In vista dell’evento organizzato dalla SSR Svizzera italiana CORSI in collaborazione con il Comitato della Sagra dell’Uva di Mendrisio previsto il prossimo 26 settembre 2024, abbiamo intervistato per voi Antonio Fontana, Presidente della Sagra dal 2012 e Responsabile Dati Processi e Sistemi alla RSI.
Quando e quale motivazione ti hanno spianto ad entrare a far parte del Comitato della manifestazione?
Diciamo che è una tradizione di famiglia. Mio padre è stato presidente per anni e in casa abbiamo sempre respirato l’aria della Sagra. È un piacere contribuire nel far proseguire questa bella tradizione del Mendrisiotto.
Ho svolto diverse mansioni anche prima ma sono entrato a far parte del comitato agli inizi degli anni 2000 assumendo la carica di presidente dal 2012.
Questa attività di volontariato richiede un impegno costante mio e dei colleghi di comitato praticamente per tutto l’anno e vede il periodo clou a partire dal mese di aprile.
La grande soddisfazione è vedere il clima di festa e di allegria che si viene a creare in questi tre giorni di fine settembre.
La Sagra dell’uva è un appuntamento imprescindibile per molti ticinesi, e non solo. Cosa ti aspetti da questa prossima edizione 2024?
Quest’anno abbiamo apportato alcune modifiche al programma, spero che possano essere apprezzate.
Avremo una decina di corti aperte, proporremo il “Villaggio dell’uva e della musica” in Piazzale alla Valle e concentreremo gli spettacoli culturali al Chiostro dei Serviti con un ricco programma.
Oltre a rendere meno dispersiva la proposta musicale e culturale con queste modifiche è nostra intenzione valorizzare il “Piazzale alla Valle” con la presenza di diversi produttori di vino associata ad una proposta gastronomica interessante.
La RSI, sia nel suo palinsesto ma anche come informazione, ha sempre dato importanza a manifestazioni come la Sagra dell’uva che tramandano tradizioni e che hanno uno stretto legame con il nostro territorio. Come valuti la sua presenza e l’importanza della sua missione in questo senso?
Credo che la presenza di RSI a manifestazioni di questo tipo sia molto importante. Non dimentichiamo che questo genere di eventi può essere ripreso, approfondito (con una qualità non trascurabile), divulgato e archiviato solo da chi, anche per mandato pubblico, ne ha la volontà, la possibilità e le risorse.
Se vogliamo che queste tradizioni rimangano vive, il lavoro della RSI è molto importante e difficilmente proponibile da altre piattaforme.
Secondo il mio parere RSI si sta impegnando molto per rendere partecipe il pubblico a queste manifestazioni rafforzando la presenza sul territorio.
Un ruolo molto importante è svolto dagli archivi RSI che permettono di memorizzare a tempo indeterminato questo materiale che non è possibile reperire altrove.
Parlando proprio di Archivi, come giustamente hai detto, importante è il loro ruolo e molti sono i filmati che ritraggono la Sagra dell’uva, e la sua storia in tutte queste edizioni. Quanto è importante secondo te lasciare traccia alle generazioni future e tramandare queste tradizioni?
Credo che conservare la memoria storica delle nostre tradizioni sia fondamentale e ciò è un compito difficile.
Difficile perché è necessario che qualcuno se ne interessi al momento dell’evento, che ci sia la volontà e la possibilità di arricchire questi filmati con metadati di qualità, che siano disponibili strumenti tecnici che permettano la ricerca e il riutilizzo di questo materiale e che lo stesso sia disponibile in buona qualità.
Anche le piattaforme di fruizione di questi contenuti devono esistere e permettere a tutti di accedervi in una forma semplice.
Con la trasformazione degli archivi RSI che sono stati digitalizzati dal 2003, è stato possibile rendere fruibile tutto il materiale raccolto in una modalità estremamente efficace. Il riutilizzo del nostro patrimonio storico è reso possibile, oltre che dalla tecnica costantemente aggiornata, anche dal grande lavoro di documentazione svolto dagli archivisti.
Sappiamo che una volta la manifestazione era destinata principalmente agli abitanti del mendrisiotto: negli anni è cresciuta ed ora il pubblico proviene da tutto il Cantone (ed oltre). Per quale motivo si è scelto di ampliarla anche dal punto di vista gastronomico o dei servizi offerti?
Come tutto anche le manifestazioni di questo genere subiscono una certa evoluzione che segue le caratteristiche e le abitudini della società.
Probabilmente non è possibile conservare nel tempo il significato originale di queste feste ma è possibile, modificandone i contenuti, rendere queste manifestazioni ancora interessanti.
Uno degli aspetti è senz’altro quello gastronomico che permette di far conoscere le nostre abitudini culinarie (e festaiole) anche a chi non è del posto.
Qualche cenno storico:
Iniziata come esposizione delle Uve del Mendrisiotto, prima della Guerra si chiamava “Festa della Vendemmia” e si teneva a Balerna. Dopo la Guerra spostamento a Mendrisio al mercato coperto. In quegli anni oltre all’esposizione delle uve, si svolgeva anche il corteo e veniva offerto il risotto.
È venuto poi il momento in cui il Mendrisiotto si è “convertito” quasi totalmente all’uva Merlot e l’esposizione dei differenti uvaggi non aveva più un gran senso. La festa si è spostata nella zona delle cantine di Mendrisio senza riscuotere un grande successo, la zona era decentrata e lo spazio a disposizione ridotto. Si è dunque proposto l’insediamento della festa dapprima nella zona nord del nucleo per poi occupare l’intero centro storico. È in quel momento che si è incominciato ad usare le corti il cui numero si è ampliato sempre più raggiungendo una quindicina di corti allestite.
È in questo periodo che si è avuto l’incremento maggiore dell’offerta gastronomica che, a causa delle numerose ristrutturazioni degli edifici del nucleo con la conseguente rinuncia da parte dei proprietari a concedere la propria corte per la festa, ha dovuto essere proposta anche in altri luoghi come piazze e piazzali, permettendo a tutte le società interessate di partecipare.
Dell’Uva è rimasta solo il fil-rouge della festa, che rimane per il Mendrisiotto un evento dove ci si incontra senza bisogno di darsi appuntamento.
Veronica Delsindaco, Segretariato SSR.CORSI