Siamo alle porte dei mondiali di calcio in Russia. Enrico Carpani, Responsabile del Dipartimento Sport RSI, ci aiuta a farci un’idea di quello che succede nell’azienda in occasione di eventi simili:
“La copertura RSI di quest’anno comprenderà diversi momenti. Tutti i giorni, alle 19:10, proporremo Piazza rossocrociata, condotta da Andrea Mangia, tra la seconda e la terza partita della serata. Dopodiché alle 22:10 ci sarà Russo ma non dormo, un’ora di intrattenimento per tutti in una scenografia molto particolare. Daremo spazio infatti alla gastronomia, alla musica e a ospiti speciali: sarà con noi, per l’intero periodo del mondiale, nientemeno che Enzo Iacchetti. La nostra programmazione inizierà mercoledì, la sera della vigilia, con Aspettando il mondiale, in cui ci collegheremo con Ignazio Cassis da Berna. Offriamo una copertura a 360°, su tutti i vettori e all’insegna dell’interazione con il pubblico, in particolare attraverso i social: sul web vi sarà infatti la possibilità costante di interagire con i nostri inviati”.
Ma durante il dibattito sulla No Billag proprio nei confronti di questa grande copertura erano sorte delle perplessità: qualcuno aveva detto che la RSI dispiega in queste occasioni troppi mezzi.
“La nostra copertura – spiega Carpani – è perfettamente commisurata alla grande partecipazione che da sempre il nostro pubblico dimostra verso i mondiali. La SSR ha una grandissima tradizione sportiva, a cui vogliamo restare fedeli. Sarebbe illogico pretendere di coprire in modo minimalista questi eventi, soprattutto alla luce del fatto che la SSR ha acquisito i diritti di diffusione di tutte le partite. Inoltre, questi eventi hanno anche un forte potere di rifinanziamento. La tv che non si occupa di sport è periferica, perché esso è una componente strutturale dell’offerta televisiva. Dobbiamo adeguarci a questa idea, perché è il pubblico che ce lo chiede. I mondiali di calcio trasmessi alla RSI registrano da sempre il numero di pubblico più alto, ancora di più che le Olimpiadi e i mondiali di sci. Si tratta inoltre di un pubblico trasversale: dai giovanissimi agli anziani, tutti ci seguono, forse perché essi hanno anche una componente di esotismo che li rende eventi catalizzatori. Per noi si tratta certo di un grande investimento ma che affrontiamo con piacere enorme, perché speriamo ancora una volta di soddisfare il pubblico. La trasmissione maggiormente seguita nel mese di maggio? Sempre sportiva: la finale di hockey Svizzera contro Svezia”.
Cosa significa per un giornalista seguire i mondiali?
“I mondiali sono un’occasione di crescita fuori dal comune. Per questo cerchiamo anche di coinvolgere altri giornalisti, quest’anno ad esempio abbiamo chiesto ad Angelica Isola, del settore Informazione, di andare in Russia per raccontarci l’altro lato dei mondiali, tutto quello che ruota loro intorno. Per me, che sono stato ai mondiali dal 1982 al 1998, è stata un’avventura professionale incomparabile”.
In Russia abbiamo raggiunto il giornalista Nicolò Casolini, che ci dice che aria si respira:
“Per la squadra svizzera c’è la percezione chiara di giocare una partita cruciale; è dal 1950 che non incontrava più il Brasile. Tutto lo staff è inoltre soddisfatto dell’organizzazione e del clima. C’è insomma una gran voglia di iniziare.”
“Il team della RSI? È ormai lo stesso da diversi anni ma sa come farsi riconoscere. Infatti, la RSI, qui ai mondiali, è forse la squadra di lavoro televisiva più piccola, ma la sua organizzazione è impeccabile. Sono circondato da fuori classe del giornalismo sportivo.”
Intervista di Laura Quadri.