Dal sondaggio effettuato dalla CORSI per tre settimane nel corso del mese di luglio 2020 e intitolato “Estate, turismo, territorio e produttori locali: quanto fa la RSI per promuovere la Svizzera italiana?” emerge abbastanza chiaramente la soddisfazione del pubblico nei confronti dell’impegno del servizio pubblico per promuovere il territorio regionale. Il 72% dei votanti ritiene che la RSI contribuisca concretamente alla valorizzazione delle risorse locali in ambito turistico e territoriale (contro un 16% convinto che la radiotv non debba sostituirsi agli enti turistici e un 11% che ha risposto “non saprei”).
Netta la prevalenza (65%) anche di chi ritiene che la RSI si sia occupata in modo adeguato delle problematiche relative all’impatto sul turismo e sulle attività economiche durante e dopo il lockdown. C’è per contro qualcuno che pensa abbia fatto troppo (14%) e altrettanti che invece avrebbero voluto che facesse ancora di più. Gli indecisi sono il 7%.
Sempre un’ampia maggioranza (58%) è inoltre convinta che nelle trasmissioni radio/tv/web sia dato sufficiente spazio alle attrazioni paesaggistiche e architettoniche svizzere. I contrari sono il 32%, gli indecisi il 10%.
I documentari (43%) e i reportage (40%) sono le tipologie di trasmissioni ritenute più utili per promuovere il territorio e i suoi prodotti. Staccano nettamente i quiz e i programmi di cucina (entrambi votati solo dal 2%). Il 5% dei partecipanti non sapeva cosa scegliere e altrettanti credono che siano altri i programmi utili a questo scopo.
Il rischio di cadere nel provincialismo con un eccessivo ripiegamento su tematiche regionali non esiste per il 46% dei votanti, a cui si aggiunge un 33% convinto che la RSI debba promuovere il più possibile la cultura e la lingua italiana. Il 21% è invece convinto che si possa scivolare nel localismo.