Aurora Purita, docente di italiano alla Scuola media di Besso, è una veterana della partecipazione al concorso “La Gioventù dibatte”, che promuove la pratica del dibattito fra i giovani ed è sostenuto anche dalla CORSI. Da diversi anni gli allievi delle sue classi gareggiano con ottimi risultati sia nel concorso cantonale che in quello nazionale. Non ha fatto eccezione l’edizione cantonale 2020, che ha visto primeggiare le studentesse di quarta Giulia Pozzi e Sara Vitali. Uno dei temi su cui hanno dibattuto era “Si dovrebbe eliminare il canone Radio-TV?”. Una domanda che ha portato i partecipanti a riflettere su ruolo e legittimazione del servizio pubblico dei media. Chi quindi, meglio di Purita e delle allieve che ha seguito, può riflettere su quanto sta proponendo la RSI in questo momento particolare? Qui di seguito le considerazioni dell’insegnante Aurora Purita sull’offerta per i giovani, la didattica e l’attualità.
Domani pubblicheremo quelle delle allieve Giulia Pozzi, Sara Vitali e Alida Frigeri.
La RSI ha intensificato l’offerta informativa sull’emergenza sanitaria con approfondimenti, appuntamenti fissi, dirette streaming, aggiornamento costante del sito internet: come valuta questa offerta? È adeguata, insufficiente oppure eccessiva?
“Di fronte alla situazione d’emergenza sanitaria con la quale ci siamo ritrovati tutti improvvisamente confrontati, la RSI ha risposto al bisogno di informazione degli utenti con un’offerta informativa adeguata. Tuttavia, a distanza di un mese e mezzo circa dall’inizio della diffusione del COVID-19, è auspicabile un potenziamento dell’offerta in questione, che miri a una maggiore percezione della realtà e delle tragiche conseguenze che la crisi porta con sé a livello nazionale e internazionale, trovando il giusto equilibrio tra un’informazione ritenuta necessaria e l’inevitabile impatto emotivo che essa genererebbe sugli utenti, soprattutto quelli più giovani”.
Come valuta l’offerta del nuovo palinsesto riferita all’intrattenimento e alla didattica?
“Trovo che l’offerta del nuovo palinsesto possa oggi essere ampliata, sia in termini di intrattenimento, sia in termini di proposte didattiche, tenendo conto dei ritmi giornalieri modificati a seguito della situazione pandemica e in vista anche del cambio di stagione che prevede delle lunghe giornate di sole e il desiderio di uscire di casa.
Immagino, in particolare, un intrattenimento che spazi da attività creative più strutturate per i più piccoli, come supporto alla mancanza della scuola e di aiuto alle mamme che si ritrovano occupate con il lavoro da casa, a proposte più arricchenti per gli adolescenti, in cui siano essi stessi protagonisti attivi dall’interno delle proprie mura domestiche.
L’offerta in merito alle proposte didattiche risente dei limiti che i media manifestano nel sostituirsi ai banchi di scuola. Essa potrebbe tuttavia essere migliorata, proponendo programmi culturali e formativi stimolanti, di facile fruizione, indirizzati ai giovani come opportunità per questi ultimi di ampliare il proprio bagaglio di conoscenze senza fare grandi sforzi e mantenendo solido il filo che li lega alla scuola”.
Quanto fa capo all’offerta RSI (come insegnante) durante questo periodo?
“Molto. Alcune mie proposte didattiche di queste ultime settimane nascono da spunti offerti da programmi radiotelevisivi della RSI, dalle conferenze stampa, così come dagli aggiornamenti sul sito online. Il contesto sociale conseguente al coronavirus suggerisce certamente dei percorsi interdisciplinari molto interessanti all’interno delle diverse tipologie testuali, dalla lettera al testo espositivo, al testo argomentativo, attraverso un repertorio attuale che ci vede tutti protagonisti. Il servizio informativo pubblico è il primo canale informativo a cui fare riferimento, perché garantisce la veridicità delle informazioni e una visione oggettiva delle complesse dinamiche che emergono in una situazione difficile come quella che stiamo vivendo”.
La RSI dovrebbe fare di più nell’ambito dell’offerta didattica rivolta agli allievi che si trovano a fare lezione a casa? Come dovrebbe contribuire concretamente secondo lei?
“Come ho già detto, i nuovi canali multimediali, nelle diverse forme, non possono sostituirsi alla scuola, in particolare alla scuola dell’obbligo. Tuttavia costituiscono uno strumento di diffusione di informazioni semplice ed efficace, che si rivela fondamentale per quelle fasce di studenti le quali, per differenti ragioni, non partecipano attivamente alla didattica a distanza, offrendo in questo modo pari opportunità scolastica in un momento di emergenza sanitaria in cui tutto è sospeso.
Immagino brevi e semplici rubriche giornaliere che affrontano temi formativi, attuali, attraverso strategie originali e creative, con l’ausilio di immagini e riscontri visivi guidati, caratterizzate da una comunicazione linguistica comprensibile a tutti e da momenti di confronto con i ragazzi. Proposte in orari regolari, aiuterebbero gli allievi a organizzare la giornata in casa, tra attività alternative e l’impegno verso i loro doveri scolastici, proprio come avviene nel corso di una normale giornata di scuola.
Mi rendo conto che si tratta di un progetto ambizioso, ma credo si possa trovare il modo di superare l’ostacolo, allo scopo di raggiungere un obiettivo importante: mantenere la continuità formativa”.
Quale canale è più adatto per veicolare materiale didattico? La radio e la tv sono ancora attuali o è meglio puntare sul web con video, piattaforme interattive o altro?
“Questa domanda, a mio avviso, non trova una risposta univoca. Le innovazioni tecnologiche hanno visto una rapida evoluzione e oggi consentono di fruire di contenuti multimediali con modalità molto diverse tra loro, sia per quello che riguarda l’interattività, sia per quello che riguarda l’appeal del canale di comunicazione per le diverse fasce di età.
Questo ha inevitabilmente cambiato in maniera rilevante il rapporto con la televisione e la radio, entrambe legate a una modalità di fruizione passiva. I giovani sono figli della nuova tecnologia e vedono in queste forme di trasmissione dell’informazione degli strumenti obsoleti. Gli adolescenti si avvicinano molto più facilmente al sapere quando questo è supportato dall’immagine, da una comunicazione visiva dinamica e da una continua interazione.
All’interno di questo scenario, appare chiaro che puntare sul web come strumento accattivante, familiare agli alunni, e sulle piattaforme interattive per veicolare materiale didattico e impostare una didattica a distanza sia la strada da seguire.
Vi sono tuttavia degli aspetti che non possono essere trascurati: non tutti i ragazzi hanno le competenze per accedere alle piattaforme e interagire a distanza; occorrono inoltre consapevolezza, costanza e spirito critico per essere in grado di filtrare le notizie, assicurarsi delle fonti e riuscire a mantenere l’attenzione, talvolta distolta da quanto il Web offre”.
Leggete anche le considerazioni sul servizio pubblico dei media espresse dai giovani partecipanti a “La Gioventù dibatte”, intervistati da Raffaele Pedrazzini, membro del Consiglio del pubblico. https://www.corsi-rsi.ch/Attualita/News-e-Interviste/News-2020/Ecco-cosa-pensano-i-giovani-del-servizio-pubblico-radiotv-e-del-canone
Di Giorgia Reclari Giampà, Segretariato CORSI