Pochi mesi fa, ad agosto 2019, in un’intervista pubblicata sul sito della CORSI, Chiara Simoneschi Cortesi, prima donna italofona a ricoprire la carica di presidente del Consiglio nazionale, alla domanda in quale misura il servizio pubblico radiotelevisivo contribuisca alla valorizzazione della lingua italiana in Svizzera, rispondeva che la SSR e le sue aziende regionali sono uno strumento molto importante per la conoscenza reciproca tra le 4 regioni linguistiche e culturali della Svizzera, per la comprensione e la valorizzazione delle peculiarità di ogni regione, per incentivare il dialogo e la comprensione reciproca e per salvaguardare la coesione nazionale.
D’altro canto questi compiti sono iscritti nella Costituzione e nella relativa legge federale sulla radiotelevisione (RTV). Alla SSR e alla CORSI, che rappresenta gli utenti di lingua italiana della radiotelevisione di servizio pubblico in Svizzera, cioè gli ascoltatori e gli spettatori della RSI, spetta di raggiungere detti obiettivi con impegno e passione ogni giorno.
Si dice spesso che all’origine della Svizzera ci sia stata la volontà di sopravvivere e ancora si ripete che la Confederazione è una «Willensnation», una nazione fondata sulla volontà. Con questa espressione s’intende sottolineare che alla base del processo di aggregazione e integrazione di diverse etnie e culture c’è stata, c’è e sempre ci sarà una grande volontà comune, capace di perseguire l’unità «nazionale» pur preservando la «diversità» delle sue componenti etniche, culturali, linguistiche. Per questa sua peculiarità si dice anche che la Svizzera è un Sonderfall, un «caso particolare», rispetto soprattutto agli Stati confinanti, che hanno perseguito l’omogeneità (origine, lingua, cultura, religione, ecc.) seguendo un programma politico e culturale di tipo centralistico.
Ebbene, la cartina al tornasole di questa volontà comune di essere Stato nel rispetto delle diversità è appunto il servizio pubblico, che infatti è in grado di raggiungere tutti i cittadini svizzeri, di far conoscere le bellezze e le caratteristiche di ogni regione linguistica e geografica. E di questo il popolo elvetico ha dimostrato di essere più che consapevole respingendo chiaramente ogni tentativo di indebolire il servizio pubblico radiotelevisivo.
L’importanza dell’impegno della RSI oltre il Gottardo è fondamentale per salvaguardare la lingua italiana e la cultura italofona. È immaginabile infatti che il rapporto tra i cantoni tedeschi e quelli italiani ponga in una situazione di assoluta debolezza la lingua italiana, con il rischio che un’intera parte della Svizzera debba rinunciare a conoscerla.
Ed ecco il motivo della collaborazione della CORSI con il nostro giornale: consentire all’informazione di far conoscere la realtà della Svizzera italiana anche aldilà del Gottardo perchè siamo convinti, adottando uno slogan dell’Università della Svizzera Italiana (USI) che “Più italiano significa più Svizzera“. Secondo l’USI, in particolare, la valorizzazione della lingua italiana in Svizzera è un impegno fondamentale a tutela dell'identità stessa del Svizzera.
La CORSI e la tutela del pluralismo
Tra le missioni della CORSI rientra appunto il pluralismo. Questo significa che i programmi vengono definiti in risposta agli interessi eterogenei delle maggioranze e delle minoranze della Svizzera plurilingue e multiculturale. La lingua e la cultura italiana sono un elemento fondamentale dell’identità della Svizzera federale e plurilingue. E una lingua esiste fintanto che viene vissuta e parlata.
Il servizio pubblico radiotelevisivo contribuisce in modo centrale allo sviluppo e alla tutela della lingua e cultura italiana. Non solo a sud delle Alpi, in Ticino e nei Grigioni, ma anche Oltregottardo, dove promuove le specificità della Svizzera italiana nel contesto nazionale e tutela i valori della comunità italofona a livello svizzero.
Da questo punto di vista sono innumerevoli gli input offerti dal servizio pubblico televisivo: dagli strumenti tecnologici, agli excursus gastronomici, agli incontri di studio.
In merito ai primi, vi è stato il Tablet RSI che è un condensato dei contenuti che sono offerti nei Totem RSI. Il Totem è una piattaforma interattiva pensata e realizzata dalla RSI in collaborazione con la SUPSI, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, e con il sostegno della CORSI.
I Tablet RSI donati dalla CORSI alle cattedre di italianistica delle università svizzere, hanno offerto l’opportunità agli studenti di navigare fra i contenuti degli archivi della RSI dedicati alla lingua e cultura italiana in Svizzera.
Per quanto concerne gli incontri organizzati dalla CORSI, gli ultimi due anni sono stati dedicati alla italianità e al ruolo dell’italiano anche nella vita pubblica oltre il Gottardo. Insistere su questi aspetti non è secondario soprattutto in considerazione della congiuntura sociale ed economica.
