Quest’estate la RSI è uscita dai confini della Svizzera italiana portando alcune trasmissioni tra i numerosi italofoni che vivono oltralpe. Fra queste c’è Cash Suisse, il quiz televisivo (in programma fino al 22 luglio) che ha girato fra le varie città svizzere facendo giocare persone di ogni tipo, e promuovendo la coesione nazionale. Com’è andata? Ce lo racconta l’entusiasta conduttrice Daiana Crivelli.
È stato difficile trovare i partecipanti italofoni al quiz oppure avete ricevuto tante iscrizioni?
“Inizialmente non è stato facile trovare i partecipanti, questo a causa del poco tempo a disposizione. Ci siamo quindi mossi assieme alle varie associazioni studentesche e di italofoni nella Svizzera, diffondendo il comunicato tra i vari contatti e velocizzandone così la diffusione. Ci siamo appoggiati anche ai social, che hanno avuto un buon riscontro. Come sempre, è stato fondamentale contattare preventivamente gli iscritti per conoscerli ed avere informazioni sul loro conto, d’altronde l’ottima riuscita di un quiz televisivo è riconducibile proprio a chi vi partecipa.
Possiamo dire che è stato più facile trovare contatti nella Svizzera francese, rispetto a quella tedesca. Tuttavia, una volta partita la campagna, le iscrizioni sono arrivate da tutto il paese, con concorrenti che, pur di giocare, hanno fatto più di un’ora di strada, proprio perché nella loro città le adesioni erano complete.
Divertente è l’interesse suscitato una volta iniziata la messa in onda di CASH SUISSE, con persone che – privatamente sui social – ancora oggi mi contattano perché vogliono partecipare”.
Chi erano i concorrenti?
“I partecipanti erano quelli che speravamo fossero: studentesse e studenti della Svizzera italiana trasferitisi per studiare. Ragazze e ragazzi che conclusi gli studi sono voluti restare, altri che non vedono l'ora di ritornare. Concorrenti che hanno trovato lavoro oltralpe, spostando definitivamente il loro domicilio, ma che mantengono un forte legame con il loro paese, tornando molto spesso per gli affetti e vivendolo come meta di vacanza.
Persone di seconda generazione che conoscono l'italiano perché lo hanno imparato dai nonni e dai genitori e che lo tramandano a loro volta ai figli. Addirittura una signora, di lingua madre francese, lo ha imparato da autodidatta, guardando film, telefilm e grazie al marito che l'ha assecondata insegnandoglielo.
Chi ha seguito il cuore, chi ha colto opportunità di vario tipo, chi aveva voglia di cambiamento...Tutti loro hanno una storia diversa che li ha spinti a trasferirsi, ma hanno una caratteristica in comune: l'italiano. Abbiamo notato come i concorrenti con cui abbiamo giocato, nonostante parlino anche francese o tedesco, hanno creato rapporti personali al di fuori degli ambiti professionali prevalentemente e grazie alla condivisione proprio della cultura linguistica. Quando ci si ritrova in un paese di cui inizialmente non si conosce – o si conosce poco - la lingua, per quanto ci si possa trovare bene, incontrare qualcuno che parla Italiano fa sentire subito la vicinanza di casa, e "sentirsi a casa" è anche il motivo per cui tutti seguono e sono affezionati alla RSI”.
Come è stato condurre un programma fuori dalla Svizzera italiana?
“È stato divertente, arricchente e istruttivo. Sebbene stessimo lavorando, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere e visitare luoghi meravigliosi del nostro paese. Essere sul territorio a parlare (anche) di quel territorio, permette di scoprirlo più a fondo sotto tanti punti di vista. In alcuni casi si rispolverano nozioni scolastiche, in altri si scoprono delle vere e proprie curiosità locali. Inoltre, parlando con i concorrenti che i posti li conoscono, siamo venuti a conoscenza di molte peculiarità, che in alcuni casi abbiamo sfruttato anche nel programma, per poter dare al pubblico un’idea completa della città in cui eravamo ospiti.
Infine, per condurre un programma fuori dalla Svizzera italiana, è necessaria un’organizzazione impeccabile, una preparazione puntuale e molta precisione. Ci sono orari da considerare, spostamenti da tener presente, location da trovare, permessi di vario tipo da richiedere, appuntamenti con i concorrenti da rispettare. Considerato che tutto questo è stato pianificato in 6 differenti città, per un totale di 10 giorni di registrazione, è andato benissimo. L’unica cosa che non abbiamo potuto pianificare? La meteo, che però fortunatamente è stata dalla nostra per gran parte del tempo”.
A livello personale, che cosa ti è piaciuto di più di questa esperienza?
“Il semplice fatto di averla potuta vivere. Mi sento davvero privilegiata di aver potuto prendere parte a CASH SUISSE. Prima di tutto perché, guardandolo, è sempre stato un programma che mi sarebbe piaciuto condurre e in secondo luogo non capita tutti i giorni di avere la possibilità di viaggiare e visitare per lavoro il proprio paese. Abbiamo visto 6 tra le città più belle della Svizzera, in alcune ci ero già stata, in altre no, in tutte però ho scoperto piccole chicche e meravigliose zone in cui non vedo l’ora di tornare anche privatamente, per farle vedere alla mia bambina.
Ed è anche quello che speriamo di essere riusciti a fare con CASH SUISSE, ossia dare al nostro pubblico delle belle idee per trascorrere qualche giorno di ferie oltralpe.
Un’altra cosa che mi ha fatto davvero piacere, è stato poter riportare i concorrenti provenienti dalla Svizzera Italiana “a casa”. Parlare con loro dei luoghi e della cultura che hanno nel cuore, su cui ci siamo dilungati in discorsi vari, anche a telecamere spente, è stato motivo di sorrisi, di ritrovo e di unione.
Infine, ma non per importanza, ciò che mi ha reso molto felice è stato lavorare e condividere questa produzione con tutto il TEAM di CASH SUISSE. I miei colleghi sono stati fondamentali per la riuscita del programma, per l’energia che abbiamo creato, per le esperienze condivise, per i sorrisi e il divertimento che speriamo di essere riusciti a trasmettere attraverso lo schermo e che, personalmente, porterò sempre nel cuore”.
Hai già qualche progetto per l’autunno?
“Rispondo emozionata e felice che…Sì! Ho un (grande) progetto per l’autunno su cui stiamo lavorando già da settimane.
Per me è bellissimo poter rispondere positivamente a questa domanda, mi sono impegnata tanto perché questo potesse accadere e ad oggi non vedo l’ora di iniziare questa nuova avventura che ho sempre sperato di vivere.
Purtroppo però non posso ancora svelare niente…(Beh, ammetto di aver sempre sperato di dire anche questa frase ;) )
Quindi questo è un “arrivederci” e… a presto!”
Giorgia Reclari Giampà, segretariato CORSI