Una piattaforma di streaming in cui trovare serie, film e documentari di tutte le regioni linguistiche svizzere sottotitolati in tutte le lingue nazionali. È PlaySuisse, la piattaforma SSR lanciata in novembre, che offre il meglio di quanto prodotto da RSI, SRF, RTS e RTR. Ma come sta andando? E come funziona veramente? Ne abbiamo parlato con due collaboratrici RSI che lavorano per questo progetto: Monica Santoro, project manager, e Caterina Saldarini, referente editoriale.
Perché la SSR ha deciso di lanciare una piattaforma nazionale di streaming per le proprie produzioni?
MS : “L’idea ha preso forma dopo la votazione sulla No Billag e la promessa della SSR di rimanere al passo con l’evoluzione delle abitudini di consumo del pubblico. Per adempiere al suo mandato la SSR vuole (e deve) raggiungere il pubblico là dove il pubblico si trova. Visto il boom delle piattaforme di streaming con contenuti on demand degli ultimi anni (e il calo della fruizione lineare, cioè in diretta), si è deciso di andare in quella direzione, creando una piattaforma nazionale che riunisse i prodotti di tutte le unità aziendali SSR, in pieno spirito di coesione nazionale”.
PlaySuisse è stata lanciata in novembre, un bel momento visto che la pandemia ha dato un ulteriore slancio alle piattaforme di streaming…
CS: “Sì, è vero, sicuramente la pandemia ha accelerato il processo di spostamento del pubblico verso questo tipo di consumo”.
In generale che riscontro ha avuto Play Suisse dal suo lancio in novembre a oggi?
MS: “Il riscontro è positivo, sia da parte dell’opinione pubblica che dal punto di vista del consumo. È evidente che è questa la direzione da prendere, ma la piattaforma è appena nata, è ancora presto per fare un vero bilancio. Non può comunque essere paragonata alle piattaforme internazionali come Netflix, anche perché per il momento Play Suisse non offre contenuti prodotti ad hoc, ma raccoglie il meglio della produzione lineare delle varie regioni linguistiche”.
Tutto o sottotitolato, giusto?
MS: “Sì, perché Play Suisse risponde anche a un altro obiettivo del servizio pubblico radiotelevisivo: cioè promuovere la coesione nazionale. Il fatto che si trovino contenuti sottotitolati in tutte le altre lingue nazionali aiuta a far conoscere le altre regioni linguistiche”.
CS: “Dà una grande visibilità anche a prodotti altrimenti molto regionali, come quelli romanci. Un bell’esempio è la serie “Metta da fein”, girata tutta in romancio: grazie a Play Suisse ha avuto un buon riscontro nazionale, che altrimenti non avrebbe avuto”.
E nella Svizzera italiana quanto è conosciuta e utilizzata PlaySuisse?
MS: “Per il momento non ci sono dati divisi per regione linguistica, ma solo a livello nazionale”.
Quali contenuti hanno avuto più successo in questi primi mesi?
CS: “I contenuti più apprezzati sono sicuramente le serie di fiction, in linea con le altre piattaforme di streaming. Funzionano bene le fiction storiche/tematiche, come “Il prezzo della pace”. Rappresentano anche un’occasione per valorizzare altri contenuti interessanti prodotti dalla SSR e correlati al tema. Accanto alla serie scelta infatti, il pubblico può avere la possibilità di trovare una raccolta di produzioni relazionate al tema centrale”.
MS: “Dietro a questa selezione di proposte c’è un grande lavoro dei referenti editoriali come Caterina, che vanno a vedere tutte le produzioni in tutte le lingue nazionali, per trovare contenuti interessanti”.
CS: “Per esempio per i 90 anni della SSR SRG stiamo lavorando alla raccolta di produzioni (collaboriamo con gli archivi ma anche con le varie redazioni di tutte le unità aziendali)”.
MS: “Si può dire che questo progetto ha creato anche maggiore contatto e interazioni fra le varie unità aziendali”.
Al momento del lancio, tutti i contenuti sono stati o sottotitolati in tutte le lingue nazionali. Questo aspetto sarà garantito anche in futuro?
MS: “Certo, la presenza dei sottotitoli è la condizione perché qualcosa sia inserito su Play Suisse”.