I Sinplus è un duo ticinese composto da due fratelli, Ivan e Gabriel Broggini. Uniti dalla loro passione per la musica, hanno dato vita prima all’InFinity project e poi ai Sinplus, nome con i quali si sono fatti conoscere al grande pubblico, compreso quello dell’Eurovision Song Contest, dove si sono esibiti nel 2012, nell’edizione tenutasi a Baku. Assieme al violinista e cantautore Sebalter, i Sin+ sono tra le voci della Svizzera italiana più recenti ad aver partecipato alla kermesse internazionale e per questo motivo abbiamo deciso di invitarli alla prima tappa del tour che toccherà tutte le regioni linguistiche della Svizzera, intitolato SRG SSR On the Road to Basel: la Svizzera unita nella musica. L’evento avrà luogo allo Studio Foce di Lugano giovedì 30 gennaio.
Ivan e Gabriel quando è nata la vostra idea di scrivere musica ed esibirsi assieme?
Essendo fratelli, il tutto è successo in modo molto naturale. La passione per la musica ci è stata trasmessa da nostro papà e sin da piccoli abbiamo avuto la possibilità di suonare vari strumenti, diciamo che la sua sala prova è diventata la nostra sala giochi. La prima canzone l’abbiamo scritta molto presto…parlava di un vampiro. Per un breve periodo abbiamo pure suonato in band diverse, ma è durato poco…
Sin dalle vostre prime esperienze avete deciso di cantare in lingua inglese. Non avete mai pensato a un progetto musicale in lingua italiana?
La risposta è molto semplice: l’inglese ci permette di arrivare ad un pubblico più ampio, è una sorta di linguaggio universale. Sarebbe stato difficile esibirci in tutta Europa con canzoni in italiano. Va comunque specificato che qualche esperimento in italiano l’abbiamo fatto…e non escludiamo di rifarlo in futuro.
Nel 2012 avete rappresentato la Svizzera all’ Eurovision Song Contest. Che ricordo avete a distanza di anni di quell’esperienza? Qual è stata la sensazione di rappresentare la Svizzera – e quindi la sua coesione nazionale – in quell’occasione?
È stato un momento incredibile e, onestamente, totalmente inaspettato. Ci siamo iscritti al concorso per caso e mai avremmo pensato di vincere ed avere la possibilità di rappresentare il nostro paese. È un po’ come un calciatore che ha l’opportunità e l’onore di giocare per la propria nazionale. Tutto d’un tratto ci siamo trovati in mezzo ad un vero e proprio tornado mediatico: ogni giorno c’era delle interviste, sia a livello nazionale che internazionale, insomma un’esposizione mediatica a 360 gradi e da quel momento sono cominciate le prime esperienze sui grandi palchi. Per quanto riguarda l’Eurovision ricordo l’emozione di suonare davanti a 25000 persone al Crystal Hall di Baku.
Le vostre origini sono ticinesi ma la vostra carriera è legata a una serie di progetti nati fuori dal Ticino. Quali sono le difficoltà più grandi per una giovane formazione come era la vostra di affermarsi al di fuori della Svizzera italiana?
La nostra fortuna è stata quella di uscire dall’anonimato grazie all’Eurovision. Non sempre è stato un vantaggio, ma ci ha sicuramente aiutato. Il vero problema per una giovane formazione della Svizzera Italiana è la mancanza di un percorso di crescita. Mancano sale prova, mancano club per esibirsi, mancano concorsi che diano reali opportunità, visibilità, ecc. Ma questo vale un po’ per tutta la Svizzera. Il fatto poi che ogni regione linguistica s’interessi quasi esclusivamente dei propri artisti, non aiuta per niente. La buona notizia è che oggigiorno ci sono molte più possibilità a livello globale. I confini sono un po’ meno marcati rispetto ad anni fa.
Secondo voi il servizio pubblico offre sufficiente visibilità a formazioni di musica alternativa come la vostra?
Il servizio pubblico cerca di fare il suo, ma purtroppo lo spazio riservato alle formazioni di musica alternativa è sempre troppo poco. In generale ci vorrebbero più trasmissioni ed approfondimenti incentrati sulla musica svizzera, sia quella underground che quella mainstream.
A quale progetto state lavorando in questo momento?
In questi giorni stiamo lanciando il RE-SET tour, una sorta di tour virtuale che prevede la pubblicazione di una nuova canzone ogni mese, da gennaio a giugno. Il tutto sarà supportato da una serie di live streams e concerti in giro per l’Europa. È un progetto innovativo che va a sostituire la classica pubblicazione di un album. Stay Tuned e…ROCK ON.
Marco Ambrosino, Segretariato SSR.CORSI