Il Presidente Pedrazzini durante l’Assemblea generale ordinaria 2018 ha affermato che, dopo la No Billag, non bisogna trascurare le criticità emerse. Al riguardo come agirà la CORSI?
Nel dibattito sull’iniziativa No Billag abbiamo effettivamente riscontrato alcune perplessità o contrarietà verso l’operato della SSR e della RSI. Comprendere meglio e affrontare le questioni critiche, cercando di approfondirne le ragioni e di sensibilizzare l’azienda di servizio pubblico, è sicuramente una parte prioritaria della missione delle società regionali. Intendiamo quindi continuare a incontrare con regolarità i vari interlocutori della società civile della Svizzera italiana, per mantenere il dialogo avviato e continuare nel positivo scambio di idee e di attese. Parallelamente la CORSI si impegnerà a coinvolgere i responsabili della RSI in questo processo, con l’obbiettivo di far chiarezza, di spiegare la complessità ma anche la necessità del servizio pubblico radiotelevisivo e di proporre eventuali correttivi. Il presupposto è che si voglia dialogare per giungere a risultati positivi.
Il Presidente ha inoltre detto che per il futuro bisogna cercare di mettere in evidenza il valore aggiunto delle società regionali, mentre la presidente del Consiglio del Pubblico Raffaella Adobati Bondolfi ha sottolineato l’importanza della loro “terzietà” rispetto alla RSI, in quanto rappresentanti dell’utenza radiotelevisiva. Cosa farà la CORSI al riguardo per definire meglio il suo ruolo?
In questi anni è la rapidità dei mutamenti a contraddistinguere la nostra quotidianità. La CORSI ha una lunga storia (compie 80 anni dalla sua costituzione nel 1938) e ha già conosciuto parecchi cambiamenti statutari e di struttura, legati alle modifiche legali e gestionali che il Consiglio Federale ha imposto alla SSR.
All’interno del corpo sociale della SSR si stanno lanciando delle linee di riflessione sul suo futuro. Entro l’autunno abbiamo in programma una serie di momenti di riflessione assieme agli attuali organi della nostra società cooperativa. Lo scopo è di fare tesoro di quanto si sta “muovendo” e di approntare strategie e strumenti adeguati ai cambiamenti che si profilano anche con la futura legge federale sui media. Uno dei punti di forza della CORSI dovrà essere la sua effettiva rappresentatività dell’utenza italofona, e la sua competenza nell’affrontare le tematiche relative ai media elettronici.
Alla CORSI spetterà anche monitorare la nascita del nuovo Dipartimento Società e Cultura. Come effettuerà questo controllo?
La volontà manifestata è quella di seguire con attenzione l’attività del nuovo dipartimento, per verificare il grado di raggiungimento degli obbiettivi e delle condizioni posti alla base di questo accorpamento. Il Consiglio del pubblico valuterà i programmi prodotti e diffusi dal nuovo Dipartimento e, come d’uso, si interverrà presso la Direzione qualora da questi esami risulti che non siano realizzate le premesse iniziali.
Ci si auspica anche più partecipazione dei soci CORSI per il futuro. Come avverrà questo?
La partecipazione è una delle parole magiche a cui tutte le associazioni aspirano, ma che oggi non è più scontata. È anche il fattore che legittima l’esistenza di una società regionale come la nostra, a maggior ragione in quanto rappresentante di una minoranza linguistica nazionale. Certo è che il lavoro di contatto e dialogo con l’utenza della RSI sui vari aspetti che caratterizzano il servizio pubblico radiotelevisivo dovrà essere continuato e perseguito anche in futuro, con un coinvolgimento attivo teso a generare un reciproco plusvalore.