Il 12 novembre 2019 alla Filanda di Mendrisio la CORSI presenta la serata pubblica “Dentro il servizio pubblico RSI con la CORSI: FLEX, SPAM e Wetube”.
L’evento sulle trasmissioni/prodotti RSI è il secondo di questo ciclo e ha l’obiettivo di presentare da vicino alcune trasmissioni prodotte dall’azienda RSI, coinvolgendo gli ospiti sul palco e il pubblico in sala in un dialogo, per raccoglierne le attese e le opinioni: questa è la missione della CORSI, quale società regionale che rappresenta il pubblico italofono della Società Svizzera di Radiotelevisione SSR.
In questo contesto abbiamo intervistato, Alessandro Trivilini, docente-ricercatore presso il Dipartimento tecnologie innovative della SUPSI, per conoscere il suo punto di vista.
Cosa pensa dell’attuale offerta di programmi RSI rivolta alle giovani generazioni?
Credo che i programmi dedicati ai giovani siano ben organizzati da un punto di vista temporale. Siamo in un momento storico di grandi cambiamenti, fortemente condizionato dall’impatto delle nuove tecnologie, e il solo fatto di dar loro molteplici occasioni di confronto e sfogo creativo, sfruttando le nuove tecnologie, sia un gesto dovuto e ben calibrato. Ascoltare il loro punto di vista mettendoli in costante condizione di potersi esprimere, in diverse forme e sotto diversi punti di vista, è una grande opportunità. Riuscire a creare le giuste condizioni per intercettare i loro interessi, offrendogli opportunità di partecipazione diretta in TV, radio e sui social media, è il miglior investimento che RSI possa fare, considerando il fatto che presto saranno loro gli artefici e i protagonisti della nuova società digitale.
Punto focale della serata sarà quello d’interrogarsi sul futuro dell’offerta destinata alle giovani generazioni: secondo Lei, in futuro come potrà la SSR raggiungere e coinvolgere meglio i giovani e far presa su di loro con un’offerta adeguata?
Viviamo in un’epoca mai vista prima, caratterizzata da mutamenti sociali, strutturali e culturali, da cui il meglio delle cose esce quando le persone, i colori, le culture e i progetti si mischiano per dare vita a nuove forme di creatività. Personalmente inizierei a rompere i giardinetti e i vecchi schemi, per dare seguito, con le giuste misure, rispetto e tempistiche, a gruppi di lavoro misti composti da giovani e anziani (professionalmente parlando) uniti in un terreno comune che spinge sulla condivisione del tempo, degli obiettivi e dello spazio. Sono sicuro che dopo un breve periodo di malumori, chi decide di restare darà vita a incredibili nuove opportunità e progetti, fondati sulla partecipazione e sull’entusiasmo collettivo.
Recentemente è uscito il suo libro “La Dieta digitale dei sette giorni “ che vuol essere un approccio tecnico diagnostico (swiss made) al problema crescente della dipendenza da nuove tecnologie. Il servizio pubblico radiotelevisivo in questo ambito come potrebbe posizionarsi o contribuire?
Questo è un tema molto importante, perché se non interveniamo ora per dare alle nuove generazioni gli strumenti (in fatto di consapevolezza) per misurare il proprio colesterolo digitale, con la velocità e la dirompenza dell’evoluzione delle nuove tecnologie alle porte, rischiamo di crescere una generazione poco lucida e molto immersa nel mondo virtuale. Per esempio, spiegar loro termini come “attaccamento e accudimento” è una forma di responsabilità civile. A prescindere dal mio libro, nonostante l’approccio al problema sia unico, originale e “swiss made”, il servizio pubblico potrebbe dedicare dello spazio all’alfabetizzazione digitale, in forma semplice, pragmatica e diretta, magari attraverso delle pillole continue erogate sua vari canali, una sorta di carosello 2.0, per ricordare alle persone una domanda molto semplice ma tanto efficace: “Sei tu ad usare lo smartphone, oppure è lui ad usare te?”.
Quali sarebbero secondo Lei le iniziative più appropriate che la CORSI, quale organo di mediazione tra i fruitori e la radiotelevisione pubblica, potrebbe mettere in atto per dialogare presso la società civile sugli effetti della digitalizzazione e dell’utilizzo dei nuovi media?
Personalmente seguo con molto piacere le iniziative che la CORSI ha intrapreso nel coinvolgere personaggi originali, attraverso dibattici pubblici, in cui vengono trattai temi di grande attualità interesse. Non è cosa banale. Ricordiamoci che la bacchetta magica in tema digitalizzazione non esiste, esiste invece un percorso fatto di piccole iniziative continue e concrete che nel tempo possano accompagnare tutte le persone interessate. Ecco, con queste iniziative la CORSI contribuisce sicuramente ad aumentare la qualità dei contenuti e il numero di persone che si interessano ai temi trattati. Forse, potrebbe farsi promotrice del carosello 2.0 rivolto all’alfabetizzazione digitale di cui parlavo prima.
Intervista di Veronica Del Sindaco, Segretariato CORSI