Il Consiglio federale ha trasmesso mercoledì 19 giugno al Parlamento il messaggio concernente l’iniziativa «200 franchi bastano!». La SSR ha accolto con favore la conferma della chiara presa di posizione contro questa iniziativa, espressa dall’Esecutivo già lo scorso mese di novembre. L’approvazione dell’iniziativa avrebbe infatti pesanti ripercussioni sull’offerta editoriale, i programmi e il radicamento regionale della SSR. Al contempo, il Consiglio federale ha stabilito una contromisura che consiste nel ridurre gradualmente a 300 franchi il canone a carico delle economie domestiche entro il 2029 e nell’esonerare ulteriori categorie di aziende dal pagamento.
La SSR saluta la chiara presa di posizione del Consiglio federale contro l’iniziativa «200 franchi bastano!» ed è pronta a dimostrare ancora una volta, dopo l’iniziativa «No Billag», il valore aggiunto del servizio pubblico audiovisivo per la società. L’approvazione dell’iniziativa avrebbe l’effetto di dimezzare i mezzi finanziari a disposizione della SSR e con un budget così fortemente ridotto, l’attuale configurazione decentralizzata e la varietà dell’offerta dell’emittente di servizio pubblico non sarebbero più finanziariamente sostenibili. Si tratterebbe di un duro colpo per i settori del cinema, della musica, della cultura e dello sport svizzeri.
Contromisura sotto forma di riduzione del canone
Quale contromisura all’iniziativa «200 franchi bastano!», il Consiglio federale ha deciso una revisione parziale dell’ordinanza sulla radiotelevisione (ORTV). Come annunciato a novembre 2023, l’importo del canone a carico delle economie domestiche passerà in due tappe dagli attuali 335 a 300 franchi all’anno entro il 2029. Inoltre, a partire dal 2027, le aziende con fatturato fino a 1,2 milioni di franchi saranno esonerate dal pagamento del canone.
La SSR prende atto della decisione del Consiglio federale, rimandando a tal proposito alla propria dettagliata presa di posizione espressa lo scorso mese di novembre nel quadro della corrispondente procedura di consultazione (vedi il comunicato stampa SSR del 20 novembre 2023).
Ora la SSR si appresta ad analizzare in dettaglio le conseguenze di questa decisione e ad avviare le misure necessarie; si tratta dell’inizio di un lungo processo. Il primo step di riduzione del canone a carico delle economie domestiche è previsto per il 2027. Allo stesso tempo, scatterà anche l’esonero dal pagamento del canone per le aziende di due livelli tariffari aggiuntivi. Una cosa però è certa: la SSR farà il massimo, entro i limiti delle risorse finanziarie a sua disposizione, per continuare a garantire a tutte le regioni del Paese un servizio pubblico diversificato e di alto livello qualitativo. La prossima fase sarà il dibattito parlamentare sull’iniziativa «200 franchi bastano!».
Misure di riduzione dei costi attese a breve termine
A causa della difficile situazione finanziaria, la SSR si vedrà comunque costretta a adottare a breve termine nuove misure di risparmio, indipendentemente dalla decisione del Consiglio federale di ridurre il canone. Le ragioni vanno cercate nel calo dei proventi pubblicitari e nell’inflazione, sviluppi ormai consolidati a cui la SSR dovrà reagire già a partire dal 2025.