Direttore generale della SRG SSR dal 2017, Gilles Marchand lascerà le redini dell’azienda a novembre 2024. Al suo posto succederà Susanne Wille, già Responsabile del dipartimento Cultura, nonché vicedirettrice della SRF. La SSR affronterà quindi con una nuova leadership le scadenze politiche che l’attendono.
Negli anni del suo mandato il Direttore Marchand ha affrontato e vinto la difficile sfida dell’iniziativa ‘’No Billag’’ e ha guidato l’azienda in una profonda trasformazione digitale. Ha inoltre fortemente sostenuto ed investito nelle produzioni svizzere e sviluppato la piattaforma nazionale di streaming Play Suisse.
Il Direttore Marchand si è dimostrato sempre disponibile e attento alla nostra cooperativa e con questa intervista, oltre che per rendergli omaggio, vogliamo ripercorrere con lui gli anni alla testa della SRG SSR e sapere da lui quali siano i suoi sentimenti in questo momento.
Caro Gilles, in vista delle prossime sfide di carattere politico e aziendale che la SSR dovrà affrontare, ha deciso, di comune accordo con il CdA SRG SSR, di lasciare anticipatamente l’azienda. Come si sente a pochi giorni dal termine del suo mandato?
Sono diviso tra due sentimenti.
Da un lato, sono convinto di partire al momento giusto, affinché la SSR si prepari nel miglior modo possibile per le prossime scadenze politiche. Io e Jean-Michel Cina abbiamo riflettuto a lungo su tutte le opzioni possibili. La mia partenza un po' anticipata è la soluzione migliore, nell'interesse della SSR. Sono molto soddisfatto di come abbiamo gestito questo cambiamento, insieme a Susanne Wille: con calma, professionalità e indipendenza. Questi sono tre valori del servizio pubblico :-).
Quale è stato il momento più significativo nei suoi anni di carriera presso la SRG SSR?
Ce ne sono tanti! È difficile sceglierne solo uno. Senza dubbio il 4 marzo 2018, quando è arrivato il risultato del rifiuto dell'iniziativa No Billag, devo dire che è stato un momento molto intenso. In Svizzera così come in tutta Europa. Ho ricevuto un numero incalcolabile di messaggi da tutti i miei colleghi dell'EBU/UER (Unione europea di radiodiffusione). Va detto: è la prima volta nella storia che un servizio pubblico guadagna la sua legittimità attraverso il suffragio universale!
Come valuta il ruolo delle società regionali, anche e soprattutto in prospettiva delle importanti sfide future? È stato importante per lei in questi anni essere vicino alle società regionali?
A mio avviso le società regionali svolgono un ruolo chiave per la SSR, perché incarnano due valori essenziali: il radicamento nella società svizzera e l'indipendenza dell'istituzione. Ho sempre dato importanza agli scambi con le società regionali, anche quando non eravamo d'accordo. Il dialogo critico, nel rispetto delle competenze reciproche, è sempre utile.
In Svizzera romanda, come direttore della RTS, ho lavorato con Jean Cavadini, poi Jean-François Roth e infine Mario Annoni. Non sono stati solo i miei presidenti, ma sono stati sostegni preziosi e, alla fine, amici. Negli anni ho molto apprezzato la relazione con Luigi Pedrazzini e ora con Giovanna Masoni Brenni.
Ringrazio quindi le società regionali e le incoraggio a prepararsi per la battaglia in vista della votazione del 2026. È così importante per il paese!
Quale è il segreto per condurre con successo un’azienda come la SRG SSR?
Non ci sono segreti. Solo passione, un impegno sincero in ogni momento, un po' di fortuna e... una certa dose di incoscienza nel momento di accettare il posto! Perché, una volta che si ha la responsabilità, questa ti occupa giorno e notte. È difficile immaginare la pressione che comporta un ruolo del genere e per questo è necessaria una squadra solida, leale ed efficace, a Berna come nelle regioni. Bisogna potersi capire anche senza parlare. A questo proposito, tengo a salutare il direttore della RSI, Mario Timbal, che svolge un lavoro straordinario, sia internamente che esternamente, in un contesto regionale che conosco bene e che talvolta è difficile. La RSI è in ottime mani.
Ad ottobre 2024 l’Assemblea generale dei soci del Locarno Film Festival ha ratificato il suo ingresso nel suo Consiglio di amministrazione. Congratulazioni! Cosa porterà del suo know how in questo nuovo ruolo?
Prima di tutto, sono molto felice di impegnarmi per questo Festival, importante in Svizzera e a livello internazionale. Lo conosco molto bene e vi partecipo senza interruzioni dal… 2001! Porterò la mia esperienza nella gestione di una grande impresa culturale nazionale che affronta anche sfide programmatiche, economiche, politiche e sociali. Mobiliterò inoltre le mie reti svizzere e internazionali.
Ho parlato molto del Festival nel corso di tutti questi anni con Marco Solari, Mario Timbal e Raphael Brünschwig. Ora sono entusiasta di lavorare con Maja Hoffmann e, naturalmente, di ritrovare Luigi Pedrazzini!
Sappiamo che è sempre stato legato alla Svizzera italiana: da cosa deriva questo legame?
Bella domanda! In realtà non lo so. Ma sì, amo questa regione e amo la RSI. È stato così con Dino Balestra, poi con Maurizio Canetta e ora con Mario Timbal. C'è sempre stata una certa vicinanza tra la RSI e la TSR, poi la RTS.
In fondo, ciò che mi attira della Svizzera italiana è che, dietro i cliché delle palme, dei grotti e del sole, che piacciono a una parte degli svizzeri per le vacanze, c'è un'altra realtà socio-culturale. Per la Svizzera italiana non è sempre facile: soffre della distanza con il resto del paese, deve chiarire le sue relazioni con il Nord Italia e mantenere un certo dinamismo culturale ed economico. Il Cantone è stato anche una terra di emigrazione e questo alimenta un clima politico così particolare, a volte paradossale, soprattutto riguardo al servizio pubblico. Questa realtà mi interessa, perché sintetizza tutte le sfide contemporanee quasi insolubili del "Glocal" (la relazione tra il mondo globale e la realtà locale). In questo contesto, ho rispetto per coloro che si impegnano per i servizi pubblici, per la collettività.
Quale è il miglior consiglio che si sente di lasciare a Susanne Wille?
Quello di non ascoltare troppo i consigli :-)...Susanne è pronta a dirigere la SSR, conosce le sfide e avrà intorno a sé un’ottima squadra, sia professionale che umana. Le do piena fiducia.
Caro Gilles, grazie per il suo costante impegno a sostegno del servizio pubblico in questi anni e i nostri più sinceri auguri per altrettanto successo nel suo brillante futuro!
Merci!
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