La CORSI, da sempre attenta alla parità tra uomo e donna, rinnova quest’anno il suo supporto al Premio Ermiza, promosso anche dalla Commissione consultiva per le pari opportunità. Rachele Santoro, la delegata per le pari opportunità, Cantone Ticino e Raffaele Pedrazzini, membro del Consiglio del pubblico e della giuria del premio 2021, tracciano un’istantanea sull’importanza attuale di questo riconoscimento, giunto quest’anno alla sua sesta edizione, e sul ruolo della CORSI a favore delle pari opportunità.
“Oltre 25 anni dopo il primo Global Media Monitoring Project (GMMP), che ha fornito una dettagliata rappresentazione di genere nei mezzi di informazione anche in Svizzera, l’eliminazione degli stereotipi sessuali non è stata raggiunta”, ricorda Santoro, che aggiunge come alla luce dei dati presentati nel rilevamento del GMMP 2015, il Comitato a livello svizzero abbia recentemente espresso “la propria preoccupazione in merito al persistere di atteggiamenti e stereotipi tradizionali radicati, soprattutto nei media e nella pubblicità, i quali minano lo status sociale della donna e contribuiscono a svantaggiarla a diversi livelli, quali l’educazione, il mercato del lavoro, l’accesso a posti decisionali e la partecipazione alla vita politica e pubblica. Basti pensare che nelle informazioni veicolate dai media il 75% delle persone menzionate è di sesso maschile e più di due terzi di tutte le notizie è redatto da uomini”.
In questo contesto, il Premio Ermiza, pensato per sensibilizzare e promuovere presso le redazioni radiofoniche, televisive e nei contributi web un’attenzione maggiore rispetto alle tematiche di genere, rimane estremamente attuale. La questione delle parità, sottolinea Santoro, “passa anche attraverso la questione del linguaggio di genere e l’attenzione per la scelta delle parole che non sia stereotipata, dunque legata a una certa tipologia di donna ed esclusiva delle diverse realtà costitutive della nostra società. Per questo, mi sento di auspicare che al bando per l’edizione 2021 partecipino anche uomini (o magari un uomo e una donna che insieme potrebbero portare una visione un po’ diversa sullo stesso tema) perché per abbattere gli stereotipi c’è bisogno dell’impegno sia dal mondo femminile sia da quello maschile”.
Intanto il Consiglio del pubblico della CORSI quest’anno ha deciso di delegare Raffaele Pedrazzini, 25 anni, laureando in Italianistica e Geografia all’Università di Losanna, come membro della giuria incaricata di valutare e selezionare il servizio vincitore del Premio Ermiza. Fin dagli esordi del premio nel 2011 nella giuria è presente un membro del CP (ci fu Francesco Galli nel 2011; Massimo Braguglia nel 2015, Marco Zueblin nel 2017 e Flavio Beretta nel 2019), ma la presenza di Pedrazzini è una prima assoluta se letta in chiave generazionale. “Quando sentiamo parlare di pari opportunità, pensiamo spesso alla mobilitazione della generazione precedente alla mia e soprattutto una parte di essa, la metà femminile. Eppure, il tema riguarda me e i mei coetanei, i giovani e le giovani, molto da vicino” – spiega Pedrazzini – “l’uguaglianza di genere non è una questione che tocca le donne soltanto, ma ha a che fare con la società che voglia costruire per noi e il nostro futuro; riguarda quindi il superamento di pregiudizi e stereotipi nella società, anche a partire da quanto viene veicolato nei programmi radiotelevisivi e formulato sui contributi web”.
L’accuratezza formale e la rappresentazione femminile nei servizi radiotelevisivi è un tema che la CORSI segue con attenzione, come ricorda anche Pedrazzini: “spero che la mia partecipazione nel Consiglio del pubblico e in veste di giurato per il Premio Ermiza serva a ricordare alla mia generazione il ruolo che la CORSI può svolgere e che già sta svolgendo nell’offrire strumenti per prendere posizioni a favore della parità e per dar voce a un servizio pubblico e una società inclusiva, priva di pregiudizi e stereotipi di genere”.
di Valeria Camia
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