
Alcuni eventi internazionali, soprattutto se organizzati da istituzioni mondialmente riconosciute, possono fungere da stimolo per avviare nuovi progetti e per questa ragione i paesi ospitanti devono saper sfruttare al meglio queste occasioni. È il caso della Svizzera che quest’anno è chiamata ad organizzare gli Europei di calcio femminile; si tratta di una grande opportunità per offrire una grande vetrina alla realtà del calcio femminile nel nostro Paese. Per capire come questo sport sia evoluto a livello mediatico in questi ultimi anni, la SSR Svizzera italiana CORSI ha deciso di organizzare una serata pubblica, che si terrà martedì 29 aprile alle ore 18:30 presso l’Hotel Dante di Lugano. Abbiamo deciso di introdurre questo incontro, intervistando Gaëlle Thalmann, già giocatrice della Nazionale svizzera e da qualche anno allenatrice dei portieri del Team Ticino maschile.
Cara Gaëlle, come è nata la tua passione per il calcio? Puoi raccontarci come è nata e quali sono stati i momenti che ricordi con maggior piacere della tua esperienza di calciatrice?
Da piccola, seguivo mio padre che giocava ancora nei veterani del FC Bulle e gironzolavo spesso a bordo campo. Crescendo, nel nostro quartiere, facevamo diversi giochi con tutti i vicini, tra cui il calcio. Quando avevo 8 anni, mio padre ha ripreso ad allenare una squadra di allievi E maschile. Ho iniziato così a giocare a calcio.
Per fortuna, ci sono diversi momenti molto piacevoli che ricordo della mia carriera. Dagli scudetti vinti in Svizzera, Germania ed Italia, alle partite di Champions League, passando anche da due Mondiali e due Europei disputati da titolare. È stata una carriera lunga e ricca e sono felice di aver potuto concluderla al Betis di Siviglia in Spagna.
Nel corso della tua carriera hai giocato in Svizzera, indossando anche la maglia della Nazionale, ma hai militato anche in Germania, in Italia e in Spagna. Come è evoluta la percezione del calcio femminile in Svizzera? Hai notato una differenza rispetto agli altri paesi in cui hai giocato?
Per fortuna, con il passare degli anni, la Nazionale è stata sempre più seguita. Purtroppo, non ho notato questo grande cambiamento per le partite di campionato, pur essendo tornata in Svizzera al Servette, dove abbiamo vinto lo scudetto. L’attenzione mediatica, però, è cresciuta progressivamente, grazie anche ai successi del Servette e dello Zurigo in Europa e della Nazionale.
In tutti e tre gli altri paesi, il numero di spettatori era più alto, soprattutto in Spagna dove c’è veramente un fervore diverso dagli altri paesi. In Italia, è cresciuta l’attenzione grazie all’apparizione delle società professionistiche, come la Fiorentina prima e la Juventus, l’Inter e il Milan dopo. Qualche anno fa però, era ancora considerato “strano” che una donna giocasse a calcio.
Quest’anno gli Europei di calcio femminile si disputeranno in Svizzera. Cosa potrebbe rappresentare questo importante torneo per il movimento del calcio femminile nel nostro Paese?
È una grande opportunità organizzare il più grande evento sportivo femminile nel nostro Paese. Permette di portare sotto gli occhi di tante bambine e tanti bambini delle calciatrici di alto livello e perché no, di ispirare qualcuna o qualcuno di loro a giocare a calcio. L’Europeo in Svizzera darà una grande visibilità al nostro sport, sperando che possa lasciare anche un’impronta duratura, attraverso un numero sempre più importante di calciatrici attive nelle società nostrane.
Questo torneo dà all’Associazione svizzera di football anche l’opportunità di sviluppare dei progetti a lungo termine, come quello per aumentare il numero di allenatrici, arbitre o dirigenti, o quello per sviluppare ulteriormente il massimo campionato con infrastrutture migliori ed un sistema di licenze, come già presente nella Swiss Football League maschile, o ancora l’implementazione di programmi di formazione per future leader per incentivare la presenza di donne nelle posizioni decisionali.
Negli Stati Uniti è risaputo che il calcio femminile è alla pari di moltissimi altri sport. Come mai secondo te da noi il calcio femminile fatica ad attrarre una grande mole di spettatori? In quali ambiti secondo te è necessario investire di più per vedere un cambio di prospettiva per il calcio femminile?
Negli Stati Uniti, il calcio non è lo sport maschile principale. Lì, il basket, il baseball, il football americano e l’hockey su ghiaccio sono più importanti del calcio maschile, e ha permesso al calcio femminile di svilupparsi in un’altra maniera di quella che conosciamo in Europa. La Nazionale statunitense è una delle più titolate a livello femminile e ha permesso di puntare su delle star internazionali per sviluppare un prodotto vincente che è la National Women’s Soccer League.
Il modello americano con tante società indipendenti dal maschile permette anche di prendere decisioni proprie, di sviluppare un prodotto con una propria identità e di trovare sponsor che vogliono investire nel calcio femminile, basandosi anche sul sistema universitario, dove gli sport femminili sono molto strutturati e equiparati a quelli maschili grazie alla legge Title IX.[1]
In Svizzera, anche il calcio maschile fatica ad attrarre le grandi folle, a parte qualche eccezione come YB o Basilea. Spesso le partite del calcio femminile vengono giocate in campi dove gioca anche il settore giovanile maschile. In altri paesi, si è visto che, spostando le partite in infrastrutture degne di una prima divisione, gli spettatori vengono più volentieri, partecipando proprio ad un evento sociale. L’accesso ai campi di allenamento e gli orari degli stessi sono cruciali per lo sviluppo desiderato del calcio femminile, così come la presenza di staff di alto livello. Investire nelle proprie giocatrici, non solo economicamente, forse attraverso sponsor dedicati, ma anche preventivamente (con dei programmi individuali di rinforzo) o comunicativamente, è sicuramente un passo necessario alla crescita del movimento.
Come valuti la copertura mediatica del calcio femminile da parte del servizio pubblico e dei media privati in Svizzera?
Nel corso degli anni, e ne sono contenta, la copertura mediatica è aumentata progressivamente, arrivando ad una copertura in occasione dei grandi tornei come l’Europeo o il Mondiale, soprattutto quando partecipa la Nazionale svizzera.
La SSR ha investito molto nella diffusione del calcio femminile, trasmettendo regolarmente le partite dell’AXA Women’s Super League, dell’AXA Women’s Cup Final e della Nazionale. È un tassello fondamentale per portare questo sport in tutte le case.
Anche la copertura da parte degli altri media è aumentata, però è evidente che lo sport femminile in generale sia ancora in qualche modo sottorappresentato.
A cura di Marco Ambrosino, Segretariato SSR.CORSI
[1] Si tratta di una legge che mira a fornire i fondi necessari alle scuole – dalle elementari fino alle università - per permettere ad allievi ed allieve di avere le medesime opportunità di crescita e sviluppo dal punto di vista sportivo.

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