SPAM è un prodotto RSI, online a partire da settembre 2016, il cui scopo è la distribuzione di diversi tipi d’informazione ad un pubblico giovane (tra i 15 e i 24 anni) attraverso canali social ed una modalità d’interazione non convenzionale. Ne parliamo con Pablo Creti, il suo attuale responsabile:
Com’è nato Spam?
“All’interno di un laboratorio, un gruppo di colleghe e colleghi RSI (tra cui il sottoscritto) è stato incaricato di creare un prototipo di magazine di infotainment social dedicato ai giovani. È nato così Spam; un prodotto, con un taglio molto fresco, un montaggio serrato e diverse rubriche e modalità di comunicazione, che vorrebbe provare a raccontare il mondo dei ragazzi, coinvolgerli, informarli e trattare tematiche più o meno leggere, più o meno delicate, ma sempre rispettando e incontrando il loro punto di vista. Il tutto cercando di incontrare appieno quelle che sono le modalità comunicative del mondo del web e dei social network.”
Perché non tutte le idee proposte su LAB funzionano?
“Il LAB è uno spazio molto importante in cui a colleghe e colleghi RSI viene data la possibilità di sperimentare linguaggi, formati per nuovi pubblici e nuove piattaforme. In questo senso, il successo del LAB è proprio sta nel mettere a confronto esperienze e professionalità diverse per cercare di pensare a nuove soluzioni e cambiare le dinamiche di produzione classiche. Insomma, il LAB permette anche di sbagliare in uno stato in cui il prodotto è ancora embrionale, concede di correggere e correggersi, tornare sui propri passi e imparare. Questo è, secondo me, il vero punto principale e il vero successo del lavoro nella piattaforma, al di là dei diversi progetti che poi sono stati effettivamente realizzati come Spam o l’Incivile.”
Come si fa a fidelizzare un pubblico giovane?
“Penso che la cosa più importante sia garantirgli uno sguardo diretto sul loro mondo. Coinvolgerli, rispettarli come individui e non come “giovani e basta”, conoscerli, lasciarli esprimere ed essere dalla loro parte Difficilmente un approccio di diverso tipo potrebbe davvero catturare la loro attenzione. Lasciare in mano a loro progetti concreti, riguardanti il Servizio Pubblico, far loro conoscere dall’interno le sue diverse sfaccettature e sfumature, potrebbe essere una soluzione almeno in parte valida, secondo il mio parere.”
La formula funziona solo sul web? O bisognerebbe pensare a qualche programma nuovo per i giovani anche per radio e tv?
“I media di riferimento oggi come oggi per i ragazzi sono sicuramente il web e i social network. Attraverso di essi, fruiscono contenuti, si informano, cercano quello che gli piace, hanno voglia di lasciarsi incuriosire e catturare; il che permette di costruire un ponte di dialogo con loro. Farlo con modalità divertenti, originali, “diverse” ma rispettando quello che è il mandato del Servizio Pubblico è una sfida importante e fondamentale.”
C’è spazio, in RSI, in generale per i giovani? Cambierà qualcosa con i pensionamenti previsti per far fronte alle misure di risparmio?
“La RSI sta dimostrando quotidianamente di saper lavorare con e per i ragazzi. Cerca di farlo nella maniera migliore possibile, comprendendo la complessità del loro mondo, portando avanti progetti con loro e cercando di studiare prodotti costruiti da giovani per i giovani.”
Conosci le Società regionali come la CORSI e cosa pensi del suo lavoro?
“Certamente che conosco la CORSI. La promozione, la vicinanza al pubblico della RSI è sicuramente fondamentale come lavoro e la CORSI fa un lavoro eccellente in questo senso. Portare i valori del Servizio Pubblico sul territorio è quanto mai necessario.”
Intervista di Laura Quadri.