Qual è la percezione della RSI e quali sono gli argomenti espressi a favore del mantenimento del canone radiotelevisivo? Lo abbiamo chiesto ai ragazzi delle scuole medie che hanno partecipato al decimo Concorso Cantonale La Gioventù Dibatte lunedì 3 febbraio alla Biblioteca Cantonale di Bellinzona. L’evento è co-organizzato e sostenuto dalla CORSI.
In occasione del Concorso cantonale La Gioventù Dibatte, i giovani delle scuole dell’obbligo hanno dibattuto su due temi, il primo riguardava il razzismo in Svizzera mentre il secondo il mantenimento o meno del canone radiotelevisivo. Durante questa giornata di fervidi dibattiti abbiamo chiesto ad alcuni giovani quale fosse la loro percezione della RSI e se sentissero la proposta radiotelevisiva vicina ai loro interessi e alle loro vite di adolescenti.
Sono emerse opinioni contrastanti, che mettono in tensione la volontà di salvaguardare il sistema di servizio pubblico attuale e da cui emerge anche la preferenza per altre fonti d’intrattenimento e informazione. Instagram, Facebook e Youtube sembrano attirare coloro che cercano svago e contenuti di vario genere. Tali piattaforme vengono talvolta utilizzate anche come fonte d’informazione sull’attualità. La maggioranza dei giovani interpellati ha però riconosciuto la vicinanza al territorio della RSI e delle rispettive unità aziendali della SSR individuando, in particolare per la Svizzera Italiana, emissioni come Il Quotidiano o Falò che riflettono, a giudizio dei ragazzi, la vicinanza al tessuto sociale, politico ed economico del Sud delle Alpi.
Sembrano poi attirare sempre più interesse le proposte più recenti della RSI indirizzate ai giovani come Flex e Spam# che sono infatti presenti sulle piattaforme social citate poco fa. Alcuni ragazzi muovono critiche verso il sito web della RSI, “grigio, scuro e di difficile navigazione” afferma Stella, allieva delle Medie di Mendrisio, a cui s’aggiungono cenni consenzienti dei suoi compagni. Il sito Swissinfo — portale web d’informazione della SRG SSR — sembra invece raccogliere giudizi più favorevoli. La maggior parte dei ragazzi interpellati riconosce poi anche l’elemento di coesione nazionale che le quattro aziende regionali realizzano, proprio attraverso l’offerta nelle diverse lingue nazionali. Complementarietà e funzionalità che entusiasmano, malgrado siano numericamente pochi i ragazzi che usufruiscono attivamente dell’offerta radiotelevisiva della RSI: “magari più in là, un giorno, adesso sono i miei genitori ad accendere la radio o la televisione e quindi guardo ciò che guardano loro”, afferma Ivan, allievo delle scuole medie di Mendrisio. Non da ultimo sembra che i ragazzi riconoscano nelle attività informativa della RSI un’oggettività e un’imparzialità irraggiungibili dagli enti privati e ribadiscono: “La SRG-SSR e le sue aziende regionali sono oggettive, precise e attuali”. Per contro, le proposte cinematografiche del prime-time non convincono la maggior parte dei ragazzi così come le serie-tv: “quelle di Netflix sono migliori”, risponde Stella, allieva delle scuole medie di Castione, convinta che il canone sia tutt’oggi (nonostante il ribasso dallo scorso anno) troppo caro e forse inutile — “io non guardo la tele né ascolto la radio, perché devo pagare?”.
Tutto sommato, una buona parte degli oltre sessanta ragazzi che hanno animato l’atrio della biblioteca bellinzonese sembrano condividere i principi e l’importanza del servizio pubblico radiotv, nonché la necessità di avvicinarsi, talvolta con timidezza, all’universo RSI. Sollevano però alcune perplessità sul modello “vecchio di 80 anni” della televisione, auspicando un’evoluzione verso altri contenuti e forme di intrattenimento, atte a rispondere anche agli interessi della loro fascia d’età.
di Raffaele Pedrazzini, membro del Consiglio del pubblico dal 2020