Preziosi video d’epoca abbinati a storie, personaggi e luoghi particolari e poco noti del nostro territorio, raccontati nel libro “Pancia mia fatti capanna”: sono gli ingredienti dell’imperdibile evento SSR.CORSI “Chicche e delizie dal territorio e dagli Archivi RSI”, in programma lunedì 13 febbraio a Lugano-Besso. Qualche anticipazione con Tom Alemanno (attivo nel campo della comunicazione e come dj, ha lavorato anche per radio e tv RSI) e Luca Crivelli (fotografo in ambito sportivo e outdoor), autori del libro e fra i protagonisti dell’evento.
Come è nata l’idea del libro “Pancia mia fatti capanna”?
“Il libro nasce dalla passione per il nostro bel territorio e tutto quello che ha da offrire. Lavorando da anni nella comunicazione e nella produzione di contenuti per promuovere realtà locali, turismo, natura e outdoor presso l’agenzia Unforgettable abbiamo notato che spesso chi vive in zona, non conosce o non apprezza quanto ha dietro casa e spesso si preferisce prendere un volo low-cost per fare un week-end lungo fuori porta al di fuori dei confini nazionali (nulla di male, capita anche a noi di farlo). Avendo conosciuto personalmente queste storie e personaggi, (spesso delle vere e proprie chicche nascoste e custodite a pochi chilometri da casa, in una valle, su un monte o nella campagna vicina) ci siamo guardati e detti: “Perché non raccogliere una collezione di storie che rappresenti il nostro territorio e che dia una visione contemporanea di quanto di bello c’è da scoprire da Airolo a Chiasso, dal Locarnese a San Bernardino?”. Così è nato il progetto Pancia mia fatti capanna, un’idea da concretizzare discussa già tre anni fa, bloccata e “fermentata” come il Sambì durante il periodo pandemico e concretizzata e realizzata poi l’anno scorso”.
Come avete lavorato per individuare i personaggi e i luoghi che presentate?
“Come detto prima, durante i vari anni di lavoro sul territorio, abbiamo avuto la fortuna di conoscere molte persone e storie, stringere contatti e amicizie e scoprire belle realtà, attività e prodotti da raccontare. Una volta partiti, è stato poi un progetto in continua evoluzione anche per noi, perché strada facendo, scoprivamo altre storie, ci venivano consigliate altre realtà da raccontare o presentate cose che spesso non conoscevamo nemmeno noi e abbiamo scoperto per la prima volta.
Purtroppo abbiamo dovuto fare una selezione e non è stato facile. Abbiamo voluto rappresentare tutto il territorio, diversificando le storie in varie categorie: personaggi, prodotti, luoghi, ricette, aziende e capanne. Una volta selezionata la “scaletta” delle storie, un po’ come i brani di un album musicale, abbiamo cercato di creare anche un ordine con un fil-rouge, una narrazione che unisce i vari capitoli”.
Una delle persone presentate è Lara Montagna, conduttrice della trasmissione RSI L’ora della terra. Quale il rapporto del libro con il servizio pubblico radiotelevisivo?
“Lara è stata una delle storie che ci è venuta subito in mente in modo naturale, essendo stati colleghi in radio per anni (Tom), ma soprattutto essendo una giornalista e conduttrice che racconta il nostro territorio da sempre, parlando di realtà rurali, animali, capanne ecc. e trasmettendo la sua passione innata e coinvolgente alla quale non si può resistere! Come dire, Lara Montagna è sinonimo di territorio! Lara doveva essere a tutti i costi una storia di PMFC, perché rappresenta esattamente lo stesso modo e stile di raccontare la passione incondizionata con la quale vogliamo trasmettere i contenuti raccolti nelle 290 pagine del nostro libro”.
Secondo voi qual è il ruolo della RSI nella valorizzazione del territorio della Svizzera italiana, è adeguato o potrebbe fare di più/meglio?
“È un ruolo fondamentale e imprescindibile! Oltre a rinsaldare una comunità, quella della Svizzera italiana, difendendo e promuovendo la cultura locale in lingua italiana, fa anche da memoria storica di tutto quello che accade alle nostre latitudini. Il nostro progetto è una sorta di fotografia, mostriamo una visione contemporanea del territorio, facendo riferimento al periodo e agli anni che stiamo vivendo. Grazie agli Archivi RSI possiamo invece andare a ritroso di anni, scoprendo o riscoprendo fatti e storie successe nel passato, ma possiamo anche creare e custodire un archivio importante e fondamentale per il futuro e le generazioni che verranno.
Inoltre, grazie al grande lavoro di informazione e produzione di contenuti, il nostro servizio pubblico può essere indipendente nel fare riferimento al nostro territorio e alla nostra regione, senza dover dipendere da quanto trasmesso in tedesco dalla SRF o in italiano sui media in Italia. È una vera e propria fortuna avere un servizio pubblico come quello della RSI: va custodito gelosamente se si pensa che serve gli italofoni di tutta la Svizzera.
Certo, c’è sempre margine di miglioramento. A volte magari si potrebbe avere più coraggio, provando a innovare o a cambiare, uscendo dagli schemi del passato, oppure lasciando più spazio alle nuove generazioni, che in un mondo in continua e veloce trasformazione, hanno spesso molto da insegnarci”.
Giorgia Reclari Giampà