Dalle vette delle quote di mercato a Capodanno a quelle spettacolari del trekking sulle creste: il 2022 è iniziato molto bene per le produzioni RSI. Soddisfatto Matteo Pelli, che racconta alla CORSI i suoi primi mesi da capodipartimento Programmi e Immagine: “Sono stati mesi molto belli e duri”.
Il 2022 è iniziato con il botto: la serata speciale di San Silvestro “Tutti insieme”, realizzata per la prima volta dalla RSI in collaborazione con Teleticino, Radio 3i e Radio Ticino, ha avuto molto successo, raggiungendo la quota di mercato record del 56%. Un esperimento da rifare?
“È uno dei primi progetti che ho discusso con il direttore quando sono arrivato, mi piaceva l’idea di fare qualcosa tutti insieme in un momento così complicato. Poi in realtà è stato molto più difficile di quanto ci eravamo immaginati perché il periodo pandemico ci ha fatto cambiare 4 o 5 volte rotta durante la costruzione del programma. L’idea era di mettere insieme tutte le entità radiotelevisive pubbliche e private, sul modello di quanto avevo già sperimentato in precedenza, anche se in modo diverso. Abbiamo deciso di fare una grande festa per tutta la famiglia. In un momento in cui si tende piuttosto a litigare è stato bello dare un messaggio di questo tipo. E i risultati (85.000 televisioni collegate) sono stati eccezionali”.
La collaborazione con radio e tv private potrebbe continuare?
“È giusto che ognuno faccia il proprio cammino, che ci sia una sana rivalità. Ogni tanto ci possono essere degli incroci, si può fare qualcosa insieme. Non dipende solo da me, io butto le idee…ma credo che visti gli ottimi rapporti con le direzioni delle altre aziende si possa sicuramente rifare”.
Sei in carica da agosto, che bilancio trai di questi primi mesi?
“Sono stati mesi molto belli e duri in alcuni momenti, ho voluto subito dare la mia impronta. Lavoriamo con una certa velocità che deriva dall’esperienza nel privato e occorre far collimare questa impostazione con la territorialità caratteristica del servizio pubblico. Qui in RSI ho trovato un bel mondo pieno di ottimi professionisti. Qualche difficoltà c’è, ma penso che sia anche il bello di questa sfida”.
Era quello che ti aspettavi?
“È difficile dirlo. Mancavo dalla RSI da dieci anni, sapevo di alcuni punti di forza e di alcune difficoltà, ma bisogna toccarli con mano. Non so se me lo aspettavo così, ma giorno dopo giorno ho trovato la fiducia necessaria per oliare il motore e andare a 200 all’ora”.
In concreto, come funziona e di che cosa si occupa il Dipartimento programmi e immagine?
“Il dipartimento si compone di tre aree: la creazione dei programmi, la produzione dell’immagine e la distribuzione. Nell’area dei programmi nascono appunto i nuovi programmi, destinati ai due canali tv LA1 e LA2 e – per la Radio – a Rete Uno e Rete Tre; nella produzione dell’immagine ci sono le scenografie, il “trucco e parrucco”, i vestiti ecc., mentre la distribuzione è un po’ l’allestimento del palinsesto radiotelevisivo: viene deciso dove inserire i programmi (fascia oraria, frequenza, canale ecc.) e la collocazione dei prodotti digitali sulle differenti piattaforme. Il dipartimento segue quindi tutto il percorso che compie un programma dall’idea fino alla diffusione”.
Come funziona il lavoro nel tuo dipartimento? Chi si occupa di ideare i programmi?
“Come capodipartimento mi capita di lanciare delle idee, ma poi ci sono dei bravissimi professionisti che le sviluppano o ne portano altre. Poi nel Commissioning board (il gruppo di lavoro interno coordinato da Pelli, ndr.) cerchiamo di capire come portarle al meglio al pubblico”.
Di recente hai presentato le novità che si vedranno da gennaio in tv. Molti i volti noti (Carla Norghauer, Nicolò Casolini, Clarissa Tami…). Si va solo sul sicuro oppure è previsto anche qualche volto nuovo?
