Il presidente del CdA Silvio Napoli ha parlato a Lugano della filosofia della società Il gruppo, presente in 100 Paesi, applica ovunque i principi di qualità e meritocrazia
di Roberto Giannetti
«La Schindler ha una cultura aziendale molto ancorata ai valori svizzeri, come la qualità, il lavoro e la discrezione. Per questo godiamo nel mondo di una immagine molto positiva, anche fra i dipendenti». Ad esprimersi così ieri a Lugano è stato Silvio Napoli, presidente del Consiglio di amministrazione della Schindler, la società elvetica che produce ascensori e scale mobili, nel corso di una serata all’Università della Svizzera italiana organizzata dalla CORSI (Società cooperativa per la Radiotelevisione svizzera di lingua italiana), in collaborazione con il Corriere del Ticino.
In un colloquio con Lino Terlizzi, editorialista del Corriere del Ticino, Silvio Napoli ha toccato svariati i temi relativi alla società e all’attualità economica.
Innanzitutto Lino Terlizzi ha fornito alcuni dati sul gruppo fondato 144 anni fa: nel 2017 ha registrato un fatturato di 10,179 miliardi di franchi, con un utile netto di 884 milioni. La società, controllata dalla famiglia Schindler, è però quotata alla Borsa di Zurigo. Come sottolineato da Terlizzi, Silvio Napoli è il primo presidente del CdA che non appartiene alla famiglia Schindler. Come è stato possibile? Silvio Napoli ha spiegato che lui, nato a Roma, dopo avere studiato Scienze dei materiali a Losanna è entrato nella società 24 anni fa, e dopo avere ricoperto diversi incarichi è stato scelto dalla famiglia per guidare il gruppo. Ha sottolineato che al momento della sua nomina c’era bisogno di qualcuno che conoscesse bene l’azienda, ed è stato scelto sulla base della meritocrazia. «Quindi – ha affermato – io lo ripeto sempre ai collaboratori, all’interno della nostra azienda c’è la possibilità per tutti di andare avanti».
Ha poi spiegato che la Schindler è sì un’azienda di famiglia quotata in Borsa, ma che per la società è importante il rigoroso rispetto della legge. «La Schindler – ha notato – è paragonabile alla Repubblica francese: prima viene scelto il presidente, al quale poi spetta il compito di scegliere il CEO. Inoltre c’è un sistema di controlli molto stretto, che è costoso, ma che nel contempo è molto utile».
Alla domanda posta da Lino Terlizzi: come mai il titolo in Borsa ha perso terreno ultimamente (è passato da 240 franchi a di 200 franchi), Silvio Napoli ha risposto che non ci sono fattori concreti, e che in fondo tutte le Borse sono arretrate. «Ma per la Schindler – ha sottolineato – è molto più importante la salute dell’azienda rispetto al valore per gli azionisti, contrariamente alle teorie che si sentono ultimamente. Noi inoltre abbiamo una visione a lungo termine». Inoltre, Schindler è passata da un valore di 270 milioni qualche decennio fa a 25 miliardi, per poi scendere a 21 miliardi. «Mi sembra che ci possa stare – ha rilevato – vista la buona performance».
Sulle esperienze da manager Silvio Napoli ha raccontato molti aneddoti, come quando, giovane ingegnere, era stato inviato dalla società in India con un budget di due milioni per aprire una succursale, ed arrivò a Nuova Delhi con moglie e due figli senza conoscere nessuno. Poi arrivò il momento di installare il primo ascensore, e fu un disastro, visto che nel Paese c’erano 50 gradi e l’ascensore non era in grado di funzionare in quelle condizioni. Con i colleghi della sede di Locarno riuscì poi a farlo partire, e ancora oggi è in funzione, anche se ammodernato.
Nell’ambito degli ascensori il mercato più importante a livello mondiale è quello cinese, visto che rappresenta il 50% del totale. Nel Paese oggi ci sono 4 ascensori ogni 1000 abitanti, mentre 15 anni fa ce n’era solo uno ogni 100 abitanti. In Svizzera ce ne sono 30 (primo posto mondiale), seguita da Spagna e USA. L’Italia ne conta 20 ogni 1000 abitanti, e fino a 15 anni fa era il mercato principale.
Sulla situazione economica mondiale, ora ci sono molte nubi all’orizzonte. A preoccupare è la guerra dei dazi, il tema della Brexit, e l’incertezza provocata dall’Italia. Ma secondo Silvio Napoli un aspetto importante è l’inversione della curva dei tassi. Infatti, nel mondo c’è un alto livello di indebitamento, e un rialzo dei tassi dovuto a un ritorno dell’inflazione rappresenta un «pericolo enorme». «Per giunta – ha aggiunto – si sta facendo strada una mentalità che vede l’azienda non come produttore di ricchezza, ma come sfruttatrice».
Per quanto riguarda il Ticino, Silvio Napoli ha detto che lo stabilimento di Locarno è una «punta di diamante» all’interno del gruppo, e si contraddistingue per l’alta qualità. Inoltre, il mercato ticinese è un po’ più difficile rispetto al resto della Svizzera, vista la forte concorrenza dall’Italia.
Fonte: Corriere del Ticino, 30.10.2018