Con questo numero si inaugura la collaborazione tra la CORSI (Società cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana) e il Corriere degli Italiani.
Cio’ che accomuna la CORSI al Corriere è evidentemente già nel nome. La promozione dell’italiano inteso come lingua e della italianità in tutte le sue declinazioni culturali. Il Corriere è un giornale che esiste in Svizzera da quasi 60 anni difendendo e rafforzando i temi cari ai tanti italiani presenti in territorio elvetico e nel mondo. Con la consapevolezza di voler mettere i suoi valori e tutto cio’ che rappresenta al servizio della comunità italiana e italofona, la COR- SI intende rivolgersi ai lettori del Corriere e renderli edotti sulle numerose attività svolte offrendo spunti di riflessione relativi al servizio pubblico della RTV della Società svizzera di Radiotelevisione SGR SSR.
Ma passiamo alle presentazioni: la CORSI (Società cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana) è la società regionale che rappresenta gli utenti di lingua ita- liana della radiotelevisione di ser- vizio pubblico in Svizzera, cioè gli ascoltatori e gli spettatori della RSI. In particolare la CORSI fa parte della Associazione SSR. La SSR si compone di quattro società regionali – SRG Deutschschweiz (SRG.D), Société de radiodiffusion et de télévision de la Suisse romande (RTSR), Società cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (CORSI) e SRG SSR Svizra Rumantscha (SRG.R) – per un totale di 23 700 soci.
La missione consiste nel fare da garante sui contenuti e sulla qualità dell’offerta editoriale e dei programmi, nel rispetto del mandato federale.
Questo compito di vigilanza spetta principalmente ai suoi organi istituzionali. Essa si adopera affinchè, per il tramite della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, siano prodotti, elaborati e diffusi programmi radiofonici e televisivi, e ulteriori offerte editoriali di lingua italiana in Svizzera, che contribuiscono all’informazione, allo sviluppo culturale, alla libera formazione dell’opinione, alla formazione individuale e all’intrattenimento del pubblico.
La CORSI, secondo lo Statuto, interpreta l’identità del paese e pro- muove la specificità della Svizzera italiana nel contesto nazionale. La società vigila affinché attraverso detti programmi siano tutelate ed affermate le caratteristiche linguistiche e culturali della Svizzera ita- liana e i valori dell’italianità in Svizzera.
Il 29 agosto 2018 il Consiglio Federale ha emanato la nuova Concessione per la SSR che prevede l’obbligo di sviluppare un dialogo intenso con il pubblico che implica la riorganizzazione del rapporto di scambio con la società civile. Il compito è particolarmente importante per la CORSI che si è affermata negli anni come “ponte” tra l’azienda radiotelevisiva e la cittadinanza per farsi interprete delle attese del pubblico verso i programmi della RSI.
La CORSI è dunque anche chiamata a promuovere e mantenere vivo il dibattito sul ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo, creando opportunità di dialogo e di incontro fra la popolazione e i collaboratori della RSI, contribuendo così a radicare l’azienda nel suo territorio di riferimento.
Gli eventi e le iniziative della CORSI rappresentano un’occasione unica per confrontarsi con tutte le fasce
di pubblico e raccogliere opinioni, attese e suggerimenti utili che la Società cooperativa può trasmettere ai responsabili delle trasmissioni e dei vari dipartimenti.
Un po’ di storia: come nasce la CORSI
La diffusione in Svizzera di programmi radiofonici in lingua italiana iniziò nel 1924 con l’entrata in funzione dello studio di Zurigo, al quale era stato affidato anche il compito di promuovere gli interessi della comunità italofona a sud delle Alpi.
