Il rapporto RSI con la politica, la velocità di risposta alle critiche dell’utenza, i giovani e il servizio pubblico: di questo e tanto altro ancora si è discusso questa mattina a “Millevoci”, su Rete Uno RSI, intervistando Raffaella Adobati Bondolfi (presidente del Consiglio del pubblico CORSI) e Nicola Pini (vicepresidente), per capire come, in concreto, questo organismo riesca a vagliare l’offerta editoriale RSI.
Bondolfi ha da subito messo l’accento su una qualità essenziale del Consiglio: “Per me – ha esordito – è importante far capire che la verifica democratico-popolare della qualità dei programmi è un elemento costitutivo di legittimazione del servizio pubblico, che è del pubblico e per il pubblico. Siamo, all’interno del Consiglio, un gruppo di non professionisti che non è una costola della RSI o in competizione con essa, né tanto meno qualcosa di complementare; siamo qualcos’altro ancora. Lavoriamo in piena autonomia come piena espressione del pubblico e la nostra eterogeneità di voce ce lo permette.”
I criteri fondamentali del Consiglio del pubblico sono l’equilibrio e l’oggettività. Per contrastare una critica emotiva, di pancia, il Consiglio adotta infatti una procedura di valutazione dei programmi molto seria, che si avvale di criteri ben definiti: “Effettivamente – ha spiegato Pini – lavoriamo su due livelli. Anzitutto, ci troviamo una volta al mese, raccogliendo non solo le nostre riflessioni ma anche le sollecitazioni del pubblico. In singoli casi, siamo in grado di sottoporre le critiche alla Direzione RSI, in modo anche molto schietto e diretto, in un confronto informale. Poi scegliamo una quindicina di trasmissioni l’anno che analizziamo in gruppi di lavoro e secondo una griglia oggettiva e specifica (contenuti, forma, multimedialità…) redigiamo il nostro rapporto, che è frutto di diverse ore di lavoro.”
Ma le critiche dell’utenza ricevono una risposta subitanea? La risposta di Bondolfi è chiara: “Nulla va perso di ciò che riceviamo. Generalmente con segnalazioni dirette e puntuali semplicemente informiamo il mittente se ci sarà un monitoraggio futuro del programma criticato e valutiamo come convogliarle nella nostra attività di analisi. Alcune volte andiamo subito dalla Direzione RSI, con cui ci confrontiamo in tempi brevi. Se le critiche sono però più articolate o su uno stesso tema, esse rappresentano un campanello di allarme. A quel punto è il momento di fare un’analisi più strutturata.”
Le critiche che il Consiglio riceve dal pubblico riguardano “un po’ di tutto; dall’informazione alla cultura ai programmi per bambini, allo sport e all’online. Il pubblico e i suoi input sono eterogenei tanto quanto lo siamo noi nella nostra composizione. Difatti, nel Consiglio siamo in 17, un gremio composito. Il più giovane di noi, uno studente del Politecnico di Zurigo, è sotto i 30 anni. Di solito, come Consiglio del pubblico, stupiamo per la nostra giovinezza in confronto alle altre Società regionali, anche se abbiamo membri che superano i 70. Donne e uomini sono parimenti rappresentati. Ogni 4 anni c’è un ricambio interno, anche se il mandato può essere reiterato fino a 12 anni. Siamo comunque sempre attenti a inserire nuove competenze e sensibilità. 4 membri vengono cooptati, 11 nominati assemblea, e 2 sono delegati dal Consiglio regionale. È importante sottolineare che qualsiasi radioascoltatore può aderire alla CORSI, presentarsi alla sua assemblea, sottoporre sua candidatura per la cooptazione. Siamo un gruppo dalle porte aperte, una grande ricchezza.” “Ogni membro del Consiglio – nota ancora Bondolfi – del pubblico è un’antenna sul territorio, quindi i giudizi tecnici sono molti e sfaccettati. Se la qualità complessiva dei programmi RSI è buona, vi è sempre un margine di miglioramento. Noi offriamo un altro sguardo sui prodotti. Cerchiamo di essere costruttivamente critici.”
La CORSI ha però dei limiti; la decisione sui programmi non spetta a lei: “ll limite – spiega Pini – ci è dato dal ruolo consultivo. Quindi dipende tutto dalla volontà dell’azienda e dalla sua lungimiranza. Noi siamo una parte di pubblico, un nucleo con diverse sensibilità che arriva a proporre anche un miglioramento.” Bondolfi ammette però che non si arriva sempre a un giudizio condiviso con l’azienda sui programmi. “A volte abbiamo persino la sensazione di essere su due pianeti diversi. Quando succede, estendiamo il monitoraggio per cercare nuovi elementi di riflessione, nuovi esempi per l’azienda stessa, e riproponiamo il tema. Ma non è nostro compito convincere l’agenda e soprattutto vige il rispetto dell’autonomia redazionale. Quello che possiamo fornire è una lettura diversai dei programmi nell’ottica del pubblico.”
E il rapporto della RSI con il mondo politico? Secondo Pini “tutti sono umani, anche i giornalisti lo sono e può capitare che si avvertano delle influenze. In generale, però, abbiamo analizzato tanta informazione e siamo sempre giunti alla conclusione che in RSI viga un certo standard qualitativo condiviso. Abbiamo trovato belle trasmissioni sia nella cronaca che nell’approfondimento.” “Per noi – sottolinea Bondolfi – non c’è come criterio lo spazio dato o meno ad un partito ma l’esistenza di una certa pluralità opinioni. Prendiamo Sessanta minuti, uno spazio di dibattito che finora mancava. In esso abbiamo insistito che non si demandasse tutto al dibattito, ma per permettere al pubblico di avere un quadro generale di un dossier, che fossero inserite delle schede tematiche a cura di giornalisti.”
Da ultimo, la spinosa questione dei giovani. Dovrebbe esserci più satira per attirarli al mondo radiotelevisivo?Pini sa bene quale compito riveste il Consiglio del pubblico al riguardo: “La consapevolezza di doversi focalizzare su questo pubblico mi sembra ci sia. Come Consiglio del pubblico stiamo cercando di dare un supporto in questo senso, mettendo l’accento sulla necessità della multimedialità, verso la quale siamo anche molto critici. Ci è piaciuto molto Nouveau, progetto che consiste in capsule informative di un minuto divulgate via social. Sono questi i piccoli progetti che fungono da ponte verso un pubblico più giovane.”
Durante la trasmissione il pubblico è intervenuto telefonicamente e via Whatsapp. Raffaella Adobati Bondolfi e Nicola Pini hanno risposto puntualmente a ciascuna domanda. Per riascoltare la trasmissione clicca qui sotto.