Al di là delle nomine, l’assemblea di sabato prossimo avrà ulteriori elementi di interesse, che penso valga la pena mettere in evidenza all’attenzione di chi vi parteciperà e di chi segue l’attività della Cooperativa per la radiotelevisione della Svizzera italiana.
Unitamente alla convocazione, i soci della CORSI hanno ricevuto un «documento programmatico» elaborato nel corso di due seminari dai membri del Consiglio regionale e del Consiglio del pubblico. Indica una serie di piste concrete da seguire, per fare in modo che la CORSI – attraverso l’azione dei suoi organismi – possa assumere pienamente il ruolo di mediatore qualificato e autorevole fra i cittadini e l’azienda radiotelevisiva.
È un ruolo necessario. In primo luogo per preservare l’autonomia dell’azienda radiotelevisiva che si esporrebbe a condizionamenti inevitabili qualora dovesse assumere direttamente la responsabilità di dialogare sulle proprie scelte con il pubblico e con i differenti attori della società civile (partiti, associazioni, eccetera).
È, poi, un ruolo necessario perché l’ente radiotelevisivo ha bisogno di un «corpo intermedio» qualificato che, nella valutazione dell’offerta, ponga l’accento sul rispetto della missione e dei valori del servizio pubblico. Questo aiuto è ancora più importante in un’epoca che vede l’azienda radiotelevisiva di servizio pubblico confrontata con sfide di mercato sconosciute nel passato, con forme di concorrenza sempre più globali e differenziate, che tendono a imporre i risultati di ascolto quale elemento decisivo per valutare la bontà dell’offerta.
Ma così non è, e non deve essere! E allora, senza presunzione, con un lavoro serio e non necessariamente visibile e spettacolare, la CORSI si propone quale istanza consultiva dell’azienda capace – grazie al suo radicamento nella società, grazie alla sua organizzazione e al lavoro dei suoi organi e dei suoi numerosi soci, grazie ai contatti con il pubblico – di contribuire a fare in modo che la rotta seguita dall’ente sia rispettosa della missione, dell’identità, delle ragioni d’essere del servizio pubblico radiotelevisivo.
È sempre bene ricordare che lo storico risultato del 4 marzo 2018, stando agli approfondimenti delle intenzioni di voto, non è stato principalmente un voto di gradimento sui programmi SSR, bensì l’affermazione di una chiara volontà politica: nel mercato svizzero della comunicazione deve esistere un’azienda di servizio pubblico forte, indipendente, organizzata su base federalista e tenuta a produrre programmi secondo criteri di qualità, soggetti a una verifica democratica.
La CORSI non fa radio e televisione, né insegna a farlo, non fa giornalismo, né ha più, da anni, competenze operative tali da consentirle di condizionare l’operato dell’azienda; la CORSI – ed è ribadito nel documento programmatico – non ha ambizioni di «potere». Ha però la missione e l’obiettivo di essere uno strumento al servizio dei cittadini che credono nel servizio pubblico e che vogliono contribuire a definire il livello e la qualità della sua offerta.
Fonte: Corrirere del Ticino, 21 maggio 2019