Calcio, musica e l’ormai immancabile coronavirus sono tra i temi legati alla RSI che hanno fatto discutere in queste settimane. A questo si aggiunge il Consiglio del pubblico che ha analizzato la trasmissione Storie e una puntata di Falò. Con questo sondaggio vi abbiamo dato l’occasione di dire la vostra sui temi caldi dell’estate! Per questo sondaggio hanno votato 65 persone.
La SSR perde le dirette del grande calcio europeo - A partire dalla stagione 2021-22, sui canali SSR e dunque anche su RSI, non verranno più trasmesse in diretta le partite di Champions e di Europa League. La RSI trasmetterà solo resoconti dettagliati delle partite per ogni giornata, subito dopo il fischio finale degli incontri. In qualità di azienda finanziata tramite il canone, per la SSR sussisteva un limite finanziario ben definito durante le trattative per i diritti, un limite ampiamente superato dalle elevate somme di denaro offerte sul mercato svizzero per il calcio internazionale. Vi abbiamo chiesto come avete preso questa notizia.
Per il 52% dei votanti la SSR ha fatto bene, poiché è giusto non spendere cifre esagerate per questi diritti. Per il 17% è un peccato ma seguirà comunque le sintesi delle partite sui canali RSI. Il 14% non seguirà invece le sintesi RSI ma capisce la scelta dell’azienda. Solo il 2% non capisce tale scelta e seguirà le partite a pagamento altrove. Al 9% dei partecipanti non interessa in quanto non segue il calcio europeo e il 6% ha votato “Non saprei”.
Il destino della musica - In un’intervista di inizio luglio alla Regione, il musicologo ed ex responsabile di Rete Due Carlo Piccardi ha affermato che la riorganizzazione in atto alla RSI sta portando a uno smantellamento dell’offerta musicale (non intesa come musica trasmessa ma come cultura da promuovere). A lui si sono aggiunte altre voci che parlano di un ripiegamento e di un abbassamento della qualità. Il direttore Canetta ha difeso la nuova organizzazione e ricordato che l’offerta musicale è presente in nuove forme, anche sul web. Vi abbiamo chiesto cosa ne pensate.
Per il 68% è in atto un livellamento verso il basso dell’impegno musicale RSI, come da suggestione di Piccardi. Il 20% afferma che la RSI è al passo con i tempi e quindi va bene così. Il 7% dei votanti si è astenuto dal rispondere mentre il 5% non ascolta la musica sui canali RSI.
Monopolio coronavirus - Tra il pubblico RSI c’è chi lamenta un’eccessiva focalizzazione dell’informazione radiotv sul coronavirus a discapito di altre notizie.
Il 48% dei votanti afferma che è giusto focalizzarsi su un tema così importante a livello globale, anche se questo lascia meno spazio ad altre notizie. Per contro il 25% concorda che ci sono troppe notizie che riguardano il coronavirus. Per il 22% la RSI dovrebbe aumentare lo spazio dedicato all’informazione, per farci stare tutto. Il 4% ha votato “Non saprei”.
Gli ospiti di Storie - In un recente monitoraggio sulla trasmissione Storie (La1), il Consiglio del pubblico scrive che il colloquio che segue la visione del documentario “ricalca spesso uno schema un po’ logoro e ripetitivo, che non sempre è in grado di mettere in risalto le qualità e il sapere dell’ospite” e auspica che sia dedicato uno spazio più ampio agli ospiti in studio. Vi abbiamo chiesto se siete d’accordo con tale considerazione.
Il 42% è in disaccordo con il Consiglio del pubblico e afferma che va bene così, la trasmissione è equilibrata. Per il 35% dei votanti ci sono molti ospiti con un profilo elevato che andrebbero valorizzati di più. Al contrario, per il 18%, la parte con gli ospiti sarebbe da eliminare per dare maggiore risalto solo al documentario. Il 5% ha votato “Non saprei”.
Falò - Nel suo comunicato stampa del 15 luglio, il Consiglio del pubblico ha preso posizione su un servizio trasmesso nella puntata di Falò del 4 giugno, criticando il fatto di aver fatto parlare un unico interlocutore invece che diversi specialisti. Un aspetto non accettabile per una trasmissione di approfondimento e inchiesta.
Alla domanda se concordate con questa affermazione il 63% dei votanti ha affermato che “Il Consiglio del pubblico ha ragione, il servizio pubblico deve sempre valorizzare il pluralismo delle opinioni”. Il 23% ha invece indicato che se l'intervistato è un esperto della materia trattata non è necessario avere altri punti di vista. 8% i voti per “Non saprei”