Tra pochi giorni la CORSI ospiterà Bice Curiger, per discutere di cultura, pari opportunità e servizio pubblico radiotelevisivo. Cosa ci si può aspettare dalla serata? Natascha Fioretti, volto conosciuto del giornalismo ticinese attiva per diverse testate culturali del Cantone, ci descrive le sue aspettative:
La CORSI sta portando avanti un ciclo su figure di donne leader. Cosa si aspetta da una serie di conferenze simili?
A livello internazionale stiamo assistendo ad un momento politico, sociale e culturale cruciale nel quale le donne stanno facendo la differenza, stanno dimostrando una grande forza e una grande lungimiranza su tematiche fondamentali.
Guardiamo soltanto agli Stati Uniti dove un numero record di donne ha conquistato il Congresso americano, dove la speaker della Camera Nancy Pelosi, prima donna della storia a rivestire questa carica e a guidare un partito politico in una delle Camere del Congresso, ha tenuto testa a Trump nello scontro sul finanziamento del muro e il conseguente shutdown. Pensiamo all'ondata bianca delle donne del partito democratico al discorso di Trump sullo Stato dell'Unione in ricordo del movimento delle Suffragette e all'immagine diventata virale della Presidente della Camera che in modo canzonatorio applaude Trump durante uno dei passaggi del suo discorso. E se guardo all'Europa non posso non pensare a quello che sta facendo una piccola, grande e incredibile donna come Greta Thunberg. Da questi incontri mi aspetto emergano anche questo spirito e questa visione d'insieme, che si trovi la chiave giusta per mettere in risalto il grande ruolo, la competenza e il coraggio che le donne oggi mettono in campo per una società e una politica migliori in Svizzera e altrove. Pensiamo soltanto alle iniziative in atto per promuovere la presenza delle donne in politica e penso all'iniziativa #iovotodonna promossa da FAFT Plus in Ticino e all'inizia Helvetia ruft! promossa in Svizzera interna da alliance f.
Se fosse Lei a intervistare un personaggio come Bice Curiger, cosa sarebbe curiosa di chiederle?
Il mondo di Bice Curiger è quello dell'arte: è stata la prima donna a curare la Biennale di Venezia ed è stata inserita tra le donne più potenti nell'arte in Europa. Intanto le chiederei come ha fatto ad affermarsi in un mondo che notoriamente in passato è stato a predominanza maschile. Negli anni 80' i curatori erano tutti uomini. Ricordo ancora quando il pittore e scultore tedesco George Baselitz in un'intervista al settimanale tedesco Der Spiegel, qualche anno fa ormai, disse “le donne non sono brave artiste e non sanno dipingere”. Il suo intento naturalmente era quello di provocare, mi chiedo però se sei anni dopo e all'indomani del movimento #MeToo un'affermazione del genere sarebbe ancora possibile. E poi le chiederei: “quanto contano le donne nell'arte oggi?”; “c'è una differenza nei numeri tra artiste e artisti, tra curatori e curatrici?” E, in ultimo, “cosa decreta oggi il successo di un artista?”.
Cosa si aspetta che riveli una donna simile della sua carriera? Cosa sarebbe bello sentire da parte sua?
Personalmente mi interessa la sua esperienza di direttrice artistica della Fondazione Vincent Van Gogh ad Arles e le chiederei in che cosa si differenzia dalle esperienze e dagli incarichi precedenti. È stata anche curatrice editoriale e cofondatrice della rivista Parkett nell'84', mi piacerebbe raccontasse la storia e l'atmosfera che si respirava a quel tempo e che l'ha portata a lanciare questa rivista e perché oggi non funzionerebbe più.
Nella sua esperienza professionale, ha visto le sue colleghe donna faticare particolarmente per riuscire a svolgere le loro mansioni? Il fatto di essere donna è ancora un problema oggi per l’ottenimento di certe cariche?
Basta fare un giro nelle redazioni dei quotidiani e settimanali di informazione svizzeri per rispondere a questa domanda alla quale rispondo con un'altra domanda: quanti direttori donna abbiamo?
Cosa può dare il servizio pubblico radiotelevisivo nella promozione dell’immagine della donna?
Da anni ormai dico che il servizio pubblico radiotelevisivo proprio per la natura del suo mandato e per le risorse delle quali dispone dovrebbe dare il buon esempio e mettere in campo una serie di best practice. Questo declinato su più livelli, penso a quello aziendale interno, alla programmazione e a contenuti web dedicati. Ho sempre ammirato la sezione online del Guardian dedicata alle donne che da qualche tempo comprende anche la sezione “Women in leadership”. Andrebbe creato un flusso, una narrativa costante che attraversa le varie piattaforme e canali di comunicazione della RSI e sia attento alla questione delle pari opportunità affrontandole con format e da punti di vista differenti. Gli eventi pubblici sono cosa buona e giusta ma da soli non bastano a promuovere un cambiamento culturale, sociale e politico profondo. Auspicherei, inoltre, dei dibattiti che possano coinvolgere anche i più giovani, la vera risorsa per un futuro inclusivo in cui la diversità non fa paura ma è vista come una risorsa. Penserei ad una serie di incontri con ospiti e moderatori delle nuove generazioni, millenials o post millenials. Ai leader di domani.
La CORSI ha tra i suoi compiti quello di raccogliere le attese dei radio e teleascoltatori verso il servizio pubblico radiotelevisivo. Quali pensa che possano essere le iniziative che la cooperativa potrebbe attuare per entrare in dialogo con l’utenza?
Mi sembra che la CORSI negli ultimi anni si sia mossa in diverse direzioni per riuscire a stabilire una più forte connessione con il pubblico radiotelevisivo. Punterei sicuramente su formule per coinvolgere attori giovani all'interno dei propri spazi di lavoro, confronto e dibattito, sia interno sia pubblico.
Intervista di Veronica Del Sindaco, Segretariato CORSI