Il 5 settembre 2019 presso lo Studio 2 RSI di Lugano – Besso (ore 18:00) si terrà la 5° serata pubblica della serie di eventi "Quando il leader è donna". Ospite della serata sarà Vania Alleva, la presidente del più grande sindacato svizzero.
Per capire cosa aspettarci dalla serata, abbiamo intervistato Giangiorgio Gargantini, Segretario sindacale e resp. sezione sottoceneri di UNIA, neoeletto in Consiglio regionale della CORSI per il quadriennio 2020-2023.
Se fosse Lei a intervistare Vania Alleva, cosa sarebbe curioso di chiederle?
L’anno in corso è stato caratterizzato dalla straordinaria mobilitazione delle donne nella giornata di sciopero del 14 giugno. Per questo, chiederei a Vania Alleva se lo sguardo portato su di lei e sul suo ruolo, all’interno come all’esterno dell’organizzazione, sia cambiato dopo questa giornata, per valutare se il cambiamento di mentalità tanto invocato (e necessario) è effettivamente possibile, o se addirittura fosse (finalmente!) già in corso.
Lei lavora presso UNIA dal 2014: conosce personalmente la sig.ra Alleva? Vede differenze di conduzione al femminile rispetto alle precedenti presidenze maschili? Quali sono secondo lei i pregi che deve avere un rappresentante di categoria (uomo o donna che sia)?
Al momento del mio arrivo in UNIA, la presidente era già Vania Alleva, che conosco personalmente e con cui ho già avuto la fortuna ed il piacere di collaborare direttamente. Anche nella mia precedente esperienza sindacale il posto equivalente a quello occupato da Vania Alleva era occupato da una donna, per cui non ho vissuto modelli alternativi per quanto attiene alla mia esperienza sindacale. Ma le qualità che si devono dimostrare occupando queste posizioni non sono e non devono essere catalogabili come “femminili” o “maschili”. Empatia, ascolto di qualità, umiltà, ma anche, carisma, coraggio e capacità decisionali, sono secondo me le qualità essenziali e decisive, al di là di ogni ulteriore categorizzazione.
Crede che l’età cosa sia un fattore essenziale per raggiungere una posizione di tale livello?
Non credo che l’età sia un fattore determinante. Al giorno d’oggi, i percorsi di vita di ognuno di noi possono essere a tal punto diversi che l’età diventa un elemento secondario. Ad esempio, essa ha meno impatto che l’esperienza, altro fattore che mi piace citare in questo contesto proprio perché sia messo in parallelo (e nel contempo in opposizione) all’età anagrafica.
All’interno di UNIA l’italofonia gioca un ruolo importante?
Senz’altro, l’italofonia gioca un ruolo importante all’interno del sindacato. Questo, sia a livello della direzione nazionale (dove Vania Alleva non è per altro l’unico membro italofono) che della rappresentanza delle regioni, dove quella ticinese svolge un ruolo estremamente importante, ben al di là della sua reale rappresentanza geografica.
Quanto contribuisce il servizio pubblico radiotelevisivo nella valorizzazione della lingua italiana in Svizzera? E a suo giudizio la RTV rispecchia in modo confacente l’immagine femminile nel mondo professionale? Cosa ne pensa di quanto fa sinora la RSI?
Ho vissuto per quasi venti anni fuori dal Ticino, a Ginevra. Per me come per molti altri ticinesi fuori cantone la RTV è stato un canale essenziale per mantenermi vicino al Ticino, e ho potuto constatare come anche per altri amici romandi fosse spesso una “finestra” sull’italofonia. Quindi, considero assolutamente che questo servizio contribuisca in modo essenziale alla valorizzazione della lingua italiana.
L’immagine della donna nel mondo professionale è estremamente variata, a seconda del settore, delle differenti realtà aziendali e delle eventuali gerarchie. E anche all’interno della radiotelevisione, in questo fedele specchio della realtà sociale, queste varietà sono rappresentate. La RSI deve quindi ancora lavorare, prendendo in questo spunto dalle rivendicazioni messe in evidenza dal quasi mezzo milione di manifestanti che lo scorso 14 giugno hanno riempito le piazze di tutto il paese.
La CORSI ha tra i suoi compiti quello di raccogliere le attese dell’utenza verso il servizio pubblico radiotelevisivo. Quali sarebbero secondo Lei le iniziative più appropriate per dialogare su questo ambito presso la società civile?
Ogni occasione di incontro e scambio con la società civile è potenzialmente un’iniziativa importante: ad esempio, questo ciclo di serate pubbliche è senz’altro stata una buona iniziativa. La nozione di “società civile” è per altro molto fluida. Prima di esserne espressione in senso lato, ognuno di noi è risultante della sua realtà, individuale come lavorativa. Da sindacalista, cercherò di rappresentare il mondo del lavoro all’interno della CORSI, a partire dalla realtà del personale della RSI, ma rappresentando anche il vissuto generale di un tessuto lavorativo molto più ampio, con tutte le sue contraddizioni e le sue (sempre più numerose) difficoltà. Il dialogo parte dalla conoscenza e dal confronto giornaliero, per cui ogni iniziativa di incontro e confronto sarà quindi benvenuta.
Intervista di Veronica Del Sindaco, Segretariato CORSI