Franco Muggli, classe 1952, si definisce “un anziano medico di periferia ma anche un inguaribile ed inarrestabile cercatore di “guai”, che si lascia spesso coinvolgere in molteplici attività, alcune delle quali a volte coronate da successo”.
Sono un membro “passivo” della CORSI, ma non per questo meno motivato. Mi sono iscritto perché credo che sia importante sostenere un’associazione il cui scopo è promuovere la qualità dell’informazione e il rispetto del diritto di una minoranza linguistica ad avere e mantenere la propria identità culturale. Così come il diritto di condividere le valide risorse culturali della vicina grande comunità italofona.
Un altro aspetto importante è l’impegno con cui la CORSI incoraggia la RSI ad agire in modo vigile, critico e obiettivo per offrire informazioni serie e attendibili agli utenti del servizio radiotelevisivo.
Vorrei esprimere qualche osservazione a proposito del periodo contingente. Essere un anziano medico di famiglia in questo inaspettato, imprevedibile e strano momento è un’esperienza veramente singolare. Per anagrafe (o più modernamente per default) relegato nel gruppo a rischio, ma al tempo stesso richiesto per fornire quotidiano sostegno almeno a distanza a pazienti ed utenti per varie necessità, ci si improvvisa entità virtuale del tipo “Grande Fratello”, utilizzando cellulare e laptop. Si scopre così che davvero esiste la possibilità di galleggiare su nuvole virtuali di ignota ubicazione (solo apparentemente non localizzabili…!!).
La sigla COVID-19 è diventata un acronimo di perfida quotidiana presenza: né di giorno né di notte si resiste alla tentazione di verificare l’evoluzione mondiale del morbo.
Con l’alibi che è indispensabile saperne sempre un po’ di più e che dopotutto, con due click su internet-tutte-le-cose, si atterra ovunque…ci si scopre “dipendenti” da una nuova forma di assuefazione. Per un medico l’alibi sembra più legittimo: canali di notizie scientifiche più o meno attendibili sfornano a tutta velocità terabyte di informazioni di ogni genere.
A fatica, alla fine prevale il buon senso: si dà fiducia all’onnipresente Giorgio (Merlani, ndr.), che ha voluto (involontariamente) dare personale testimonianza che il rischio zero non esiste, al buon Matteo (Cocchi, ndr.), il cui sguardo penetrante e le parole pungenti hanno avuto il grande pregio di scrollare l’altrimenti passivo virtuale telespettatore, così come ai nostri Consiglieri di Stato, coraggiosi corifei anche se a rischio di impopolarità.
COVID-19 ci lascerà solo un’eredità di lutti e disagi sociali ed economici o provocherà anche effetti collaterali in qualche modo utili? Per la comunità scientifica di tutto il mondo è stata l’occasione imprevista e straordinaria per intrecciare una accresciuta collaborazione, che sicuramente avrà importanti ricadute benefiche nella diagnosi e nella cura delle malattie virali. Le autorità sanitarie hanno avuto una triste opportunità per comprendere le straordinarie necessità logistiche e organizzative in caso di emergenze epidemiche. E gli altri…? Mah. Non facciamoci troppe illusioni. Se solo l’individuo avesse capito il segnale che la natura gli ha voluto trasmettere: basta poco per soffiarti via …