Il 27 maggio 1930 il Gran consiglio ticinese approvò la costituzione dell’Ente autonomo per la radiodiffusione nella Svizzera italiana (EARSI). Non essendo sufficientemente tutelati diritti e interessi del Grigioni italiano, ancora nel corso dello stesso anno Berna impose al Ticino una modifica legislativa che assicurasse al canton Grigioni un posto nel consiglio direttivo dell’ente. L’iter procedurale, tuttavia, si rivelò assai lungo, non da ultimo per il rinnovo della concessione federale accordato solo il 30 novembre 1936. Anche la successiva proposta del Consiglio di Stato e dello stesso EARSI di creare un Istituto di radiodiffusione della Svizzera italiana (IRSI), con personalità giuridica propria e costituito dai cantoni Ticino e Grigioni, si trovò presto ad affrontare un percorso tortuoso. Tra il 1933 e il 1936 l’EARSI fu oggetto di ripetute campagne di stampa, tanto che nel 1937 l’allora direttore dell’Ente autonomo Felice Vitali sollecitò il Consiglio di Stato a promuovere presso l’autorità di sorveglianza un’inchiesta, poi affidata al giudice federale Plinio Bolla. Questi propose la cessione di attivi e passivi dell’EARSI a una cooperativa di interesse pubblico, il cui decreto legislativo che ne sancì la costituzione fu votato dal Gran Consiglio ticinese il 22 settembre 1938. Il progetto di statuto elaborato dal giudice Bol- la prevedeva fra l’altro che «accanto al Ticino, al Grigione ed agli aderenti dell’Ente autonomo potranno diventare soci fondatori della cooperativa le persone fisiche, le persone giuridiche e le società commerciali, le corporazioni e gli istituti di diritto pubblico o di carattere ecclesiastico che sottoscriveranno e libereranno in pari tempo da uno a cinque certificati di quota da fr. 100 cadauno. (...) La cooperativa sarà amministrata da un comitato di sette membri, di cui tre eletti dall’assemblea generale, tre designati dal Consiglio di Stato del Canton Ticino ed uno designato dal Piccolo Consiglio del Canton Grigione».
Il comitato promotore della costituzione della CORSI (Cooperativa per la radiodiffusione nella Svizzera italiana), convocò l’assemblea costitutiva per il 29 dicembre 1938 che, approvato il contratto di cessione con l’EARSI e gli statuti, elesse Guglielmo Canevascini (207 voti), Riccardo Rossi (202) e Fulvio Bolla (201) quali membri di nomina assembleare. Revisori furono nominati i rag. Carlo Viscardi e Virgilio Bertini (supplente).
Il 27 gennaio 1939 il Consiglio di Stato ticinese designò i suoi rappresentanti. In occasione della sua prima riunione, il 28 febbraio 1939, il comitato della CORSI elesse Enrico Celio alla presidenza, Guglielmo Canevascini alla vicepresidenza e Riccardo Rossi quale delegato al co- mitato centrale della Società svizzera di radiodiffusione.
Da allora la CORSI, attraverso la produzione e la diffusione di programmi radiofonici e televisivi, «contribuisce all’informazione, allo sviluppo culturale, alla libera formazione dell’opinione, alla formazione individuale e all’intrattenimento del pubblico; essa interpreta l’identità del paese e promuove la specificità della Svizzera italiana nel contesto nazionale», nonché «tutela ed af- ferma le caratteristiche linguistiche e culturali della Svizzera italiana e i valori dell’italianità in Svizzera» come recita l’articolo 2 dello statuto. Nel corso degli anni vi sono state parecchie revisioni degli statuti, ma la forma della Cooperativa, nonché la finalità di tutela delle caratteristiche italofone dei programmi della RSI sono state mantenute. Attualmente la CORSI è presieduta da Luigi Pedrazzini, e il Comitato è composto da Anna Biscossa, Giacomo Garzoli, Gabriele Gendotti, Fabrizio Keller, Maurizio Michael e Michele Rossi.
La composizione della CORSI e l’importanza del pubblico
La consapevolezza che il servizio pubblico sia frutto di un confronto costruttivo con i suoi fruitori spiega la presenza, tra gli organi della CORSI del Consiglio del pubblico che infatti rappresenta più da vicino l’utenza radiotelevisiva e ha un compito di analisi e critica nei confronti dei prodotti diffusi dalla RSI. Nell’esercizio delle sue facoltà, mantiene i contatti con i responsabili di programma e può sottoporre le proprie questioni al Consiglio regionale, rispettivamente al Comita- to del Consiglio regionale. È tenuto a presentare un rapporto annuale all’Assemblea dei soci ma gode di autonomia di pubblicazione. I rapporti dei monitoraggi svolti dal Consiglio del pubblico sui programmi della RSI vengono regolarmente pubblicati sul sito www.corsi-rsi.ch e d’ora in avanti anche sul Corriere degli Italiani 2 volte al mese.
