
Con la canzone “Voyage” Zoë Më rappresenterà la Svizzera durante la 69a edizione dell’Eurovision Song Contest che quest’anno si svolgerà nel nostro Paese, più precisamente a Basilea, dal 13 al 17 maggio. Abbiamo avuto il piacere di intervistarla, poche ore prima del suo Showcase tenuto presso lo Studio 2 RSI a Lugano-Besso in vista dell’attesa finale della kermesse.
Zoë, come è iniziato il tuo percorso nel mondo della musica?
Ho cominciato a scrivere la mia prima canzone all’età di dieci anni, dopo aver sentito una canzone che mi aveva molto colpita al Gurten Festival. In seguito, ho continuato a scrivere e a formarmi come musicista, frequentando anche l’accademia musicale “La Gustav”. Nel 2020 è uscito il mio primo album intitolato Momoko, che è a tutti gli effetti un disco di apprendistato, in cui ho potuto sperimentare molto. Da quel momento in poi sono arrivati i primi contatti con i produttori e le esibizioni su palchi importanti come il Montreux Jazz Festival. Anche se sono ancora giovane, ho dovuto fare un percorso già piuttosto lungo per arrivare a partecipare a questo concorso musicale.
Come hai vissuto la selezione per l’Eurovision Song Contest 2025 e soprattutto con quali sensazioni stai vivendo questa situazione di poter rappresentare il tuo Paese durante il più grande concorso musicale al mondo proprio a “casa tua”?
È davvero incredibile ed è quasi una situazione surreale. Io sono nata a Basilea, dove vivono ancora i miei nonni, ma dopo essermi trasferita a Friburgo non ci sono più veramente tornata. In questo senso è veramente un “ritorno a casa”. Credo proprio che il fatto che l’Eurovision Song Contest si svolga nella mia città natale sia davvero il frutto di un allineamento delle stelle. Sono molto contenta che questa edizione si svolga a Basilea e ne sono onorata e le reazioni positive che sono nate in seguito alla notizia della mia partecipazione alla kermesse, mi hanno aiutata a vivere questo momento con grande serenità ed energia positiva, senza particolare pressione. Essere arrivata a rappresentare la Svizzera è già un riconoscimento, al di là del piazzamento che riuscirò a raggiungere.
In passato seguivi già con interesse l’Eurovision Song Contest? C’è un’edizione a cui sei particolarmente legata o che ha influenzato la tua carriera musicale?
La prima canzone che mi ricordo dell’Eurovision Song Contest è “Satellite” di Lena che concorse per la Germania nell’edizione 2010 tenutasi a Oslo. Poi ho cominciato a sentire le canzoni vincitrici della kermesse negli anni. È solo però con l’edizione del 2021 di Rotterdam, che ha visto la vittoria del gruppo italiano Maneskin con la canzone “Zitti e buoni!” che ho iniziato a rendermi conto di tutto quello che ruota attorno a questa manifestazione.
Come è nato il testo di “Voyage” e quando hai capito che poteva essere un brano adatto all’Eurovision Song Contest?
Ho sempre pensato che se mai avessi partecipato a un concorso di questa portata la canzone che avrei portato avrebbe dovuto raffigurarmi. Essendo anche autrice delle mie canzoni, ho voluto sin da subito che il testo portasse qualcosa in cui credo fermamente. Sono convinta che il mondo in questo momento abbia bisogno di più gentilezza. Ho costruito un testo utilizzando la metafora dei fiori, di facile comprensione, pur sapendo che non tutti capiranno il significato del testo, essendo in lingua francese. Sono contenta di poter portare un testo e un messaggio nei quali mi rispecchio totalmente.
United by music è il motto di questo Eurovision Song Contest: quanto risuona questo concetto di musica come ponte fra le lingue, le culture e le nazioni per il tuo modo di concepire la musica?
Si tratta di un motto in cui mi ritrovo appieno e che in qualche modo riflette la mia maniera di concepire la musica e l’arte. Da diversi anni canto sia in tedesco, sia in francese, provando così a unire due realtà linguistiche diverse della Svizzera – eliminare così il cosiddetto Röstigraben - e forse per questo motivo vorrei un giorno provare a imparare anche l’italiano. In ogni caso sono convinta che dietro questo motto si celi uno dei messaggi più potenti della musica.
Quanto è importante per la carriera di una giovane artista come te avere la possibilità di esibirsi in mondovisione?
Un evento di questa portata è sicuramente un’occasione per fare molta esperienza. Sono convinta che anche dopo questa esibizione, continuerò a scrivere e a cantare, con nuovi spunti. Avere la possibilità di confrontarsi con così tanti professionisti permette davvero di crescere a livello professionale e di imparare moltissimo. Sarà una tappa importante del mio percorso di cantante, soprattutto per gli impegni che una manifestazione del genere comporta.
Quanto ti ha aiutato nel corso della tua carriera avere il supporto della SRG.SSR, e quanto hanno contato l’assegnazione di importanti premi quali “SRF 3 Best Talent” e “RTS Artiste Radar”?
Il sostegno del servizio pubblico è molto importante, per certi versi fondamentale. Per una ragione semplice, innanzitutto: è il modo più diretto per far sì che il pubblico ti conosca. In passato mi è capitato che una mia canzone ricevesse il titolo di “canzone del mese”, trovando spazio anche nelle reti RSI e nelle altre reti nazionali e questo mi ha dato una vetrina che non mi sarei mai potuta costruire da sola. Per una cantante sapere che le tue canzoni sono conosciute tramite le trasmissioni radiofoniche e vengono imparate quasi a memoria dal pubblico è una bellissima sensazione.
A cura di Marco Ambrosino, Segretario SSR.CORSI