È in corso un’ampia consultazione della SSR in Ticino e sul piano nazionale per capire meglio le aspettative e chiarire le missioni dei media di servizio pubblico nei confronti dei giovani nell’epoca di Internet.
L’ascolto dei giovani e degli stakeholder interessati al rapporto con i giovani è un esercizio sicuramente utile, soprattutto se dalla sintesi si saprà passare ad azioni concrete per realizzare i punti più importanti evidenziati da questi molteplici dialoghi.
Seguirà, a inizio 2023, un sondaggio online per sentire il polso di un pubblico più ampio e nel corso dell’anno conosceremo i risultati di questo lodevole sforzo della SSR per meglio soddisfare le attese del pubblico, in particolare giovane, che - come noto – è sempre meno attratto da radio, televisione e giornali.
Come responsabili di un progetto rivolto ai giovani siamo stati interpellati e cogliamo l’occasione per esprimere pubblicamente la nostra posizione.
Cinque sfide della SSR
Queste, a nostro avviso, le cinque principali sfide della SSR, in ordine di priorità:
1) sviluppare fra i giovani l’alfabetizzazione ai media e all’informazione, perché i più recenti studi confermano la loro tendenza a informarsi pochissimo, anche online, e purtroppo senza approfondimenti e verifiche delle notizie;
2) collaborare maggiormente con la comunità educativa;
3) offrire più contenuti educativi per i giovani;
4) fare di più per affrontare le questioni che interessano i giovani;
5) accrescere l’interesse dei giovani per la politica, nel senso nobile del termine.
L’attuale risposta della SSR a queste cinque sfide è sinceramente scarsa.
La SSR non è solo legittimata a dare delle risposte, in sintonia con le comunità educative (scuole, assocazioni presenti nella società e attive con i giovani in ambiti diversi: diritti umani, difesa dell’ambiente, ecc.) ma è chiamata a farlo dal mandato di servizio pubblico.
Cittadini, non semplici consumatori
Precisaimolo, a scanso di equivoci: il sondaggio non può avere come unico obiettivo quello di catturare l’attenzione dei giovani per farne dei consumatori acritici dei programmi SSR. Se da un lato questo potrebbe essere parzialmente comprensibile, dall’altro l’azienda di servizio pubblico deve puntare a informare e formare i giovani come cittadini consapevoli, responsabili e attivi in democrazia.
Per questo è necessario distinguere le aspettative dai bisogni dei giovani. Le prime sono quanto desiderano consapevolmente per soddisfare interessi tipici della loro età (ad esempio, musica, sport, intrattenimenti, film). I secondi ciò che non necessariamente percepiscono come utili nell’immediato, ma sono fondamentali per la loro formazione (ad esempio, servizi informativi di qualità, approfondimenti tematici, documentari). Questo risponde al mandato del servizio pubblico, anche se non richiesto dai giovani.
Anche i giovani al voto
Ci avviciniamo sempre più alle votazioni per il rinnovo del Consiglio di Stato e del Gran Consiglio. Nelle prossime settimane conosceremo le liste complete dei condidati al legislativo e all’esecutivo cantonali. Dalle prime indiscrezioni sembra siano presenti anche diversi giovani. Altri, non in lista, sono attivi in associazioni diverse per i diritti umani, l’ambiente, il clima e il sociale.
È un’ottima opportunità per coinvolgerli attivamente in servizi informativi e soprattutto nei dibattiti, al fine di sapere cosa pensano dei temi della realtà ticinese, ma anche svizzera e internazionale. E soprattutto conoscere le loro visioni e le loro proposte.
Una sfida di vitale importanza
I fattori chiave che possono permettere un successo alle summenzionate iniziative della SSR sono: far conoscere meglio l’offerta radio-televisiva per i giovani; sviluppare partnership con attori vicini ai giovani; essere presenti su internet e sui social media.
Tutto questo è molto impegnativo e richiede tempo, risorse umane e finanziarie. È un percorso disseminato di ostacoli. Non ultimo l’iniziativa popolare federale «200 franchi bastano! (Iniziativa SSR)» che vuol far credere ai cittadini che un servizio pubblico di qualità possa tranquillamente permettersi un ulteriore taglio di risorse. Un’iniziativa pericolosa per la coesione nazionale e per la democrazia svizzera, contro la quale occorre battersi con forza e determinazione.
In conclusione, avvicinare i giovani è per la SSR una missione di vitale importanza, ma al limite dell’impossibile.
Chino Sonzogni, Responsabile del progetto «La gioventù dibatte» per la Svizzera italiana