La SSR ha preso posizione sulle contromisure all’iniziativa «200 franchi bastano!» recentemente presentate dal Consiglio federale. La SSR è contraria alla riduzione del canone proposta dal Consiglio federale. Questa riduzione avrebbe delle pesanti ripercussioni sul programma e sul personale. Con il calo delle entrate pubblicitarie e l'annullamento dell'adeguamento al carovita, alla SSR mancherebbero dal 2027 fino a 240 milioni di franchi. Circa 900 posti di lavoro dovrebbero essere gradualmente tagliati in tutte le regioni.
L'8 novembre il Consiglio federale ha presentato le sue contromisure all'iniziativa «200 franchi bastano!», che mira allo smantellamento della SSR. Il Consiglio federale ha sottoposto la sua proposta a una procedura di consultazione che durerà fino al 1° febbraio 2024. La SSR ha presentato il 20 novembre al dipartimento competente la sua presa di posizione.
La SSR è contraria alle misure proposte
È continuando a proporre un’offerta forte, che crea un valore aggiunto per ogni singola persona e per l’intera società che la SSR può contrastare al meglio la radicale iniziativa «200 franchi, bastano!». E deve, allo stesso tempo, proseguire nella trasformazione dell'azienda. La riduzione del canone proposta dal Consiglio federale va in senso opposto. Questa riduzione avrebbe conseguenze molto importanti: la cancellazione dell'adeguamento al carovita, il calo degli introiti pubblicitari e la riduzione del canone proposta dal Consiglio federale porterebbero la SSR a perdere a partire dal 2027 fino a 240 milioni di franchi all'anno. Questo accumulo di sfide finanziarie avrebbe un impatto drastico sul programma e sul personale. Complessivamente, dovrebbero essere tagliati gradualmente circa 900 posti di lavoro.
Jean-Michel Cina, Presidente del Consiglio di amministrazione della SSR: «Una democrazia dipende dal fatto che le cittadine e i cittadini siano ben informati. In un momento in cui i media lottano con crescenti problemi di finanziamento e posti di lavoro vengono tagliati, è un errore indebolire massicciamente la SSR».
Il Direttore generale della SSR Gilles Marchand: «L'intera piazza mediatica svizzera beneficia di un'azienda mediatica pubblica sana e correttamente finanziata. La SSR sta già facendo tutto il possibile per compensare il forte calo delle entrate commerciali. Un ulteriore indebolimento avrebbe certamente un impatto negativo sulla qualità dei programmi offerti e in tutte le regioni. A scapito del pubblico».