Hanno percorso e raccontato per decenni il territorio della Svizzera italiana, in qualità di giornalisti, produttori, registi RSI. Ora Bruno Bergomi e Federico Jolli sfruttano il loro ricchissimo bagaglio di conoscenze per andare a cercare delle “pepite d’oro” audiovisive negli sconfinati Archivi RSI e mostrarle al pubblico nelle serate promosse dalla SSR.CORSI. La prossima è in programma il 13 febbraio. Nel frattempo, li abbiamo incontrati per scoprire come fanno a cercare e trovare questi preziosi tesori del nostro passato.
Voi avete collaborato più volte nella scelta dei filmati da trasmettere agli eventi della SSR.CORSI. Come funziona il vostro lavoro?
Bergomi: “Abbiamo cominciato a collaborare con la CORSI durante la campagna No Billag. Sono state organizzate diverse serate in varie regioni della Svizzera italiana, in cui venivano proiettati filmati degli Archivi RSI relativi alle località in cui ci trovavamo. Questi eventi avevano lo scopo di mostrare il valore del servizio pubblico e dell’enorme patrimonio audiovisivo realizzato dalla RSI. Hanno sempre avuto un grande successo di pubblico”.
Jolli: “In questo compito di ricerca e valorizzazione ci ha senza dubbio aiutato la nostra conoscenza personale del territorio e di tanti prodotti RSI, realizzati da noi o durante gli anni in cui abbiamo lavorato per il servizio pubblico. Bruno ha prodotto centinaia di servizi soprattutto per il Quotidiano, io per altre trasmissioni (per esempio, con il progetto La Radio delle Regioni negli anni Settanta ho avuto la possibilità di conoscere tante realtà della Svizzera italiana). Questo ci ha dato un background incredibile che sfruttiamo ancora oggi”.
Quali criteri adottate per scegliere i filmati da proiettare durante le serate pubbliche?
Bergomi: “Non scegliamo solo servizi brevi del Quotidiano ma anche spezzoni di documentari più lunghi. Magari ci ricordiamo che all’interno di un certo documentario c’era un pezzo molto interessante e allora andiamo a cercarlo. Lo possiamo fare grazie appunto alla nostra conoscenza personale e storica della produzione RSI dell’ultimo mezzo secolo”.
Jolli: “Conoscendo gli autori e i temi, abbiamo scoperto delle chicche incredibili, filmati anche di grande qualità. Negli Archivi c’è una quantità impressionante di prodotti legati alla nostra realtà, decine di migliaia. Sono una miniera d’oro”.
È semplice reperire video e immagini negli Archivi RSI?
Jolli: “Una volta si doveva andare fisicamente in archivio, cercare e visionare il materiale manualmente. Oggi con la digitalizzazione è decisamente più facile e veloce”.
Bergomi: “Racconto un aneddoto: prima di andare in pensione ho fatto diverse volte da tutor per i giornalisti in formazione. Mi ricordo una ragazza (molto brava, oggi presenta il TG), mi ha confessato che in due anni di stage non aveva mai messo piede negli Archivi. Mi aveva sorpreso, perché io ho lavorato spesso con materiale del passato, anche per i servizi d’attualità”.
Secondo voi sono sufficientemente valorizzati i contenuti degli Archivi?
Jolli: “Fino a due anni fa c’era Superalbum, un programma (che ho ideato e prodotto) che proponeva il recupero di documentari targati RSI. Hanno avuto parecchio successo. Ma non è l’unica trasmissione che sfrutta il materiale d’archivio, anche altri utilizzano produzioni passate per arricchire i contenuti. Ma non c’è solo il riutilizzo “in casa”, questi documenti sono fondamentali anche per gli storici, per chi fa ricerca. Quindi è giusto renderli accessibili e valorizzarli il più possibile. Sarebbe interessante fare come nei paesi anglosassoni, dove i documenti audiovisivi diventano di pubblico dominio quando scadono i diritti d’autore”.
Bergomi: “Io sono un po’ critico. Superalbum era un programma ideale per valorizzare gli archivi, ma adesso non c’è più. Si potrebbe riproporlo in modo un po’ diverso e più moderno, magari presentando solo degli spezzoni e non più documentari interi di oltre un’ora. Ci sono così tanti contenuti di valore! Per esempio, negli anni 60-70, quando la RSI era a colori e la Rai in bianco e nero, abbiamo realizzato diversi servizi su cantanti famosi italiani che potrebbero essere interessanti ancora oggi. E le immagini del passato hanno sempre successo. Nel 2006 ho confezionato un documentario per i 100 anni del merlot, utilizzando oltre 50 diversi prodotti RSI (servizi, documentari, approfondimenti). È passato al Quotidiano al posto di Controluce e ha fatto oltre il 50% di ascolto!”.
Come vi siete mossi per scegliere i video da mostrare in occasione dell’evento SSR.CORSI “Chicche e delizie dal territorio e dagli Archivi RSI”?
Jolli: “Sulla cucina, il vino, la gastronomia c’è tantissimo. A partire dagli anni ’70, ma soprattutto negli anni ’80 sono stati realizzati parecchi servizi su questi temi. Anche noi ce ne siamo occupati spesso. È stato quindi abbastanza semplice trovare dove attingere per la serata”.
Bergomi: “Io avevo anche realizzato una serie di servizi sui grotti, sempre per il Quotidiano, che ha avuto grande successo. Quindi abbiamo ancora in mente tanti esempi interessanti. Anche su altre realtà di cui parla il libro “Pancia mia fatti capanna” è stato abbastanza semplice trovare materiale. Abbiamo comunque cercato di proporre qualcosa di originale, per esempio per il Mulino di Maroggia non abbiamo mostrato l’incendio, che conoscono tutti, ma un approfondimento di Piatto Forte di qualche anno prima”.
Giorgia Reclari Giampà