Anziani e nuove tecnologie. Un binomio che oggi pone molti interrogativi agli operatori della comunicazione e che è stato posto al centro dell’incontro di ieri pomeriggio allo Studio 2 della RSI a Lugano Besso, organizzato da RSI e CORSI, e moderato da Antonio Bolzani.
di Francesca Monti, corrispondente del Giornale del Popolo
Ma chi sono oggi gli anziani? Una categoria sempre più difficile da definire, secondo il direttore di Pro Senectute Ticino e Moesano, Gabriele Fattorini: questa fascia di età include infatti due generazioni, gli over 65, da poco in pensione, e gli ottanta e novantenni. Persone (e pubblici) con bisogni e competenze in ambito digitale molto diversi.
La Responsabile del Dipartimento Programmi e Immagine RSI Milena Folletti ha precisato a questo proposito che la RSI non produce più programmi “per anziani”: un’etichetta che rischia di ghettizzare ed escludere chi non parla la «quinta lingua della tecnologia». L’innovazione è resa oggi accessibile dal servizio pubblico soprattutto in due modi: attraverso programmi “intergenerazionali”, come le produzioni basate sui materiali delle Teche RSI, di cui Matilde Gaggini Fontana ha mostrato alcuni preziosi esempi; oppure sensibilizzando chi lavora ai programmi sulla necessità di spiegare il lessico tecnologico di volta in volta impiegato.
In un panorama in cui gli over 65 guardano la TV in media per più di tre ore al giorno, mentre bambini e giovani per circa 18 minuti (spostandosi poi su altri schermi), il servizio pubblico ha il compito di garantire a tutti e su tutti i canali l’accesso ai suoi contenuti.
Impossibile, dunque, tacere in merito all’iniziativa No Billag, dal momento che i costi del canone sono motivati anche dagli investimenti che la RSI fa in direzione di questa accessibilità, come ricordato da Folletti. La segretaria generale CORSI Francesca Gemnetti proprio in apertura ha voluto ricordare come la RSI sia «un patrimonio per tutta la Svizzera italiana» che cesserebbe di esistere qualora No Billag avesse la meglio in Svizzera o nel nostro Cantone e che «non ci sarebbe un’alternativa praticabile se il canone fosse bocciato».
Dalle domande del pubblico, sono emerse almeno altre due questioni di rilievo. In primis, la richiesta di “corsi di formazione” all’utilizzo dei nuovi media, a cui la RSI potrebbe dare un contributo. Dall’altro, la necessità di coinvolgere nella progettazione delle nuove applicazioni anche i futuri utenti: come è stato brillantemente osservato dal pubblico, «creare con e non per gli anziani».
Foto: copyright CORSI/D.Schnell