“Carla mancava dalla televisione da 10 anni e secondo me era fondamentale che tornasse. Poi ci sono conduttori di punta come Nicolò, che giustamente devono avere uno spazio. Ovunque sono andato, ho sempre cercato di puntare su volti e voci nuovi, ma ci vuole un po’ di tempo, prima bisogna consolidare quello che già c’è. Anche la RSI tra un paio di anni avrà sicuramente volti nuovi che si affiancheranno ai personaggi più noti. Intanto però abbiamo introdotto diverse novità nei programmi: per esempio non c’era quasi più diretta nell’intrattenimento. Ora ci sono quattro appuntamenti: “Siamo fuori”, poi Nicolò con “Lo show più piccolo del mondo”, “Aspettando Colombo” con Carla la domenica pomeriggio e poi dal 26 febbraio, pandemia permettendo, inizierà ”Fine mese” con Clarissa il sabato sera. Se si vuole investire sul live ci vogliono conduttori che conoscono molto bene il lavoro. Non solo nell’intrattenimento: a fine dicembre abbiamo proposto lo speciale “Retrospettiva 2021” dell’Informazione e ora stiamo lavorando a uno speciale su Chernobyl. Anche il programma “Che c’è in Tivù!?” per presentare il palinsesto è andato in onda in diretta”.
Per quanto riguarda le produzioni di serie legate al nostro territorio, come sono andati “Non te lo dirò mai” (serie autunnale dedicata alla ricerca dei funghi) e la nuova produzione dedicata al trekking “In cammino sulle creste”?
“Non te lo dirò mai” ha avuto un buon riscontro e “In cammino sulle creste” ha avuto un successo strepitoso, con il 42% di share in media. La formula era vincente: c’era un personaggio storico come Romolo Nottaris, c’era il nostro territorio (la più bella scenografia che abbiamo è il nostro paese!), c’erano i ragazzi, che partecipavano a una sorta di reality. È un tipo di prodotto di grande qualità su cui stiamo lavorando ancora, per creare un’altra serie. Non è facile, perché ora l’asticella è stata posta davvero in alto!”.
In un’intervista a Millevoci su Rete Uno hai detto: “Servizio pubblico significa avere rispetto per il pubblico, fare in modo che tutte le persone che pagano il canone si sentano rappresentate. Se questo significherà essere un po’meno in giacca e cravatta e un po’più in jeans lo faremo”. Quindi bisogna seguire maggiormente i gusti del pubblico ed essere più popolari?
“Io ho un lato popolare e da sempre ho convissuto con un pubblico ampio perché vengo dall’intrattenimento. Per me servizio pubblico è sia lo speciale dell’informazione “in giacca e cravatta” ma anche il gioco delle 18, seguitissimo dagli anziani. Significa che tutti in qualche modo si devono sentire rappresentati. La nostra azienda deve essere servizio pubblico come stile, ponendosi in modo intelligente di fronte agli spettatori, qualunque contenuto proponga”.
Qual è per te il palinsesto ideale?
“È quello di una radiotelevisione che ognuno sente vicina e in cui ognuno ha un ruolo da giocare, dove ci si sente coccolati qualunque vettore si scelga per seguirla. Il palinsesto ideale è quello dove il pubblico si sente protagonista. Con la nostra struttura si può fare, è la vera sfida che abbiamo davanti, ma è una sfida bellissima perché ha a che fare con la creatività, con cui andremo ad affrontare i classici ma anche le novità”.
Come si fa a contrastare la concorrenza di radio/tv estere o ancora di più delle piattaforme di streaming?
“Per essere concorrenziali dobbiamo puntare sulla qualità nei prodotti in cui possiamo essere esclusivi. La qualità si mette nel modo in cui facciamo le cose. Pensiamo ai documentari o alle inchieste sul nostro territorio. Bisogna trovare una ricetta che permette di proporre contenuti di qualità molto alta, ma che restino vicini allo spettatore”.
Giorgia Reclari Giampà, Segretariato CORSI