Marta Lenzi Repetto, specialista in storia dell’alimentazione è una degli autori del libro Menù per orchestra, un progetto in cui la CORSI ha fortemente creduto, nato sulla scia delle attività collaterali a Expo 2015, con l’intenzione di mettere in luce le competenze e il talento della Svizzera italiana mediato attraverso il servizio pubblico radiotelevisivo
Nei giorni scorsi è stata a Parigi per il Gourmand World Summit, una tre giorni di incontri e scambi all’UNESCO, dove protagonisti sono stati i migliori libri di cultura enogastronomica degli ultimi anni, tra cui proprio il nostro:
Quale significato assume, nel contesto dell’evento svoltosi presso la sede dell’UNESCO, questo contributo letterario legato alla ricerca sulle tradizioni e offerte culturali della Svizzera italiana, promosso dalla CORSI?
Un significato molto importante perché, come sottolineato dagli organizzatori, grazie alla CORSI anche la cultura della Svizzera italiana era presente in un contesto editoriale internazionale dove difficilmente viene rappresentata. Negli anni il libro Menu per Orchestra si è fatto promotore della cultura gastronomica e musicale del nostro territorio in diversi ambiti europei. Essere presente al primo Gourmand World Summit all’UNESCO ha permesso di divulgare maggiormente i valori che permeano il nostro territorio, compreso quello legato al ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo, per consolidare il ruolo svolto a livello nazionale e internazionale e sottolinearne la particolare identità.
Quali sono state le sue impressioni sull’evento e quale “maggior valore” per il nostro territorio si può ricavare?
È stato un evento entusiasmante e l’impegno degli organizzatori, Edouard Cointreau per primo, ha portato un grande pubblico e soprattutto ha creato una valida piattaforma e una valida opportunità per farsi conoscere e aprire un dialogo a livello internazionale. La Svizzera italiana, così come tutta la Svizzera, normalmente non vengono citati per le loro tradizioni gastronomiche e/o musicali, mentre il lavoro presentato grazie a questo libro ha permesso di divulgare un aspetto della nostra cultura per molti ancora sconosciuto. Circa 200 Paesi di tutto il mondo hanno avuto modo di scoprire le nostre tradizioni, l’importanza di una orchestra come l’OSI e le molte peculiarità del nostro territorio. Tutti i libri selezionati e premiati sono strettamente legati al turismo e alla cultura del Paese da cui provengono: secondo Cointreau hanno successo perché riescono a restituire le emozioni e l’orizzonte culturale in cui sono nati. E grazie anche ai contatti avvenuti con rappresentanti dell’UNESCO e con l’Ambasciata svizzera a Parigi si sono poste le basi per collaborazioni future.
L’importanza della gastronomia e delle tradizioni è davvero in linea con la salvaguardia dei beni culturali e ambientali promossi dall’UNESCO quale patrimonio dell’umanità?
Perfettamente in linea. Quando pensiamo al patrimonio mondiale dell’UNESCO ci vengono in mente principalmente monumenti, pensiamo ai nostri Castelli di Bellinzona, ma negli anni il concetto di cultura è stato aggiornato e l’UNESCO mira a proteggere anche elementi ed espressioni di un Patrimonio Culturale Immateriale, inglobando tradizioni viventi come espressioni orali, pratiche sociali e alimentari, riti, feste e il saper fare artigianale, usi e costumi che vengono tramandati di generazione in generazione e che contribuiscono a definire le identità culturali delle comunità del Pianeta .Le tradizioni gastronomiche, legate alla cultura locale, giocano u ruolo importante.
Anche il vino, le pratiche e paesaggi vitivinicoli e le loro tradizioni, sono riconosciuti come Patrimonio dell’umanità. Uno dei migliori esempi di interazione fra patrimonio universale materiale e immateriale è nel Canton Vaud dove si è valorizzato al meglio il legame fra territori vignati del Lavaux da una parte, riconosciuti Patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 2007, e tradizioni popolari con la Fête des Vignerons dall’altra, inserita nel Patrimonio immateriale UNESCO nel 2016 quale esempio di grande manifestazione popolare, che aggrega arti dello spettacolo e pratiche sociali secolari.
Quale è secondo lei il ruolo del nostro servizio pubblico radiotelevisivo in questo contesto?
È il ruolo fondamentale di promotore di iniziative culturali di ogni sua regione linguistica, sostenendole in uguale misura. I valori delle “diversità” culturali che caratterizzano la nostra Svizzera, che sono colte e divulgate dal servizio pubblico radiotelevisivo, corrispondono ai valori dell’UNESCO stessa, che promuove e tutela le diversità culturali nel mondo. Valori e conoscenze da tutelare e trasmettere alle generazioni future.
Vi è un plusvalore concreto che la CORSI, nel suo ruolo di società regionale e di rappresentante del territorio italofono in seno alla SSR, potrebbe rendere maggiormente visibile?
Come sostenuto dall’ambasciatore Michelet e da Isabelle Chassot, direttrice dell’Ufficio federale della cultura, fa piacere e inorgoglisce trovare la cultura italofona elvetica rappresentata in contesti importanti e internazionali. La CORSI nel suo ruolo di società regionale e di rappresentante del territorio italofono nella SSR deve a mio parere continuare nel giusto percorso intrapreso per rendere sempre più visibile l’importanza dell’italianità nel nostro Paese, con progetti seri, volti a sottolineare il ruolo importante della Svizzera italiana quale componente della cultura federale svizzera.
Intervista di Veronica Del Sindaco, Segretariato CORSI