Il ruolo dei media e quello della CORSI/SSR nel mondo attuale
Nel corso degli ultimi 90 anni circa, la SSR quale associazione mantello ha conosciuto alcune riforme fondamentali delle proprie strutture. Ciò le ha consentito di adeguarsi alle trasformazioni tecniche e sociali nel frattempo intervenute, a partire dalla legge sui media elettronici, ad oggi in fase di revisione parziale. D’altro canto, noi tutti viviamo oggi in un mondo caratterizzato da una trasformazione digitale permanente e in continua accelerazione. Le informazioni e l’intrattenimento sono a portata di mano sempre e ovunque, tramite tutti i dispositivi possibili e immaginabili. Il panora- ma informativo è sempre più domi- nato da giganti internazionali come Facebook, Google e YouTube o, in ultimo, Instagram, Twitter.
Anche la SSR diffonde oggi le proprie offerte tramite questi canali per poter raggiungere il pubblico, in particolare le giovani generazioni, laddove queste cercano quotidianamente le informazioni. Queste nuove forme di fruizione hanno però il difetto di slegare fortemente i contenuti dai marchi mediatici che li hanno prodotti. Gli utenti di Facebook o YouTube non riconoscono dunque necessariamente nella RSI o nella SSR i diffusori originari dei contenuti.
Questo cambiamento epocale del comportamento di consumo mediatico giustifica la continua evoluzione della SSR e della CORSI è uno dei motivi della collaborazione con il Corriere degli Italiani: ascoltare la voce degli italiani e dell’italianità anche d’oltralpe e nel- lo stesso tempo offrire contenuti e programmi che rispettino pluralismo e diversità così da garantire un servizio pubblico vario e in- dipendente.
Il motivo è presto detto: in un mondo globalizzato e veloce come il nostro la notizia è tutto e dunque chi fa il servizio pubblico ha il dovere di proporre informazioni non contaminate da qualsiasi forma di influenza. Una volta offerto un servizio di qualità a monte e a valle di qualsiasi decisione è per la CORSI fondamentale la voce del pubblico, a tal punto da forgiare l’offerta del servizio pubblico. Ciò dimostra il totale affidamento della SSR è della CORSI al pubblico che può esercitare individualmente o in seno agli organi, entro i limiti previsti dallo Statuto, un influsso sull’orientamento e sulla qualità dei programmi. In particolare, ad eccezione che per il consu- mo delle offerte mediatiche dell’azienda SSR, l’associazione mantello offre soprattutto la possibilità di contribuire in modo silenzioso e appassionato al miglioramento del servizio pubblico audiovisivo. Nonostante le difficoltà nel coinvolgere i giovani, gli studi hanno dimostrato che questi continuano a manifestare interesse per le questioni sociali o politiche. Non lo fanno però più nel quadro di strutture partitiche rigide, ma nell’ambito di comunità dinamiche, che si formano per la realizzazione di singole iniziative o specifici progetti per poi sciogliersi una volta raggiunto l’obiettivo. Per tale motivo la SSR ha adottato un nuovo approccio per convincere i giovani svizzeri dell’importanza dei media indipendenti e della solidarietà tra regioni linguistiche. La SRG.D si sta già muovendo in questa direzione con la sua piattaforma SRG Insider.
Quello che la SSR vuole salvaguardare è la sua identità che possiamo definire “il luogo dove avviene il dibattito, dove diversi gruppi di popolazione possono incontrarsi per scambi di idee».
Tenendo fermo questo obiettivo, poiché da un’offerta unidirezionale (da parte della SSR) si sta passando ad una cultura che rende il pubblico più partecipe, il ruolo della CORSI è quello di introdurre nuove modalità di coinvolgimento del pubblico, facendo in modo che questo cambiamento tenga conto della pluralità della società civile e avvenga nel rispetto del mandato del pubblico.
I media dell’era digitale fungono, sempre di più, da piattaforma e ospitano siti con vari contenuti e servizi, incluse offerte prodotte da altri.
La CORSI, quale garante del rispetto del mandato di servizio pubblico, svolge un ruolo proattivo in termini di valorizzazione dell’offerta di programmi di alta qualità prodotti dalla SSR e vigila sull’inclusione di contenuti prodotti da altri.
