Domenica 24 ottobre, Gilles Marchand, direttore generale della SSR SRG, è stato protagonista dell’evento conclusivo del Festival PiazzaParola, assieme a Dario Olivero, responsabile delle pagine culturali di Repubblica, in dialogo con Roberto Antonini e Natasha Fioretti. Titolo dell’evento: “Isole di cultura per salvarci dai nostri naufragi”.
Durante la serata, resa possibile anche proprio grazie alla CORSI, in dialogo con il giornalista della RSI Roberto Antonini, Marchand ha discusso dell’attuale crisi del giornalismo culturale, che sta toccando la Svizzera, e non solo, e manifesto, ad esempio, nell’ accorpamento delle redazioni, con tagli alle risorse e ai programmi, in uno spazio mediatico segnato dall’ascesa di softnews e intrattenimento.
Incalzato dalle domande di Antonini, Marchand, nel suo intervento, ha più volte ribadito che il servizio pubblico dei media svizzero è impegnato a ricercare un equilibrio tra digitalizzazione e credibilità, nonché a mantenere alta la qualità delle sue diverse offerte, dalla cultura all’intrattenimento, alla fiction. E riferendosi alla diversità linguistica e geografica della Svizzera, Marchand ha sottolineato come la SSR SRG sia attenta a costruire ponti che uniscano il Paese, anche attraverso il potenziamento di strumenti digitali che servono per avvicinare soprattutto i giovani all’informazione e alla cultura.
Direttore Marchand, partirei dal contributo della SSR SRG alla vita democratica in Svizzera, alla coesione sociale e alla diversità del Paese, che è anche una diversità geografica. Qual è il ruolo delle giornaliste e dei giornalisti nel far conoscere le diverse realtà elvetiche?
Direi che i giornalisti e le giornaliste della SSR producono molti servizi e interviste sulle altre regioni linguistiche del Paese. Ma soprattutto, e questo è meno noto, le redazioni scambiano tra loro parecchi reportage giornalieri, che vengono poi adattati nelle diverse lingue e trasmessi nei momenti informativi, soprattutto nei telegiornali. Non va poi dimenticata la presenza di inviati e corrispondenti nelle altre regioni linguistiche. Per non parlare della nostra redazione a Palazzo Federale, dove lavorano insieme colleghi di tutte le regioni linguistiche. Vorrei anche menzionare l'eccellente gamma di documentari, sottotitolati nelle lingue nazionali, che proponiamo su Play Suisse. Questo è un ottimo mezzo per comprendere le nostre varie e specifiche realtà regionali e culturali. Questi ponti nell'arcipelago multiculturale della Svizzera sono la ragion d'essere della SSR!
Parliamo dunque di Playsuisse, la piattaforma lanciata a fine 2020, in piena pandemia, e che ci permette di viaggiare attraverso le differenze della Svizzera…
Sì, assolutamente. Play Suisse offre un passaporto per andare a scoprire la Svizzera. Un passaporto che apre le frontiere linguistiche grazie alla sottotitolazione. Avremo presto 3’000 titoli da proporre, sottotitolati in 3 e talvolta 4 lingue. Questa è un'offerta unica in Europa. Ed è vero che l'intero design della piattaforma, l'esperienza utente, è progettato per soddisfare i criteri e gli standard più apprezzati. E proprio in questo senso, stiamo raggiungendo il pubblico giovane grazie alla facilità d’accesso e alla flessibilità di Play Suisse. Abbiamo intenzione di migliorare costantemente questa esperienza per l’utente.
La diversità della Svizzera è un elemento fondante di Public Value, assieme al rafforzamento della coesione e al miglioramento del rapporto dell’azienda con il pubblico: la SSR potrebbe fare di più?
Oltre ai punti da lei ricordati, vorrei precisare che ci sono altri due aspetti centrali da aggiungere. Uno riguarda la produzione di un'informazione di qualità, imparziale, offerta in quattro lingue, che contribuisce alla libera formazione dell'opinione. Questo è essenziale in un Paese e in una democrazia diretta come la Svizzera. L’altro concerne un reinvestimento costante nella cultura, che esprime anche la realtà eclettica del nostro Paese. Ma per rispondere alla sua domanda, direi che la SSR deve ora impegnarsi ancora di più per “far conoscere le sue capacità”, cioè deve impegnarsi a comunicare meglio tutto il suo contributo alla società. E deve farlo in modo semplice ed efficace. Questo è uno dei compiti della nostra associazione SSR e delle sue società regionali. L'azienda e l'associazione sono destinate a lavorare mano nella mano su questi temi.
Di Valeria Camia; traduzione di Daniela Beretta