L’Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana sostiene da sempre il servizio pubblico e l’informazione radiotelevisiva di qualità. Un delegato ACSI è presente dal 2012 nel Consiglio regionale della CORSI. L’associazione ha quindi uno sguardo attento su quanto accade in casa RSI. Abbiamo chiesto alla presidente Evelyne Battaglia-Richi un commento sull’offerta di queste settimane e più in generale sulla crisi che stiamo vivendo.
Come valuta l’offerta informativa della RSI durante questo periodo di emergenza? È stata adeguata, insufficiente oppure magari eccessiva?
“Abbiamo notato l’adeguamento delle varie reti della RSI. Un plauso all’azienda per la capacità di adattare in breve tempo modalità e programmi alle nuove circostanze di distanza sociale e per l’impegno elevato del personale, sia i giornalisti che chi lavora dietro le quinte. Un punto favorevole è certamente l’interazione positiva in trasmissione, soprattutto nei programmi radio, che entrano bene in contatto con il pubblico in molti momenti della giornata. È importante per ridurre l’isolamento creatosi per molte persone in queste settimane”.
E per quanto riguarda in generale il palinsesto modificato? Si è fatto e si fa abbastanza per adempiere al ruolo di servizio pubblico o si potrebbe fare di più?
“Il palinsesto modificato ha messo un forte accento sulle notizie riguardanti la crisi e l’evoluzione delle misure adottate contro il coronavirus. È sicuramente necessario dedicare una parte di programmi a questo tema come servizio pubblico, ma è stato tematizzato davvero molto, forse a volte anche troppo. Peccato che alcuni programmi di approfondimento siano stati tolti e quelli rimasti sono trasmessi in fasce orarie meno “frequentate” dal grande pubblico (in giornata o alla sera tardi). Sarebbe l’occasione di mandare in onda in prima serata anche trasmissioni di approfondimento su temi diversi dal coronavirus. Un appunto: nei dibattiti e fra i giornalisti-conduttori della RSI hanno prevalso le presenze maschili. Riteniamo utile inserire un’adeguata presenza femminile per rappresentare più coerentemente le opinioni di tutta la società”.
A quale tema o tipo di programma darebbe maggiore spazio?
“In questo momento storico particolare dove l’attenzione e il tempo che il pubblico dedica ai programmi RSI probabilmente sono maggiori, sarebbe sicuramente un’opportunità inserire nelle fasce di maggior ascolto/visione alcuni programmi e temi che stimolano la riflessione anche su comportamenti di consumo più sostenibili e approfondimenti che possono aiutare il pubblico ad ampliare il proprio sapere, sostituendo un po’ quegli eventi che vengono a mancare da settimane (e che forse mancheranno ancora per diversi mesi). Buona l’idea dei programmi da rivedere, culturali e sportivi”.
L’ACSI collabora da anni con la CORSI, secondo lei che cosa potrebbe fare la società cooperativa in questo momento per meglio svolgere il suo ruolo di tramite tra il pubblico e la RSI?
“Potrebbe magari essere un’occasione di illustrare meglio al pubblico come si agisce dietro le quinte. Molti aspetti del funzionamento di una cooperativa, come il ruolo della CORSI di ponte tra pubblico e azienda RSI, non sono largamente conosciuti. Un aspetto che accomuna molti servizi pubblici e organizzazioni non profit. Vale anche per noi dell’ACSI. Molti non conoscono le attività svolte lontano dalla vista del consumatore. Diciamo che nel retrobottega il consumatore di solito non entra o non ha accesso, a volte potrebbe invece essere utile accedere per conoscere e sapersi orientare meglio in seguito. In questo momento storico potrebbe avvenire tramite interventi radio/tv dedicati al “dietro le quinte” in modo conviviale e simpatico. In fondo scoprire aspetti ignorati finora permette di “vivere” e consumare in modo forse più attivo anche la vita virtuale del momento!”
Come si sta muovendo invece l’ACSI in questo periodo e quali sono i temi su cui è più sollecitata?
L’associazione continua la sua attività, in primo luogo quella informativa con il giornale La Borsa della spesa, il sito www.acsi.ch, la pagina FB e il nostro servizio di consulenza telefonica: richieste e segnalazioni arrivano anche in queste settimane. Stiamo monitorando la situazione che incide sul comportamento e le abitudini di acquisto dei consumatori e mette in discussione equilibri di consumo come mai prima. In Ticino le conseguenze e le restrizioni imposte per la pandemia hanno davvero cambiato modo di vivere la giornata e anche la disponibilità economica di molti consumatori. Le domande più frequenti al momento riguardano l’annullamento di vacanze e i viaggi. Per esempio per i “viaggi tutto compreso” le agenzie propongono buoni, quando invece dovrebbero rimborsare tutto quanto pagato dal consumatore. Ci siamo attivati con i colleghi dell’Alleanza svizzera delle associazioni per la protezione dei consumatori per far capire che i consumatori non sono d’accordo con questa prassi. Il buono potrebbe andare bene a patto di creare un fondo di garanzia per rimborsare in contanti chi non può fare il viaggio nella nuova data proposta o in caso l’agenzia di viaggi fallisca. Per noi è importante che non siano i consumatori a rimetterci tutti i soldi. La questione è ancora aperta e ne dovrebbe discutere il Parlamento.
Ma il bicchiere mezzo vuoto è anche mezzo pieno. L’ACSI ricorda da anni che bisogna frenare i consumi inutili o non necessari evitando sprechi in tutti campi dal cibo, ai vestiti, agli spostamenti ecc. Essere confinati diverse settimane per la maggior parte del tempo a casa, ha avuto come effetto collaterale anche un lato positivo sulla qualità dell’aria, oltre a ridurre gli sprechi e certi consumi. Dopo il periodo di crisi, cosa rimarrà di questi effetti collaterali positivi? Ciascuno di noi ha l’occasione di riflettere su come adattare il proprio comportamento di consumo quotidiano per contribuire attivamente a ridurre sprechi ed evitare consumi inutili”.
di Giorgia Reclari Giampà, Segretariato CORSI