Il valore sociale del servizio pubblico
L’esistenza stessa della SSR è racchiusa in questa definizione e sulle ricadute pratiche che questo comporta, riassumibili in un binomio perfetto: servizio pubblico.
Sistema che è stato messo seriamente in dicussione lo scorso anno per poi uscire rafforzato da un confronto che ne ha messo in evidenza i punti di forza e indicato la strada per il miglioramento.
Basta osservare la Svizzera nel suo complesso per concordare sull’esito del referendum dello scorso anno cd. “No Billag”.
Quattro diverse regioni culturali e linguistiche, per un paese abitato da meno di otto milioni di abitanti: la Svizzera non potrebbe disporre di un’offerta mediatica equivalente su tutto il territorio – in termini quantitativi e qualitativi – senza il mandato di servizio pubblico attribuito alla SRG SSR, società svizzera di radiotelevisione. Un mandato reso possibile dalla solidarietà tra maggioranze e minoranze, che è uno dei pilastri del federalismo elvetico.
La SSR offre un contributo prezioso alla coesione tra le varie realtà del Paese, allo scambio tra le regioni linguistiche e alla comprensione reciproca delle molteplici culture presenti nel territorio.
In altre parole, la SSR si distanzia dalle emittenti commerciali perché: tiene in considerazione non solo tutte le regioni linguistiche ma anche le minoranze e le maggioranze, offre una ricca gamma di tematiche, contenuti e formati, non si limita a rappresentare la cultura, ma la crea in prima persona, ricerca in primo luogo la qualità, la credibilità e la rilevanza dei temi e non l’audience, è indipendente dagli interessi politici ed economici. Il servizio pubblico della SSR assicura alla Svizzera la copertura dei programmi radiofonici e televisivi e la pluralità delle opinioni. Così facendo, rappresenta la realtà svizzera in tutti i settori social- mente più importanti politica, cultura, economia, società, sport, intrattenimento sia sul piano nazionale che regional-linguistico e in campo radiofonico anche a livello locale.
Che cosa assicura, dunque, il servizio pubblico (radio-televisivo) e perché è così unico e insostituibile? Lo diremo ai nostri lettori del Corriere degli italiani rifacendoci al discorso di Gilles Marchand, direttore generale della SSR, che nel febbraio 2018, ha parlato di trasparenza, di efficienza, di democrazia, di pluralismo, di integrazione e identità collettiva, di ricadute economiche e sociali, di cultura e di altri aspetti che, per quanto importanti, sono tuttavia quasi dei corollari di quelli che, riassumendo un discorso molto più ampio, sono i due concetti centrali del servizio pubblico: l’universalità e la fiducia.
L’universalità del servizio pubblico si declina in due direzioni diverse. Da una parte il pubblico che deve essere considerato senza distinzione di età o di classe sociale. Il secondo aspetto di questa universalità riguarda i contenuti: il servizio pubblico deve essere generalista, affrontare tutti i temi la vera differenza rispetto ad un’emittente privata è che il servizio pubblico non segue il “marketing della domanda”, offrendo semplicemente quello che il pubblico chiede, ma deve seguire il “marketing dell’offerta”: conoscere il pubblico per riuscire a proporgli dei contenuti nuovi, diversi, a volte persino disorientanti. Il secondo concetto chiave del servizio pubblico riguarda la fiducia. E se l’universalità è in un certo senso l’inizio, l’idea da cui si parte, la fiducia è la fine, il risultato finale. Perché il fatto di avere (una parte) delle risorse assicurate dal canone non significa che il servizio pubblico non debba guardare i risultati. Semplicemente non si misurano (soltanto) con il numero di ascoltatori e spettatori. Il vero risultato del servizio pubblico non è neppure il gradimento – per quanto anche questo certamente molto importante – ma, appunto, la fiducia nel pubblico «che si ottiene non solo per i programmi, ma anche per l’atteggia- mento, la discussione, l’apertura: se avete delle critiche, formulatele, se avete dei problemi, diteli» ha affermato Marchand.
Quando c’è questa fiducia, il servizio pubblico appartiene al pubblico. In tal senso la CORSI, intende portare il suo bagaglio di competenze tra i lettori del Corriere degli Italiani e al contempo attingere dagli stessi per interpretare al meglio il mandato del servizio pubblico.