Per concludere il ciclo di eventi CORSI “Quando il leader è donna” sul palco dello Studio 2 RSI salirà Doris Leuthard.
L’appuntamento è per il prossimo 10 settembre 2019 alle ore 18:00
Per l’occasione abbiamo intervistato Nadia Ghisolfi, sindacalista e neoeletta nel Consiglio regionale della CORSI
Se fosse Lei a intervistare Doris Leuthard, cosa sarebbe curiosa di chiederle?
Di raccontare l’altra faccia della Consigliera federale. Com’è il dietro le quinte, la vita di tutti i giorni e come è stato il prima, il dopo, e come ha vissuto i primi mesi da “ex”.
Su quali aspetti della carriera di Doris Leuthard sarebbe interessante porre l’accento?
Sarebbe interessante sapere quale dossier le sta (è stato) particolarmente a cuore e per quale motivo, ma anche qualche aneddoto simpatico di cui la stampa generalmente non si occupa, e che sicuramente le è capitato nel corso degli anni.
Lei conosce personalmente la già Consigliera federale: in quali occasioni avete collaborato? Quale è l’insegnamento più prezioso che le ha dato?
È stata ospite per i festeggiamenti dell’anniversario dell’Associazione donne del partito popolare democratico, e sempre con l’Associazione donne abbiamo avuto diversi scambi a livello ticinese e svizzero. Quello che mi è sempre piaciuto di Doris Leuthard è la sua disponibilità ad ascoltare, e la sincerità dei suoi interventi e delle sue risposte. Nonostante i numerosi impegni ed il suo ruolo, ha sempre trovato il tempo ed il modo di dare risposte ed essere presente. Non è da tutti.
Cosa pensa dello sciopero dello scorso 14 giugno 2019? Crede che giornate di questo genere possano portare cambiamenti?
Il fatto che nel 2019 vi sia ancora una reale disparità tra uomo e donna dovuta al sesso è inaccettabile. Lo sciopero del 14 giugno era un atto dovuto per sottolineare questa situazione. Spero che possa contribuire a portare il cambiamento, anche di sensibilità, nei confronti di questo tema. Purtroppo, infatti, ancora troppo spesso, sento dire che il tema della disparità “non è poi così vero”.
Quanto contribuisce il servizio pubblico radiotelevisivo nella valorizzazione della lingua italiana in Svizzera? E a suo giudizio la RTV rispecchia in modo confacente l’immagine femminile nel mondo professionale? Cosa ne pensa di quanto fa sinora la RSI?
Il servizio pubblico radiotelevisivo di lingua italiana è un tassello fondamentale nel panorama mediatico svizzero. È la rappresentazione di tutta una realtà regionale e ancora più importante di un’identità regionale. Senza il servizio pubblico RTV essa rischierebbe di andare persa. Relativamente all’immagine femminile, trovo che la RSI abbia fatto già alcuni passi avanti e degli accorgimenti, nel senso che nelle trasmissioni e dibattiti mi sembra che venga considerata maggiormente anche la presenza e rappresentanza femminile, ma è necessario non abbassare la guardia: ospiti, tematiche, registrazioni e trasmissioni devono essere sempre valutate anche da questo punto di vista.
La CORSI ha tra i suoi compiti quello di raccogliere le attese dell’utenza verso il servizio pubblico radiotelevisivo. Quali sarebbero secondo Lei le iniziative più appropriate per dialogare su questo ambito presso la società civile?
Credo che questo ciclo sia sicuramente un buon esempio di un’iniziativa dove raccogliere le impressioni e le opinioni del pubblico. Ogni possibilità di incontro e scambio rappresenta dei canali importanti.
Altre iniziative potrebbero essere sfruttate grazie alle nuove tecnologie e ai nuovi social. Anche quelle piattaforme permettono di raccogliere le opinioni e le aspettative del pubblico, avvicinando magari anche un pubblico più giovane.
Cosa intende per “altre iniziative” e “nuovi social”? Potrebbe fare esempi concreti? Che tipologia di azione / campagna pubblicitaria potrebbe venir messa in atto dalla CORSI per raggiungere il pubblico giovane di cui le accenna?
Penso si potrebbe utilizzare Instagram o Snapchat, per citare due social utilizzati dai giovani. I giovani sono presi da mille impegni e stimoli, non hanno molto tempo, ma una fotografia e un hashtag richiedono poco tempo ma al contempo possono esprimere tanto. Riuscire a lanciare una compagna che possa permettere ai giovani di esprimersi attraverso una foto e un hashtag potrebbe riuscire a cogliere la loro attenzione. Chiaramente questo non consentirà una riflessione profonda sul servizio pubblico radiotelevisivo, ma ritengo che già il fatto di far passare il messaggio sull’esistenza e l’importanza dello stesso, nonché sul fatto che se ne può diventare in qualche modo parte attiva, sia estremamente significante.
Intervista di Veronica Del Sindaco, Segretariato CORSI