Sabato 14 aprile 2018 alle ore 17:00 presso il Centro scolastico di Castel San Pietro sarà inaugurato un nuovo Totem RSI.
Abbiamo intervistato, in questa occasione, Silvia Crivelli Ghirlanda, curatrice del Museo etnografico della Valle di Muggio (MEVM) per capire, in particolar modo, quanto questo progetto possa servire alla regione per riscoprire la memoria del passato.
I Totem RSI sono iniziative editoriali della Radiotelevisione Svizzera di lingua italiana sviluppati in collaborazione con la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) e con il sostegno della CORSI. Nel 2011, il progetto Totem RSI presentato da RSI e SUPSI, ha vinto il premio Most Innovative Use on Archive della Federazione internazionale degli archivi FIAT/IFTA.
Con i suoi Totem, la RSI crea veri e propri luoghi di memoria che sono anche occasioni di incontro dove passato e presente si intrecciano. Essi sono pensati per facilitare la scoperta e la riscoperta della memoria storica, sociale e culturale della Svizzera italiana grazie alle preziose testimonianze conservate presso le Teche RSI che sono agevolmente fruibili in formato digitale. Un vero e proprio veicolo di conoscenza e quindi ben rispondente agli intenti contenuti nella Concessione federale che regola il servizio pubblico radiotelevisivo. Per questo la CORSI ha fortemente sostenuto e continua a contribuire allo sviluppo di questo progetto.
Li possiamo interpretare come finestre sulla nostra storia, oppure come libri multimediali capaci di intrecciare passato e presente e di portare alla luce, nonché valorizzare e promuovere l’immenso patrimonio che la RSI custodisce e alimenta dall’inizio degli anni Trenta con oltre 400'000 ore di contenuti audiovisivi.
Il 14 aprile alle 17.00, nel Centro scolastico di Castel San Pietro sarà inaugurato, proprio in Valle di Muggio, un altro Totem RSI. Un modo concreto per essere sempre più vicini ai propri telespettatori e radioascoltatori e per dire loro, a chiare lettere, che gli archivi della RSI stanno anche a loro piena disposizione. Un messaggio che merita la nostra attenzione.
All’inaugurazione di questo Totem RSI interverrà anche Silvia Crivelli Ghirlanda, curatrice del Museo etnografico della Valle di Muggio (MEVM) (www.mevm.ch) che si è prodigata per dotare di una simile installazione Casa Cantoni a Cabbio, sede del MEVM. Questa sarà infatti la collocazione definitiva del Totem RSI che andrà ad integrare la mostra allestita La Valle di Muggio allo specchio. Paesaggio incantevole, paesaggio mutevole. Abbiamo quindi scambiato qualche parola con lei, soprattutto per capire quanto questo progetto possa servire alla popolazione.
Quali materiali valorizzerete in particolare per il Totem in Valle di Muggio? In che modo avete collaborato con la RSI nella scelta del materiale?
In via generale, i documentari e le registrazioni, di cui daremo un assaggio proprio durante l’inaugurazione, sono stati accuratamente scelti dalla RSI che ha attinto alle proprie Teche. Noi, come Museo, abbiamo indicato alla RSI i criteri per la selezione e l’organizzazione del materiale da inserire nel TOTEM, in modo da rispecchiare il nostro pensiero. Sono stati perciò privilegiati tre filoni: il territorio con le sue particolarità, la società e le attività dell’uomo – che ci permettono di far memoria non solo del paesaggio e del territorio, ma anche delle persone – e, infine, il patrimonio, a cui tra l’altro L’Europa ha dedicato l’intero anno 2018. L'obiettivo dell'Anno del Patrimonio è quello di incoraggiare il maggior numero di persone a scoprire e lasciarsi coinvolgere dal patrimonio culturale. Il Totem RSI, indirettamente, contribuisce a questo progetto di più ampio respiro e svolge una funzione educativa e di conoscenza.
Che significato ha per la regione il Totem RSI? Per il suo Museo?
Da quando esiste, e sono ormai trentotto anni, il Museo etnografico della Valle di Muggio si prodiga nella valorizzazione del patrimonio culturale tradizionale. Con il suo lavoro di studio, di divulgazione, di restauro conservativo e messa in valore in ottica moderna di nevère, del Mulino di Bruzella, di graa (essiccatoi per le castagne), di cisterne per la conservazione dell’acqua piovana in ambiente carsico, col restauro di muri a secco, di roccoli, recinzioni in pietra, … ha contribuito in modo significativo a rendere consapevoli che degne di rispetto non sono solo le testimonianze della cultura nobile come chiese e ville, bensì anche le tracce lasciate dall’uomo dedito ad attività umili come quelle rurali. Grazie ai progetti promossi dal MEVM numerose testimonianze della civiltà rurale sono state salvate dal degrado tipico di una società in rapida trasformazione.
Il nostro territorio sta vivendo un cambiamento epocale al quale non si dedica la necessaria attenzione. Capire e gestire questo fenomeno significa comprendere il profondo mutamento che ha interessato chi il territorio l’ha modellato: l’uomo e la società. Fedele dunque al suo fine educativo, ma anche a perseguirlo suscitando meraviglia e coinvolgimento, il MEVM si dota di un Totem RSI della memoria che integra il percorso all’interno di Casa Cantoni: un’occasione imperdibile per vedere e aiutare a capire cosa e come è cambiato il nostro territorio.
Quanto conta per finire la “memoria attiva” della popolazione?
Tantissimo e noi come Museo abbiamo un metodo specifico per “attivarla”. Salviamo gli oggetti dal deperimento, li mettiamo a disposizione della Comunità, dando loro un nuovo significato. Pensiamo ad esempio al restauro del Mulino di Bruzella: non lo abbiamo solamente reso nuovamente capace di macinare grano, ma lo abbiamo anche trasformato in un’attraente meta per una rilassante passeggiata nella natura, rispondendo così alle esigenze dell’uomo contemporaneo, un uomo che sente sempre più l’esigenza di ritemprarsi in un ambiente affascinante e armonioso. I nostri interventi nel territorio vanno visti in quest’ottica e non hanno assolutamente intenti nostalgici.
Intervista di Laura Quadri.