Una sala gremita e un vivace dibattito hanno caratterizzato la serata organizzata ieri dalla CORSI al Palacinema di Locarno dedicata alla trasmissione Storie della RSI. L’evento, programmato da tempo nell’ambito del ciclo “Dentro il servizio pubblico RSI con la CORSI”, giunge a pochi giorni dalla messa in onda del documentario “Città vecchia, vita nuova”, che ha suscitato diverse discussioni e reazioni. La serata, moderata da Natalia Ferrara, membro del Comitato CORSI e da Sebastiano Marvin, giornalista e operatore culturale, è stata quindi un’occasione importante per la CORSI di esercitare il proprio ruolo di mediazione, aprendo una finestra di dialogo fra i rappresentanti del servizio pubblico radiotelevisivo e i propri utenti. Come ha sottolineato in apertura il presidente della CORSI Luigi Pedrazzini, “lo scopo non è arrivare a una sentenza, ma far crescere il servizio pubblico. È fondamentale per il pubblico rispettare l’autonomia editoriale dei giornalisti ma da parte dei giornalisti è altrettanto importante ascoltare il pubblico e rispettarlo”.
Da parte loro i produttori di Storie Michael Beltrami e Consuelo Marcoli, si sono detti contenti dell’opportunità di dialogo ma hanno tenuto a evidenziare come la trasmissione abbia un taglio prettamente narrativo e offra documentari caratterizzati da uno sguardo volutamente soggettivo, senza un fine informativo o giornalistico. Uno sguardo, quello scelto dal regista Paolo Vandoni autore del documentario al centro del dibattito, apprezzato dalla giornalista Monica Piffaretti, ospite sul palco.
La serata è stata animata da molti interventi dal pubblico, nel quale erano presenti autorità politiche cittadine, abitanti e commercianti della città vecchia, nonché rappresentanti della RSI e della CORSI. Alcuni dei partecipanti si sono sentiti urtati dallo sguardo negativo sul loro quartiere emerso dal documentario.
Il sindaco Alain Scherrer ha parlato di “occasione mancata” lamentando in generale una scarsa attenzione della RSI per quanto offre la città di Locarno. Diego Erba, coordinatore del Forum per l’italiano in Svizzera, ha sottolineato come la legittima libertà espressiva del regista debba pur sempre tenere conto delle sensibilità locali. Raccontare il territorio e suscitare reazioni anche emotive è comunque un compito fondamentale del servizio pubblico secondo Anna Biscossa, già vicepresidente della CORSI: “Rinunciando a questi prodotti si perde qualcosa di preziosissimo, il rapporto stretto fra la RSI e il suo pubblico. Continuiamo a raccontare il territorio, e dibattiamone!”.
Il dibattito è arrivato anche sul tavolo del Consiglio del pubblico che a seguito di alcune sollecitazioni ha avviato negli scorsi giorni una riflessione formale. Tra i punti toccati – ha reso noto Elia Molo, membro del Consiglio – oltre al riconoscimento della qualità della produzione televisiva di “Storie” , c’è anche in particolare il malinteso nato dal titolo del documentario e la natura soggettiva del documentario, non sufficientemente evidenziata al pubblico. L’analisi proseguirà nelle prossime settimane, compreso un confronto con i responsabili del programma, e al termine saranno rese note le conclusioni.
Gli interventi incentrati sul discusso documentario dedicato alla città vecchia hanno monopolizzato come prevedibile la serata. Ma l’evento, ha ricordato più volte anche Ferrara, voleva essere una finestra di dialogo su Storie nel suo insieme. Fra gli ospiti presenti c’era infatti anche Sharon Scolari, pilota di Formula3 protagonista del documentario “Una famiglia a tutto gas”, che ha raccontato la sua esperienza molto positiva con la troupe di Storie.
di Giorgia Reclari, Segretariato CORSI