Quest’estate Rete Uno RSI ci fa divertire in modo diverso, chiamando alcuni radioascoltatori a condurre un’ora di diretta in una sorta di nuovo “talent”. Nel corso dell’ultima settimana di agosto si terrà la finalissima. Un’idea simpatica ma che può anche rappresentare una sfida, prima di tutto per i conduttori professionisti del programma. Con uno di loro, Alessandro Bertoglio, scopriamo com’è nata l’idea e cosa sta imparando dai suoi “colleghi per un giorno”.
A cosa vi siete ispirati per il programma?
“In realtà, siamo partiti dal titolo di uno dei programmi più amati dal pubblico di Rete Uno, “Ladìlaradio”. Volevamo recuperare il medesimo sapore di comunità tra animatori ed ascoltatori, mettendoci anche il brio della gara. Lo scopo? Far provare l’ebbrezza – e la complessità – del lavoro che facciamo e che amiamo tantissimo.”
Come sono stati selezionati i partecipanti?
“In modo molto naturale: durante “C’era una volta… oggi”, il programma pomeridiano che Danny ed io conduciamo, abbiamo annunciato il “talent” ed abbiamo raccolto le iscrizioni. Onestamente, sono sorpreso della qualità: tutti i concorrenti con cui ho avuto a che fare erano determinati, entusiasti e molto attenti ad applicare i nostri suggerimenti.”
È facile appassionare la gente, soprattutto i più giovani, al mestiere radiofonico o sta diventando un mestiere per pochi?
“Abbiamo trovato, soprattutto nelle persone che hanno partecipato finora, tanta voglia di fare radio. Quasi tutti si sono congedati dicendoci che un’ora era troppo poco, oppure chiedendoci seriamente di poter collaborare. È l’immediatezza del mezzo, la musica, l’idea che con la voce tu possa regalare qualche emozione. Sì, la radio permette ancora di regalare e di vivere queste emozioni.”
Quali requisiti bisogna avere per essere dei buoni speaker?
“Non necessariamente una voce profonda ed impostata: se c’è è meglio, ovvio. Credo però che serva un po’ di empatia, di capacità comunicativa, un briciolo di follia e tanta passione. Poi le tecniche si imparano con la pratica e la formazione.”
A livello di RSI gli speaker professionisti vengono formati e seguiti adeguatamente o ci sono delle lacune?
“Ci sono delle procedure interne – corsi, affiancamenti, debriefing – che servono per focalizzare e guidare la crescita dei nuovi animatori. A livello annuale, abbiamo poi dei colloqui di valutazione che servono per fissare e valutare il raggiungimento degli obiettivi”.
Ci sono mai state delle situazioni che vi hanno messo in difficoltà?
“Fare radio significa essere pronti ad ogni emergenza: dal computer che si blocca, al telefono che non funziona; dall’ospite che non si presenta all’ultimo momento, ai collegamenti che saltano. A quel punto si improvvisa. Adrenalina a mille e alla fine si arriva a fine trasmissione comunque. “Niente panico e inventati qualcosa”. È la regola numero uno! Certo la prima volta che capita rischi l’infarto… ma poi passa e ci ridi sopra!”
Intervista di Laura Quadri.
Link al sito: https://www.rsi.ch/rete-uno/programmi/intrattenimento/fa-ti-la-radio/