Giornalista e cantante professionista, Davide Fersini lavora a Rete Due da diversi anni, conduce Pavillon Suisse, trasmissione trilingue della SSR, commenta i concerti dell’Orchestra della Svizzera italiana e collabora con altri programmi musicali di Rete Due. Il 13 luglio seguirà in diretta il concerto di montebellofestival, nell’ambito della serata speciale SSR.CORSI. Nell’intervista ci racconta come ci si prepara per la diretta radiofonica di un evento musicale e perché montebellofestival è un appuntamento importante della nostra estate.
Davide, ci racconti come si gestisce il commento in diretta di un concerto?
“Per la radio sono fondamentali i tempi: noi commentatori dobbiamo sapere esattamente quali sono le durate dei vari momenti: l’ingresso dei musicisti, l’accordatura, eventuali discorsi di presentazione, la pausa, i vari brani. Questo ci permette di prevedere a grandi linee per quanto tempo dobbiamo parlare, se dobbiamo dire solo l’essenziale oppure possiamo entrare nei dettagli, se c’è bisogno di inserire un intervallo musicale o un’intervista per riempire i momenti di pausa. A Montebello tutto ciò non è necessario, perché il concerto dura circa un’ora e non ci sono pause. Inoltre sul posto ci sarà la collega Valentina Bensi (anche produttrice della serata per la RSI), che interverrà per introdurre gli interpreti e a dare il benvenuto al pubblico”.
E come ci si prepara per una diretta?
“Si studia il programma del concerto, cercando notizie sui libri e su internet, per rinfrescare anche elementi di storia della musica e di contesto. Poi si approfondiscono le biografie degli esecutori: a montebellofestival ci sono profili di altissimo livello. Deve esserci un’introduzione chiara, con tutti gli elementi importanti, poi il resto prosegue in modo meno strutturato. Ma ci si deve comunque preparare per gli imprevisti, per esempio se salta la linea o se ci sono pause più lunghe. L’importante è avere una “rete” di elementi che salva in ogni occasione, così ci si può godere il bello della diretta”.
Dato che sarai tu a presentare il concerto del 13 luglio, intitolato “Schubert – Schubart”, ci puoi dire qualche parola?
“Nel 1817 Schubert compose un lied semplicissimo ma efficacissimo intitolato Die Forelle, su un testo di Christian Friedrich Daniel Schubart, poeta e librettista, i cui versi avevano già più volte stimolato la fantasia del compositore austriaco. La tragedia in miniatura della trota che abbocca all’amo di un astuto pescatore, nel giro di pochi anni divenne popolarissima, tanto che nel 1819 il violoncellista dilettante Sylvester Paumgartner pregò Schubert di inserire il motivo conduttore del lied in un lavoro cameristico; nacque così il Quintetto in la maggiore D. 667 e da allora il nome di Schubart, già indissolubilmente legato a quello di Schubert, divenne uno dei più noti anche nell’ambito della musica da camera”.
Qual è la particolarità di montebellofestival e come mai Rete Due lo segue?
“È un festival importante del nostro territorio, propone musica d’arte dando visibilità a musicisti che hanno un legame con la Svizzera italiana. Il concerto del 13 luglio vedrà la partecipazione di Bruno Giuranna, che ha una cattedra di viola anche a Lugano, Enrico Fagone, contrabbassista dell’OSI, Roberto Arosio, pianista accompagnatore principale del Conservatorio della Svizzera italiana, ma anche pianista dell’OSI, Ludovica Rana e Riccardo Zamuner, che si sono perfezionati a Lugano. Questa manifestazione dà la possibilità di esibirsi in un repertorio cameristico (quindi pressocché solistico) a strumentisti che solitamente si esprimono in un contesto orchestrale. Ma fa conoscere anche talenti del camerismo che arrivano dal resto della Svizzera e propone un repertorio molto noto, in un ambiente godibilissimo, fuori dalla tradizionale sala da concerto. Questi sono i punti forti del festival: portare un repertorio importante, ma che non è il centro delle stagioni concertistiche maggiori, in un luogo che lo arricchisce molto, con interpreti di casa nostra di altissima qualità. E in più è una formula che ben si inserisce nelle nuove abitudini di fruizione della musica dal vivo da parte del pubblico”.
In che senso?
“Il pubblico sopporta sempre meno i brani di una certa lunghezza, a causa del legame con i mezzi tecnologici, che ha modificato l’abitudine all’ascolto. Quindi si stanno esplorando strade diverse per rinnovare la struttura dei concerti. Uno degli aspetti è proprio quello di uscire dalle sale, per portare la musica in luoghi inusuali e coinvolgere un pubblico nuovo. Queste formule stanno funzionando, ma se ci si pensa bene non sono nuove. Si abbandona l’ascolto sacrale ottocentesco per tornare al Settecento, quando a teatro si andava per chiacchierare, mangiare e (anche) ascoltare buona musica. Non ci dobbiamo scandalizzare e non dobbiamo condannare l’ascoltatore che cerca qualcosa di nuovo.
Montebellofestival va da tempo in questa direzione, perché si svolge in un luogo molto suggestivo, il castello Montebello di Bellinzona, un aspetto che contribuisce a creare un’atmosfera particolare”.
Come si riesce a trasmettere queste sensazioni al pubblico a casa?
“È qualcosa che di solito si sottolinea quasi subito durante la diretta, descrivendo il contesto, le sensazioni, il pubblico che appoggia i piedi sull’erba, le sedie poste fra le mura, il cielo, la variazione della luce… È una fruizione della musica davvero estiva”.
Giorgia Reclari Giampà, segretariato SSR.CORSI