Invero, oggi assistiamo ad un paradosso: mentre la Svizzera italiana fa ancora spesso fatica a vedersi come una sola entità politica e culturale, anche come retaggio del passato, la Svizzera tedesca e francese stanno vivendo una rivoluzione silenziosa che ne ridefinisce i contorni e crea due singole entità sempre più grandi ed integrate. Lo sviluppo economico e la mobilità hanno creato uno spazio urbano sempre più diffuso nella Svizzera tedesca, che ruota attorno al baricentro zurighese; nella Svizzera francese, la regione del Lemano è sempre più trainante dal punto di vista economico e pure integrata sul piano territoriale e delle infrastrutture. Il risultato è che la Svizzera italiana sembra tagliata fuori da queste dinamiche, non solo perché nella Svizzera tedesca e francese le barriere cantonali vedono perdere la loro importanza socio-economica, ma anche perché questo cambiamento si riflette nell’offerta mediatica. La scomparsa di molti quotidiani cantonali e i processi di fusione che hanno accorpato le redazioni che privilegiano un’informazione sovracantonale ne sono la testimonianza.
In tal senso la CORSI ha attivato una serie di incontri, uno di questi con Coscienza Svizzera, per comprendere quale coesione sia possibile in una società così regionalizzata e quali ne siano le implicazioni. Quello che è certo è che per capire l’italianità in Svizzera è utile allargare gli orizzonti. Negli ultimi decenni, infatti, sono sempre più numerosi gli approcci che suggeriscono di osservare l’immaginario legato a un popolo, alla sua storia e civiltà, alla sua lingua e letteratura, al suo territorio e ai suoi costumi, senza restare vincolati a una dimensione nazionale o locale (v. À l’italienne. Narrazioni dell’italianità dagli anni Ottanta a oggi, a cura di Niccolò Scaffai e Nelly Valsangiacomo, Roma, Carocci editore, 2018) che presentano sia il caso elvetico sia le altre molteplici possibili italianità, con l’intento di evidenziare la pluralità e l’evoluzione di questo concetto.
Il forum per l’italiano in Svizzera
Di sicuro il problema a monte è la ricerca di un’integrazione che tenga conto delle diversità. Eppure è evidente che la lingua italiana abbia bisogno di forti tutele nella Confederazione con tutto quello in termini di sforzo che ciò significa. Per questo motivo, oltre alle varie iniziative, la CORSI è una delle colonne portanti del“Forum per l’italiano in Svizzera“, che è stato costituito il 30 novembre 2012 a Zurigo per iniziativa del Cantone Ticino e del Canton Grigioni.
Lo scopo del Forum è la corretta collocazione entro il 2020 dell’italiano nel quadro del plurilinguismo costituzionale della Svizzera, che deve essere una realtà effettiva.
Attualmente, dopo l’Assemblea del 30 novembre 2019, hanno aderito al Forum 38 organizzazioni impegnate nella promozione e nella valorizzazione della lingua e cultura italiana in Svizzera.
Per concretizzare le proprie attività il Forum ha istituito 4 gruppi di lavoro che si occupano di questi temi:
- Italiano lingua ufficiale svizzera
- Gli svizzeri conoscono la lingua italiana
- Cultura italiana e svizzeroitaliana in Svizzera
- Quadrilinguismo svizzero e le sfide della globalizzazione
L’idea della costituzione di un Forum ad hoc per difendere l’italiano e la presenza di personalità molto importanti del mondo politico e culturale nel Comitato la dicono lunga sul pericolo che corre la nostra bella lingua che almeno fino ad ora è lingua nazionale. Manuele Bertoli (Consigliere di Stato del Cantone Ticino e Presidente del Forum per l’Italiano), ha messo l’accento sui tanti segnali negativi: l'italiano scompare da alcune etichette di prodotti della grande distribuzione, è usato impropriamente nelle traduzioni da tedesco e francese e, talvolta, è elencato dopo l'inglese nella scelta della lingua di siti web di aziende svizzere (quando è disponibile).
La conclusione è impietosa: l'italiano non è più così centrale in Svizzera, sia per motivi storici (la presenza degli italofoni è sicuramente diminuita) sia perché "c'è questa sensazione che l'inglese possa risolvere anche i problemi di comunicazione tra gli svizzeri" dimenticando la necessità di comprendere tutte le varie componenti linguistiche della Svizzera.
Il 30 novembre ha avuto luogo l’Assemblea del Forum ove si è discusso alla presenza di personalità come Marina Carobbio e Ignazio Cassis della difesa della lingua italiana in Svizzera. La tutela di un patrimonio deve essere garantita a tutti i livelli, soprattutto nelle sedi istituzionali. In tal senso il Presidente Carrobbio ha dimostrato che per essere totalmente partecipe della politica nazionale è necessario potersi esprimere nella lingua madre. Infatti il Presidente ha condotto i lavori del Consiglio Nazionale in Italiano, obbligando i deputati germanofoni a qualche sforzo in più per capire gli altri, cosa a cui già sono avvezzi gli italofoni.
Quello che ne deriva è la necessità di muoversi congiuntamente per far sì che l’italiano e l’italianità non siano confinati alla sfera dell’arte, del bello o del piacevole ma che possano divenire una priorità politica.
In questo il servizio pubblico svolge appieno il suo ruolo di rendere edotti cittadini ed Istituzioni della necessità di conservare la propria identità nazionale non dimenticando le minoranze linguistiche ma elevandole, nel caso dell’italiano, al pari del tedesco e del francese ad anime di un Paese che ha fatto della diversità la sua ricchezza.