In collaborazione con il Corriere del Ticino, giovedì 30 ottobre alle 18.00 la CORSI propone un incontro con Silvio Napoli, Presidente del CdA della Schindler SA, gruppo industriale che ancor oggi è detenuto dall’omonima famiglia, in Svizzera e nel mondo; l’intervista sarà condotta da Lino Terlizzi. Ne parliamo con Fabio Pontiggia, Direttore del Corriere del Ticino, che sostiene la realizzazione dell’evento.
Perché Lei, personalmente, consiglierebbe di partecipare alla serata?
“Ho avuto l’occasione e la fortuna di ascoltare recentemente Silvio Napoli in una conferenza. È una persona di grande concretezza, che sa portare riflessioni originali sulla realtà economica con cui tutti noi siamo confrontati. In questa stagione di ritorno al protezionismo più deleterio, e di adesione diffusa al sovranismo arrogante e maleducato, ascoltare il presidente della Schindler è come aprire le finestre di casa al ritorno da un soggiorno di due o tre settimane altrove. Uso il termine “ascoltare” non a caso: oggi l’attività preferita, praticata sulle reti sociali, ma non solo, è l’urlare contro gli altri senza ascoltare niente e nessuno. Dobbiamo invece riscoprire la virtù dell’ascolto e bandire il vizio dell’urlo. Serate come quella proposta dalla CORSI sono un toccasana.”
Se Lei dovesse intervistare Silvio Napoli, Presidente del CdA della Schindler, cosa riterrebbe essenziale chiedergli?
“Penso che durante l’intervista si possa chiarie un nodo cruciale: le ragioni che da alcuni anni portano una buona parte della pubblica opinione a contestare e addirittura a rinnegare le libertà economiche. Abbiamo sentito e letto molte diagnosi, ma convincono poco. Chissà che Silvio Napoli non abbia una lettura più persuasiva di questa involuzione.”
Trasformazioni nel mondo del lavoro. Quali sono le vere sfide oggi?
“Cogliere le opportunità date dai cambiamenti e dalle rivoluzioni tecniche e tecnologiche. Che ci sono sempre stati e che, nel loro insieme, hanno sempre generato più lavoro e fatto progredire la società.”
Il marchio svizzero nel mondo. Come si fa ricoprire questa importanza, come nel caso della Schindler? Qual è il segreto?
“Qualità e affidabilità. Non ci sono dubbi. L’industriale che acquista macchinari svizzeri va sul sicuro, la persona che compra un orologio svizzero sa che non c’è di meglio sul mercato, il consumatore che vuole gustare il miglior cioccolato non ha bisogno di tanti consigli, l’investitore e il risparmiatore che affidano i loro averi ad una banca svizzera, a dispetto di tutto quanto è successo, degli errori compiuti da certi dirigenti, sanno di potersi fidare. Sì, qualità e affidabilità.”
Desidererebbe serate pubbliche di questo genere su qualche altro tema d’attualità?
“Certamente. Ci sono tre temi intriganti: a) la sottocultura del debito, che ha così tanti cultori oggi; b) il degrado di strumenti, in sé eccezionali, come i social network; c) l’affermarsi dell’anti-scienza nella società della iper-comunicazione e dell’accesso facilitato alla conoscenza e alle informazioni.”
Quale ruolo potrebbe giocare il servizio pubblico radiotelevisivo riguardo a questi temi?
“Un ruolo importantissimo. Sono temi che non possono essere esauriti in un’unica trasmissione. Andrebbero sviluppati con regolarità. Da un lato in trasmissioni didattico-esplicative, spiegando ad esempio questioni simili: quanti sanno come uno Stato si fa prestare soldi e chi presta soldi ad uno Stato indebitato? Cosa succede quando un prestito giunge a scadenza? Come si è formato il debito pubblico? Come e dove la BCE può acquistare titoli statali? Dall’altro con confronti tra esperti e divulgatori – e non sempre tra politici – sul tema in generale e su casi specifici (ad esempio sul debito greco o italiano). Ripeto: è fondamentale la continuità sull’arco dell’anno. Evitando naturalmente di essere ripetitivi. Facile a dirsi, difficile a farsi”.
Intervista di Laura Quadri.