Il Comitato del Consiglio regionale della CORSI (CCR), che durante questi ultimi due mesi si è riunito regolarmente in videoconferenza, ha incontrato oggi il direttore generale SSR Gilles Marchand e il direttore regionale RSI Maurizio Canetta.
Il CCR ha innanzitutto preso conoscenza delle informazioni del direttore generale relative al comportamento della SSR durante la pandemia. Ha espresso il proprio apprezzamento per l’effettiva capacità dimostrata dalla SSR, e sul piano regionale dalla RSI, di rispondere rapidamente e con professionalità alle sfide poste dall’emergenza, assicurando, malgrado le grandi difficoltà dettate dalla preoccupazione di salvaguardare la salute dei dipendenti, una copertura giornalistica completa e tempestiva. Il CCR coglie questa occasione per rivolgere un vivo grazie a tutte le collaboratrici e a tutti i collaboratori dell’azienda.
Il direttore Marchand nelle sue comunicazioni ha poi trattato le sfide che l’azienda SSR dovrà affrontare al di là dell’emergenza coronavirus, sfide, come a esempio quella della digitalizzazione, che richiederanno attenzione, coinvolgimento e interazione anche da parte dei gremii delle società regionali.
Nella seconda parte dell’incontro il CCR si è confrontato con il direttore generale SSR e il direttore regionale RSI su due questioni problematiche sollevate precedentemente dallo stesso comitato: il necessario equilibrio fra donne e uomini nell’ambito dell’offerta dei programmi RSI e la convenzione stipulata dalla RSI con il Consiglio di Stato, relativa alla presenza di giornalisti dell’azienda nello Stato Maggiore Cantonale di Condotta (SMCC).
Nell’ambito dell’equilibrio di genereil CCR ha rilevato che sinora non risultano essere compiuti passi sufficienti, benché il tema sia da tempo tra quelli che la CORSI con i suoi organismi (Consiglio regionale e Consiglio del pubblico) ha posto al centro della sua attenzione e di quella della RSI. La questione non concerne soltanto aspetti quantitativi, ossia il ridotto numero di collaboratrici rispetto a quello di colleghi chiamati a presentare trasmissioni e a moderare i dibattiti, bensì anche il coinvolgimento di esperte, di professioniste, in quegli stessi dibattiti. Non da ultimo è auspicabile che uomini e donne, nell’assolvere il proprio compito, siano chiamati ad una maggiore attenzione alla problematica di genere, anche nell’individuazione dei temi e alla corretta trattazione degli stessi.
Il CCR ha quindi sostanzialmente condiviso le recenti prese di posizione di organizzazioni e singole persone, che hanno evidenziato un’insufficiente considerazione e sbilanciamento dell’equilibrio di genere. Si continuerà pertanto, come già fatto nel passato, a tenere alta l’attenzione e a richiedere puntuali rendiconti finché tale disequilibrio non sarà concretamente superato.
Per quanto concerne la convenzione sottoscritta fra RSI e Consiglio di Stato, inerente la messa a disposizione di giornalisti per lo SMCC, il CCR ha ribadito le proprie perplessità, già in precedenza esternate all’attenzione del direttore generale e del direttore regionale. Pur prendendo atto che secondo quanto comunicato dal direttore regionale l’indipendenza editoriale e giornalistica della RSI non sarebbe stata limitata o condizionata dall’attuazione dell’accordo con il Cantone, il CCR reputa che la missione di servizio pubblico dell’azienda impone comunque una verifica sull’opportunità di rinunciare a una simile convenzione, dal momento che la sua esistenza – per altro non strettamente necessaria – può far sorgere interrogativi sull’effettiva autonomia informativa della RSI. Il CCR auspica pertanto che, nell’interesse del servizio pubblico radiotelevisivo, vi sia un rapido chiarimento che porti prioritariamente allo scioglimento dell’accordo.