Introduzione
“Sarà vero?” è un’iniziativa della CORSI che nasce durante l’anno accademico 2019-2020 in collaborazione con Consultati SA. Il progetto mira a promuovere l’importanza del servizio pubblico dei media tra i giovani, a far maturare una consapevolezza per quanto riguarda la qualità delle informazioni e a far riflettere sull’origine delle notizie in un’epoca di cambiamenti tecnologici. Lo scopo è quello di mettere a tema con gli studenti delle scuole medie e medie superiori del Canton Ticino e del Grigioni italiano la complessità della creazione di informazioni di qualità, scoprendo cos’è e qual è il ruolo della CORSI, favorendo una maggior difesa nei confronti delle cosiddette fake news.
I formatori del progetto, oltre alla CORSI, sono il personale di Consultati SA che, con la loro esperienza didattica, conducono nella pratica le attività in classe.
Durante il periodo di aprile-maggio 2019, dopo aver preparato i moduli, è stato discusso, sia con il DECS che con i docenti interessati a far svolgere i moduli ai propri studenti, di come si sarebbe potuto affinare il progetto secondo le esigenze del mondo scolastico. Una volta terminate le attività con tutte le classi, a febbraio 2020, è stato richiesto ai partecipanti di rispondere ad alcune domande in merito a un questionario di valutazione da ritornare entro il mese di aprile 2020. Dopo la ricezione delle risposte, sono state eseguite delle analisi dei risultati e una valutazione di bilancio.
L’anno successivo alla cosiddetta “fase pilota” (2019-2020), le 20 classi partecipanti sono diventate 43: nell’anno scolastico 2020-2021 si può infatti affermare che l’interesse di studenti e professori è cresciuto notevolmente.
Terza edizione, 2021-2022
Dall’anno scolastico 2021-2022 il progetto “Sarà vero?” è proposto in collaborazione con il Centro di risorse didattiche e digitali (CERDD), partenariato che, come spiegano Daniele Parenti (direttore), Michela Bernasconi e Cristiana Lavio (collaboratrici) ha portato, e cito, “una filosofia più vicina ai bisogni della scuola”. Questa collaborazione è stata utile anche nell’approccio alle unità didattiche in quanto, come spiega il CERDD, “il percorso è stato reso più snello negli interventi in aula (due moduli invece di tre) ed è stato maggiormente centrato sul ruolo del docente, restituendogli la posizione di interlocutore principale per gli allievi, soprattutto nel settore della scuola media”, e continuano spiegando che “l’approccio del CERDD favorisce la continuità dell’attività didattica e la valorizzazione della biblioteca”, essenziali per sviluppare la ricerca delle fonti e per capire come valutare in maniera corretta pertinenza e affidabilità delle pubblicazioni presenti in rete. Inoltre, grazie a questo partenariato, è stato introdotto un incontro con i docenti delle classi interessate, durante il quale il progetto viene presentato, il tema contestualizzato, l’organizzazione viene approfondita e vengono distribuiti i materiali e i documenti che saranno utilizzati durante gli interventi. Le classi che si sono interessate a questa terza edizione e che hanno voluto partecipare al progetto sono state 59 e, nel 2021, quelle che già hanno iniziato o concluso i moduli, sono state 16.
Come si svolgono le lezioni?
Di norma una lezione si svolge in presenza di un docente, che introduce l’argomento della lezione e presenta coloro che guideranno gli studenti nel difficile mondo delle fake news: per l’anno scolastico in corso le collaboratrici di Consultati SA, che si occupano di presentare e gestire le attività, sono Chiara Bramani e Michela Maddalena, mentre per quanto riguarda la CORSI, il volto per questa terza edizione è Daniela Beretta, stagista presso il segretariato e incaricata di seguire il progetto. L’interesse da parte degli studenti in merito al lavoro del giornalista, alla ricerca e verifica delle fonti e alla registrazione del comportamento dell’utente del proprio cellulare è tanto. Con il trascorrere delle edizioni di “Sarà vero?”, anche il modo in cui gli allievi svolgono gli esercizi pratici del progetto (fingersi conduttori del telegiornale, immedesimarsi in una tipologia di giornalista, creare interviste e contenuti web) cambiano e migliorano: durante la messa in comune dei risultati, ciò che emerge sono articoli di giornale, cortometraggi e cartelloni che simulano pagine web, molto curati, dettagliati e ragionati.
Ma come si affronta un tema come quello dei social media e dell’informazione con la generazione dei cosiddetti “nati con il telefono in mano”? Tutto parte da una domanda: “Se in rete trovate un video con una didascalia che sapete non essere veritiera, cosa fate?”, e se inizialmente il quesito sembra destare poco interesse (“non faccio nulla, continuo a scorrere e leggere altre news”), dopo una più attenta riflessione su cosa sono le fake news, come si creano e cosa possono comportare, allora le carte in tavola cambiano: quando i giovani capiscono che chi sta dietro alle “bufale” ritiene “creduloni” coloro che danno seguito alle loro storie, o che una falsa notizia può rovinare la vita alle persone, le parole “segnalare”, “commentare” e “non condividere” cominciano a diventare interessanti...
In un mondo fatto di click, like, cookies e condivisioni, è inverosimile pensare che quello delle fake news non sia un tema che ci accompagni giornalmente e che riguardi ognuno di noi: nonostante la rivoluzione digitale abbia permesso (tra le tante cose) la libertà di espressione, non bisogna dimenticare che Internet non ha confini, e che ciò che viene cercato una volta, viene riproposto di continuo: lo scopo dell’iniziativa è proprio quello di rendere attenti i giovani e mira a far capire loro che non bisogna focalizzarsi solo sui suggerimenti che i loro apparecchi elettronici propongo, perché questi ci conoscono meglio di chiunque altro e continuano a sommergerci di informazioni e immagini basate sulle ricerche che effettuiamo. A cosa mira “Sarà vero?” in poche parole? A far comprendere che la pluralità di opinione garantita dal servizio pubblico dei media, è fondamentale per crescere con un pensiero ampio e diversificato, che permetta di capire a cosa è giusto credere, a cosa no, e perché.
Di Daniela Beretta