Françoise Gehring (Mendrisio, 1960)
Ho studiato Lettere all'Università di Ginevra, dove ho visto nascere la prima libreria per donne, L’Inédite. Femminista, lotto da sempre per le pari opportunità. Mi porto appresso origini bizantine e cime tempestose; irrequieta, fatico a trovare terra ferma… e si vede dalla mia mobilità professionale. Sono nata con una matita in mano. Forse per questo sono diventata giornalista. Presumo che la voglia di combattere ingiustizie e discriminazioni mi abbia spinto a lavorare anche come sindacalista.
Come socia della CORSI, seguo da vicino le dinamiche della comunicazione che riguardano i media , in particolare radio e TV che hanno un peso notevole nella formazione dell’opinione pubblica. Sulla questione della parità ritengo che ci sia ancora moltissimo da fare per proporre davvero un altro genere di informazione. Il punto non è affidare alle donne un ruolo - possibilmente secondario - per mettersi la coscienza a posto. Oppure, in base ad una visione paternalistica e patriarcale, attribuire loro un ruolo di accompagnamento, mentre l’uomo mantiene la propria centralità. Il punto è mettere le donne al centro, le donne sulla scena, sotto i riflettori, da protagoniste, da editorialiste. Dare spazio alle donne – non gli spazi residui – significa allargare l’universo che abitiamo tutti, uomini e donne. Significa dare conto di una parte della società non solo attraverso gli occhi degli uomini. Significa rappresentare davvero la società nel suo insieme. L’appello del Gruppo Gender-COVID 19 ha voluto in un certo senso squarciare il silenzio, denunciare una situazione di disuguaglianza che si tende sbrigativamente a ridimensionare dando ancora colpa alle donne: «non vogliono apparire»; «non si fanno avanti», come se agli uomini si chiedesse di farsi avanti. Troppo facile. Troppo facile continuare con il muro di gomma, tanto per fare rimbalzare la palla nello stesso campo nella speranza di cogliere tutte e tutti per sfinimento. È ora di partire o ripartire da una certezza: le donne competenti e a tutti i livelli ci sono.
Leggete anche il suo contributo pubblicato sul Corriere del Ticino "Emergenza e informazione: un altro genere di notizie"