associazione di auto-aiuto quindi chi è particolarmente bravo con la tecnologia aiuta altre persone ad utilizzarla e questo è un aspetto fondamentale.
Il mondo dei media, ma soprattutto quello dell’informazione, si sta ponendo sempre più spesso la questione dell’inclusività e dell’accessibilità. Come valuti l’offerta del servizio pubblico per gli utenti con disabilità visive?
Questa è una domanda che andrebbe rivolta agli utenti; so che molti di loro hanno ancora grosse difficoltà a muoversi all’interno del sito della RSI (parlo di utenti che usano normalmente il pc e lo smartphone), ma bisogna anche dire che negli ultimi anni la RSI ha fatto enormi passi avanti, facilitando l’accesso anche alle persone con difficoltà di lettura, chiedendo costantemente il parere dei nostri utenti, organizzando incontri per avere il loro parere e il loro riscontro. So, per esempio, che alcuni soci utilizzano con grande soddisfazione l’App PlayRSI.
Fermo restando che non posso parlare per gli utenti sono dell’idea che il servizio pubblico stia facendo moltissimi sforzi per facilitare alle persone con handicap l’accesso all’informazione. Penso, tra le altre cose, allo studio commissionato dall’UCBC (Unione Centrale Svizzera per il Bene dei Ciechi) e dalla SRG-SSR sulle offerte audiovisive mediatiche nazionali per persone con disabilità di lettura, i cui risultati sono stati pubblicati nel mese di giugno dell’anno scorso.
Le audiodescrizioni sono sicuramente dei supporti utili per permettere a persone con disabilità visive di poter seguire le trasmissioni televisive. È uno strumento molto utilizzato tra gli utenti? O tendenzialmente si informano attraverso la radio o podcast?
Anche in questo caso per me è difficile rispondere perché la domanda andrebbe rivolta ai diretti interessati; credo tuttavia di non sbagliarmi se dico che il primo canale utilizzato dalle persone cieche è la radio. Io non lavoro a contatto con gli utenti ma so che molti, se accendono la TV, guardano il Telegiornale o il Quotidiano, anche perché, trattandosi di informazione, l’immagine non è fondamentale come potrebbe esserlo per un film. Sulla questione podcast non saprei dire, è certo un canale ideale per le persone che non ci vedono ma, come sappiamo, dipende molto dall’età anagrafica. Secondo me il podcast è più utilizzato fra i giovani e non dobbiamo dimenticare che i problemi di vista, soprattutto quelli gravi come l’ipovisione o la cecità, nella maggior parte dei casi subentrano in età avanzata, anche oltre gli 80 anni.
La tecnologia negli ultimi decenni? ha portato a cambiamenti importanti nella fruizione dei media, che fino a qualche anno fa erano difficilmente immaginabili. Ci sono stati degli sviluppi significativi anche per gli utenti con difficoltà visive? Quanto è cambiato in questi anni il loro modo di fruire dell’offerta mediatica?
Dal mio ‘osservatorio’ posso parlare degli enormi vantaggi che ha portato la tecnologia in generale, non nella fruizione dei media in particolare; penso alla digitalizzazione, al fatto che siamo passati dalla scrittura Braille alla bobina, dalla bobina all’audiocassetta e dall’audiocassetta al CD. Oggi ci poniamo un altro problema: l’uso dei CD; fino a quando saranno disponibili? Per quanto tempo potremo ancora utilizzarli? È una tematica importante, se pensiamo che la maggior parte dei nostri utenti richiede ancora il libro su questo supporto. Abbiamo già individuato un apparecchio che potrebbe sostituirlo e, in collaborazione con le altre biblioteche per ciechi svizzere, in particolare quella di Zurigo, stiamo realizzando dei test per capire la fattibilità di questo progetto. Un tempo, se un cieco voleva ascoltare un libro, doveva richiedere l’audiocassetta, aspettare che arrivasse per posta con la speranza che il nastro non fosse danneggiato e poi rispedirla affinché fosse disponibile per altri. Oggi, se è in grado di usare il pc o lo smartphone, scarica autonomamente i libri dal nostro catalogo o dalla nostra App. Alla stessa stregua possiamo immaginare che anche la fruizione dei media e più in generale l’accesso all’informazione, grazie agli sviluppi tecnologici, sia oggi molto più semplice e immediata. Il problema più grosso, a mio modo di vedere, è che gli anziani di oggi non sono cresciuti in un mondo tecnologico quindi per loro diventa ancora più difficile; se a questo si aggiunge l’handicap della vista, la cosa diventa ancora più complicata.
Sui quesiti proposti a Franca Taddei a molti altri cercheremo di dare una risposta alla tavola rotonda del prossimo 8 aprile, ascoltando quelle che sono le necessità verso il servizio pubblico da parte degli utenti e degli addetti ai lavori. Vi aspettiamo numerosi!
Di Marco Ambrosino, Segretariato SSR.CORSI